Progetto legalità in Svizzera

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Per battere il crimine organizzato c’è bisogno di un impegno continuo

“Educare alla legalità”, su questo tema si stanno impegnando da tempo i Comites di Basilea, Berna-Neuchâtel e Zurigo assieme ai rappresentanti del Cgie in Svizzera con un’opera di informazione e prevenzione nelle scuole, nei corsi di lingua e cultura promuovendo assemblee pubbliche, dibattiti e variegate iniziative.

Lo scorso fine settimana a Basilea, Berna e Zurigo sono intervenuti l’onorevole Rosi Bindi, presidente della commissione bicamerale antimafia, e il professore em. H.c. dell’università di San Gallo, Paolo Bernasconi, già procuratore pubblico mettendo a confronto alcuni aspetti normativi degli ordinamenti giuridici, soffermandosi sugli strumenti e le pratiche comuni di collaborazione vigenti nei due paesi. La criminalità organizzata, come è successo nel mondo dell’economia, ha assunto una forma globalizzata e usa sistemi sofisticati, spesso impercettibili per gestire denaro e ricchezze provenienti da traffici illeciti e tra questi, in particolare il commercio della droga.Spesso è difficile riconoscere le persone dedite al crimine, perché insospettabili e capaci di dissimularsi e infiltrarsi nei punti nevralgici della vita quotidiana.Questo fenomeno è presente anche in Svizzera, fino a pochi anni fa forziere di patrimoni finanziari mondiali, dove il contrasto ai reati criminosi era rivolto in particolare al riciclaggio di denaro, oggi,invece, esso ha assunto altre forme in seguito alla manifesta presenza di organizzazioni criminose legate al traffico di stupefacenti.

Tra queste esistono diramazioni o affiliazioni a organizzazioni di  origine italiana e non solo. In questo paese il segreto bancario è superato da alcuni anni e la Svizzera, grazie anche all’impegno dell’Italia, non è più presente nella black list dei paesi offshore, tuttavia alcuni costumi e comportamenti abnormi sulla gestione delle fortune di provenienza criminosa dall’estero persistono e riescono ad evadere le strette normative di cui è dotato il sistema elvetico. Era prevedibile che, nella Svizzera che lava più bianco, come avrebbe detto Jean Ziegler, “dopo il denaro sarebbero arrivati i mafiosi” ha sottolineato, Paolo Bernasconi. “Perché il denaro non ha odore e serve a far girare l’economia di un paese”, ha ribadito Rosi Bindi negli interventi agli incontri che si sono succeduti a Basilea, Berna e Zurigo.La conferma di queste considerazioni, diventate oramai un mantra per le dinamiche che assume il fenomeno mafioso nella sua articolazione organizzativa e nelle sue azioni, è data dal recente assassinio del giovane giornalista investigativo slovacco JanKuciak, che stava operando su un’inchiesta di frodi fiscali tra la Repubblica Slovacca e l’Italia e i presunti rapporti tra la ‘ndragheta, gli investimenti finanziari nei vari comparti finanziari, economici ed industriali di quel paese, e alcuni rappresentanti delle istituzioni politiche di Bratislava, che hanno spinto alle dimissioni di alcuni ministri aprendo una vera e propria crisi di governo. Ma anche questi schemi tradizionali di relazioni e intermediazioni tra le organizzazioni criminali e la politica sembrano oramai superati dai tempi e dalle pratiche, che spingono a circoscrivere e ridurre la filiera del crimine e a generare più ricchezza: oramai la filiera si riduce all’intermediazione diretta appalto-crimine.

