Processo di pace, cooperazione nel campo della sicurezza

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Sulla prossima Conferenza internazionale ad alto livello dedicata all’Afghanistan “Processo di pace, cooperazione nel campo della sicurezza e della cooperazione regionale”

Sull’iniziativa congiunta dei Presidenti dell’Uzbekistan e dell’Afghanistan, il 26 e 27 marzo, p.v. a Tashkent si terrà una conferenza internazionale ad alto livello dedicata all’Afghanistan sul tema “Processo di pace, cooperazione nel campo della sicurezza e della cooperazione regionale”.

Alla cerimonia di apertura parteciperanno i Capi dell’Uzbekistan e dell’Afghanistan. Tra gli invitati alla conferenza ci sono il Segretario Generale delle Nazioni Unite, il rappresentante speciale delle Nazioni Unite in Afghanistan, l’Alto Rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, così come i Capi ei rappresentanti dei Ministeri degli Esteri di Cina, Russia, Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Italia, Francia, Turchia, l’Iran, il PRI, India, Giappone, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, KSA, Qatar e Emirati Arabi Uniti.

Si prevede che i partecipanti al Forum esprimeranno la posizione consolidata a livello regionale e globale sulla necessità di un rapido avvio di colloqui diretti tra il governo afghano e il movimento “Taliban”, senza proporre condizioni preliminari.

La sua visione strategica della sicurezza regionale e la stabilità, il Capo dell’Uzbekistan ha esposto dettagliatamente durante la 72-ma sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York a settembre 2017 e dopo, nel mese di novembre dello stesso anno, durante la conferenza di Samarcanda “l’Asia Centrale: Un passato e un futuro comune, cooperazione per lo sviluppo sostenibile e la prosperità reciproca”, il Capo dell’Uzbekistan ha proposto un programma completo di sforzi congiunti a livello regionale e internazionale per assicurare una pace duratura e stabilità nell’Asia Centrale, tra cui l’Afghanistan.

Allo stesso tempo, secondo le stime di Sh.M.Mirziyoyev in Asia Centrale si intersecano gli interessi delle potenze mondiali. La regione è adiacente alle fonti di instabilità e di conflitto, sperimentando gli effetti negativi di tutti i processi che si svolgono all’estero.

A questo proposito, il Presidente dell’Uzbekistan ha giustamente posto la domanda: come si svilupperà la situazione nella regione? Sullo scenario di conflitti e scontri o sulla via della cooperazione e del progresso?

La risposta è ovvia: tutto dipende, prima di tutto, dalla prontezza degli Stati dell’Asia Centrale ad assumersi la responsabilità per il futuro comune della regione.

L’Uzbekistan, che confina con tutti i paesi dell’Asia Centrale, è direttamente interessato che la regione diventi una zona di stabilità, sviluppo sostenibile e buon vicinato.

Come ha ripetutamente sottolineato il Capo dell’Uzbekistan: “L’Asia Centrale pacifica ed economicamente prospera è il nostro obiettivo e il nostro compito fondamentale”.

Allo stesso tempo, non è possibile raggiungere gli obiettivi posti senza risolvere uno dei problemi regionali e globali più pressanti – il conflitto nel vicino Afghanistan, che storicamente e geopoliticamente rappresenta una parte integrante della nostra regione comune.

La pace in Afghanistan è la garanzia di stabilità e prosperità dell’Asia Centrale. Parlando ad una conferenza internazionale a Samarcanda, il Presidente dell’Uzbekistan ha dichiarato chiaramente che è necessario abbandonare la divisione delle minacce alla sicurezza in “propri e altri”, e aderire al  principio di “indivisibilità della sicurezza”.

Un pacifico Afghanistan è in grado di garantire le più brevi possibili vie di uscita agli Stati dell’Asia Centrale verso i porti dell’Oceano Indiano e del Golfo Persico, per collegare India, Iran e Pakistan con i mercati dell’Europa e del Medio Oriente.

In questo contesto, viene attualizzata la questione di approvazione di un ampio e solido consenso internazionale sui grandi temi della costruzione della pace e della sicurezza in Afghanistan, di sostegno degli sforzi di riconciliazione nazionale nel paese, portati avanti sotto la guida e le forze degli stessi afgani.

L’Uzbekistan è sempre stato e rimane un sostenitore principale della soluzione politica della situazione in Afghanistan, apportando il suo possibile contributo allo sviluppo socioeconomico del paese.

Sulla base dei risultati della conferenza, è prevista l’adozione della Dichiarazione di Tashkent, nella quale, come previsto, si rifletteranno i seguenti punti chiave:

In primo luogo, il processo di pace deve essere guidato dalle forze degli stessi afghani, in conformità con le disposizioni delle risoluzioni e delle decisioni dell’Assemblea Generale e del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;

In secondo luogo, l’integrazione garantita dell’opposizione armata nella vita politica dell’Afghanistan e il suo riconoscimento come forza politica legittima è un fattore importante per il successo del processo di pace;

In terzo luogo, la comunità internazionale si oppone fermamente a tutte le forme e manifestazioni di terrorismo, senza distinzione di alcun tipo, e anche riconosce che la minaccia del terrorismo transnazionale, il traffico di droga e la criminalità organizzata sono le sfide comuni di stabilità e di sviluppo sostenibile, sia per l’Afghanistan che per la regione e il mondo in generale.

Alla vigilia della conferenza di Tashkent si terrà il primo incontro di un nuovo formato di cooperazione “L’Asia Centrale più Afghanistan” (C5+1), finalizzato a discutere specifiche aree di cooperazione tra i paesi dell’Asia Centrale e l’Afghanistan. Il funzionamento di questo formato faciliterà la riuscita integrazione dell’Afghanistan nel sistema di legami del commercio e dell’economia e delle infrastrutture con gli Stati dell’Asia Centrale, dell’efficace attuazione di specifici progetti e programmi a livello regionale.

Prendendo l’iniziativa di tenere la conferenza di Tashkent, l’Uzbekistan non intende limitarsi a organizzarla come un singolo evento, ma continuerà a impegnarsi attivamente, a livello bilaterale e multilaterale, per promuovere un processo politico pacifico in Afghanistan.

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