La piccola vendetta di Beppe Severgnini

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Non ci crederete, ma è così. Beppe Severgnini, dopo che l’ho più volte rimproverato per la insistente pubblicazione di lettere inviate da gente che nega il fenomeno triste del femminicidio o ne vuole sminuire la gravità, doveva prendersi la soddisfazione di darmi pubblicamente del “vigliacchetto”.

Lo ha fatto oggi inserendo sul blog Italians – Corriere della Sera,  una mia lettera scritta più di un mese fa e già pubblicata su La Repubblica, da Corrado Augias. Non me la prendo, però. Del resto, alla mia età è difficile prendersela per cose del genere. Severgnini ha i capelli bianchi, io ho la barba bianca da un bel pezzo. Lo capisco.

La mia lettera parla degli pseudonimi cui ho fatto ricorso ogni tanto, oltre ad usare il mio nome. Ho spiegato mille volte i motivi che mi hanno spinto a farne uso, e non starò a spiegarli ancora. Lascio che li immaginino i lettori intelligenti e onesti. Mi limito a dire che fu una nota brava giornalista di un noto quotidiano, a darmi il suggerimento.

Trascrivo il commento di Severgnini alla mia lettera:

«Gli pseudonimi sono un modo di nascondere la propria identità. Se io (giornalista) ci metto la firma e la faccia, è giusto che la metta anche il lettore che scrive. L’anonimato non è una forma di protezione (da cosa, poi?). E’ un modo di nascondersi. Tirare il sasso e nascondere la mano. No, grazie. “ITALIANS” regge da quasi venti (!) anni perché scrivono persone, non avatar vigliacchetti. Quindi, avanti così».

Anche una maschera serve a nascondere la propria identità, si può usare a teatro, in un ballo mascherato, oppure per fare una rapina. Ma non  voglio fare commenti, mi limito a trascrivere quelli dei lettori di Italians – Corriere della Sera, che mi hanno scritto. Tutti disapprovando Severgnini. Ovviamente ometto i nomi. Un signore: «Io penso che una lettera debba essere pubblicata per il suo contenuto interessante, per un’idea, un’opinione particolare su un dato argomento. Ma forse quando si è a corto di argomenti per controbattere si preferisce cestinare la lettera. Oppure pubblicarla con un commento stizzoso (…nonché spesso fuori luogo!) aizzando i numerosissimi «yesmen» ad intasare la casella mail con insulti ed offese. Forse ha ragione. Meglio usare uno pseudonimo».

Una signora: «Buongiorno, io concordo con lei. Alla fine non è sempre possibile metterci la faccia, come dice Severgnini. Se devi scrivere cose vere che mettono in pericolo il tuo posto di lavoro o i tuoi rapporti familiari -per fare un esempio-non vedo che male ci sia».

Un signore: «Severgnini scrive: “Italians regge da quasi venti (!) anni perché scrivono persone, non avatar vigliacchetti. Quindi, avanti così.”

Falso, conosco diverse persone che scrivono usando nomi diversi, su Italians».

Però, Severgnini è simpatico e gli vogliamo bene lo stesso, vero?

Renato Pierri

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