Con l’adesione della Svizzera alla convenzione giudiziaria di Bruxelles, Strasburgo e Schengen , si è rafforzata la collaborazione tra le squadre investigative, le magistrature e le procure italiane e confederate nell’azione di contrasto alle mafie, che introduce la semplificazione delle notifiche delle rogatorie, con cui ciascun sistema giudiziario assicura il riconoscimento dell’ordinamento dello stato richiedente e la sottrazione del bene confiscato. In materia di contrasto alle mafie la legislazione italiana è all’avanguardia e, proprio per le vicende annose che il nostro paese ha dovuto affrontare nella lotta alla criminalità organizzata, l’ordinamento oltre ad essere molto avanzato, è sostenuto da un sistema giuridico e di risorse umane di prim’ordine. Quella svizzera, invece, in materia di prevenzione e contrasto al crimine organizzato dovrebbe dotarsi autonomamente di norme federali in risposta ai reati fiscali e di mafia, come è successo per la legge antiriciclaggio del 2011. Per combattere il fenomeno mafioso, di cui oramai si parla con maggiore cognizione di causa anche in Svizzera, la Confederazione dovrebbe dotarsi di strumenti mirati e specializzarsi e, perciò, sarebbe auspicabile una maggiore cooperazione tra le forze di polizia e la magistratura, e prevedere scambi formativi sulla scia del lavoro comune che le magistrature svolgono a livello europeo e che ha portato alla costituzione del fondo unitario di giustizia. L’Italia nella lotta alla criminalità è un paese modello.

Per sconfiggere la criminalità organizzata, c’è bisogno di un impegno continuo da parte di cittadini responsabili capaci di  tradurre la domanda di cambiamento in forza di cambiamento, perché come diceva Giovanni Falcone “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche un fine”. Perciò è degno di altissima considerazione l’impegno messo in campo dai Comites in Svizzera, perché tende anche a sfatare antiche credenze popolari e abbattere gli stereotipi di una narrazione, che vorrebbe l’Italia paese del crimine organizzato e che invece, proprio su questo terreno, come anche nella lotta al terrorismo, è all’avanguardia giuridica e vede crescere nuove generazioni impegnate a battersi per la giustizia sociale, la libertà dal crimine e per la legalità quali strumenti fondanti di una democrazia vissuta. Sono numerose oramai le organizzazioni impegnate su questo terreno e tra loro anche i Comites in Svizzera.                                                                 

                                                                                                                                                             Michele Schiavone

                                                                                                                                                             Segretario del CGIE

 

PROGETTO LEGALITA’

Un contributo della comunità italiana in Svizzera alla prevenzione e all’educazione alla legalità delle giovani generazioni.

Progetto promosso dai Comites di Basilea, Berna-Neuchâtel, Zurigo, in collaborazione con:

Ambasciata d’Italia in Svizzera, Consiglio Generale  degli Italiani all’Estero, Direzioni didattiche delle tre circoscrizioni consolari, Enti gestori corsi di lingua e cultura italiana (Casci, Casli, Cipe, Ecap, Enaip, Fopras, LCI), Osservatorio sulla legalità della Regione Toscana, docenti dei corsi.  ( Commissione antimafia  Rosi Bindi ????????)

Durata: da ottobre 2017 a giugno 2018

Struttura del progetto: il progetto si compone di due parti, separate ma complementari, che includono iniziative rivolte a tutta la comunità  presente nei territori di pertinenza consolare ed altre rivolte agli studenti dei corsi di lingua e cultura italiana in tutta la Svizzera.

PRIMA PARTE

Iniziative aperte a tutta la comunità in particolare agli alunni e agli studenti delle scuole dell’obbligo gestite dallo Stato italiano, dagli enti gestori e dai frequentanti i corsi curriculari di lingua italiana nella Confederazione elvetica

L’educazione alla legalità ha per oggetto la natura e la funzione delle regole nella vita sociale, i valori civili e la democrazia, l’esercizio dei diritti di cittadinanza. Per un adolescente riconoscere e accettare un mondo di regole è sempre un percorso difficile e faticoso. La società contemporanea non propone mediazioni simboliche credibili e coinvolgenti. I ragazzi si trovano sempre più spesso nell’impossibilità di avere delle figure di riferimento in grado di diventare modelli a cui potersi identificare. Tutto ciò aumenta la sensazione di smarrimento e solitudine;  provocando evidenti situazioni d’isolamento e una forte tendenza all’individualismo o alla devianza.

In un’ottica di reale prevenzione la scuola, deve aiutare i ragazzi ad assumersi delle responsabilità, ricordare loro che chi cresce ha diritto all’errore, ma anche alla correzione, sviluppare in loro la coscienza civile e la convinzione che la legalità conviene e che, laddove ci sono partecipazione, cittadinanza, diritti, regole, valori condivisi, non ci può essere criminalità. La legalità è un’opportunità in più per dare senso al loro futuro. Il numero degli studenti che frequentano i corsi di lingua e cultura italiana in Svizzera sono oltre 11’000 ai quali si aggiungono quelli delle scuole italo-svizzere, delle scuole paritarie italiane in Svizzera e delle scuole superiori aventi un’offerta linguistica italiana. Benché il progetto è rivolto in particolare a tutti gli utenti della Confederazione  elvetica, i proponenti non si esimano di coinvolgere gli studenti del canton Ticino e dell’area italofona del Grigioni.

Obiettivo Generale

Acquisire comportamenti personali, sociali e civili corretti per la realizzazione di una società migliore in tutti i suoi aspetti e saper comprendere l’ illegalità della mafia. La Confederazione svizzera negli ultimi decenni ha visto aumentare in maniera esponenziale la criminalità organizzata, che purtroppo è portata a fare proseliti. Da ciò nasce la proposta contenuta in questo progetto teso a educare alla legalità le giovani generazioni che crescono in Svizzera.

Obiettivi specifici

Capacità di socializzare: rispettare, accettare, capire l’altrui diversità.

Acquisizione e consolidamento di capacità trasversali: consapevolezza emotiva, autocontrollo, senso di responsabilità, accettazione di regole, ruoli e funzioni.

Maturazione di comportamenti consapevoli e responsabili. 

Inserimento attivo e consapevole nella società civile e nell’ambiente naturale.

Prevenire ogni forma di violenza ed illegalità dentro e fuori la scuola.

Metodologia per promuovere il progetto

Questionario sulla percezione del fenomeno della mafia, dell’antimafia e della legalità da diffondere in tutti i corsi di lingua e cultura italiana / Se fosse possibile anche nei corsi superiori delle scuole pubbliche o paritarie svizzere o italo-svizzere

Analisi dei bisogni

Lezioni frontali

Lavori di gruppo

Discussioni guidate

Strumenti didattici

Da decidere insieme ai dirigenti scolastici

Materiale video e didattico

Testi didattici di supporto

Stampa specialistica, quotidiani e riviste, foto, diapositive (materiale messo a disposizione da Franco La Torre e dall’osservatorio sulla legalità della Regione Toscana)

SECONDA PARTE

Iniziative rivolte agli studenti dei corsi di lingua e cultura italiana

Il progetto è rivolto ai giovani alunni e agli studenti, prevede iniziative pubbliche, mostre, proiezioni di film, concerti ed un concorso a premi, che tiene in considerazione la valutazione delle indicazioni e proposte dei giovani protagonisti chiamati a compilare un questionario ed una riflessione scritta sull’argomento. Le risultanze di questi documenti saranno pubblicate nei media online della rete diplomatica italiana in Svizzera, nei siti dei Comites, nei quotidiani e periodici di lingua italiana in Svizzera.

Preparazione didattica per gli insegnanti

*La Dott.ssa Marina Frigerio di Berna è disponibile ad animare 1 o 2 incontri di formazione per le insegnanti che vorranno dedicare delle lezioni alla tematica della legalità e dell’antimafia. La Dott.ssa Marina Frigerio ci invierà una proposta di formazione da discutere con i dirigenti scolastici.

Concorso aperto agli studenti dei corsi di lingua e cultura italiana e degli studenti italofoni

E’ previsto un concorso a premi tra tutti gli studenti dei corsi di lingua e cultura italiana, delle scuole pubbliche o paritarie.

La Premiazione avverrà a Zurigo nel mese di maggio/giugno 2018 alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia in Svizzera, Marco Del Panta. 

Appuntamenti

Le attività previste nel progetto si svolgeranno nelle aree metropolitane svizzere ed anche nelle aree periferiche affinché si possa raggiungere e sensibilizzare alla legalità il maggior numero possibili di studenti.

Settimana della lingua e della cultura italiana nel mondo

10, 11, 12 ottobre 2017: Durante la XVII edizione della settimana della promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo che ha come tema “L’italiano al cinema, l’italiano nel cinema” a Basilea, Berna e Zurigo, sono previste proiezioni del film “I 100 passi” del regista Marco Tullio Giordana, 2000.

10, 11, 12 novembre 2017: Giro di conferenze pubbliche in lingua italiana di Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, scrittore e storico, a Berna, Basilea e Zurigo.

20 gennaio 2018 : Incontro pubblico con il Presidente del Senato Sen. Pietro Giuseppe Grasso, e/o magistrato italiano antimafia

Febbraio-marzo 2018: Presentazione pubblica del libro  “Oltre i 100 passi”

sarà presente  l’autore Giovanni Impastato.

23, 24, 25 marzo 2018:  Basilea, Berna e Zurigo. Incontro con l’attore Alessandro Piavani, uno dei protagonisti della fiction televisiva “La mafia uccide solo d’estate”

Maggio 2018 Chiusura del progetto a Zurigo presente Franco La Torre e premiazione degli studenti che hanno partecipato al concorso nazionale. ”Vivere liberi senza pregiudizi e nella legalità”.

Sarà possibile gestire una mostra fotografica dedicata all’onorevole Pio La Torre, assassinato dalla mafia a Palermo il 30 aprile 1982. La mostra è messa a disposizione dal Centro Studi Pio La Torre (http://www.piolatorre.it/page/memoria-fotografica.asp). La mostra è stata presentata nel mese di gennaio 2017 alla camera dei Deputati alla presente del Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, potrebbe essere messa a disposizione delle associazioni italo-svizzere, delle scuole e organizzazioni che ne fanno richiesta. 

Informazione – Comunicazione

Agli inizi di ottobre 2017 il progetto sarà presentato durante una conferenza stampa nell’Ambasciata d’Italia a Berna (Evt Casa d’Italia) dai Comites di Basilea, Berna e Zurigo alla quale oltre ai giornalisti delle testate italo-svizzere, parteciperanno anche i giornalisti della Televisione della Svizzera Italiana.  Saranno presenti i parlamentari italiani residenti in Svizzera e quelli di origine italiana eletti al parlamento della Confederazione elvetica.

Il progetto sarà divulgato attraverso i siti dell’Ambasciata e dei Consolati italiani di Basilea, Berna e Zurigo, nei portali dei Comites delle stesse circoscrizioni consolari, i social, la stampa italiana e svizzera nelle lingue nazionali. 

Coperture delle spese

Il progetto prevede dei costi quantificati nella somma di 12’000 franchi svizzeri alla quale dovrebbero concorre gli organizzatori con una raccolta di fundraising, il ministero degli esteri con dei fondi dedicati e alcune istituzioni e fondazioni svizzere.

NB:

L’edizione 2017 della Settimana della Lingua italiana nel mondo sarà dedicata al tema “L’italiano al cinema, l’italiano nel cinema”: l’annuncio è stato dato da Vincenzo De Luca, Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, durante la Conferenza dei Direttori degli Istituti Italiani di Cultura nel mondo che si è svolta alla Farnesina.  Durante i lavori è stata presentata l’innovativa strategia di promozione integrata dell’Italia all’estero promossa dal ministero, “Vivere all’Italiana”. 

Link: http://www.esteri.it/mae/it/sala_stampa/archivionotizie/approfondimenti/conferenza-dei-direttori-degli.html

 

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