‘Siamo cresciuti a pane e Frizzi’, alla Rai l’ultimo saluto

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Gente comune e celebrita’ alla camera ardente del presentatore 

Centinaia di persone, fra gente comune e celebrita’, hanno reso l’ultimo saluto a Fabrizio Frizzi nella camera ardente allestita nella sede della Rai di Viale Mazzini. Per tutta la giornata c’e’ stato un flusso ininterrotto di visitatori, tanto che la chiusura e’ stata posticipata alle 19. ‘Siamo cresciuti a pane e Fabrizio Frizzi’, racconta un fan. Fra gli altri giunti a rendere omaggio alla salma, tantissimi colleghi, da Max Giusti ad Amadeus, da Marisa Laurito ad Enrico Brignano. Domani funerali nella Chiesa degli Artisti.  Tanta gente comune e tante celebrita’ per l’ultimo saluto, cosi’ come tante attestazioni di cordoglio dal mondo dello spettacolo, della politica e dello sport; e nei social l’abbraccio del suo pubblico. I funerali domani nella Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo.

Fabrizio Frizzi e’ tornato nella sua seconda grande casa, anzi nella “casa d’adozione”: la Rai. Il feretro del popolare conduttore deceduto prematuramente nella notte tra domenica e ieri e’ infatti nella sede di viale Mazzini, dove è stata allestita la camera ardente per accogliere il mesto e sentito omaggio dei tanti colleghi, dei tanti dipendenti del servizio pubblico radiotelevisivo e di quanti fanno parte di quel ‘popolo’ di spettatori che alimenta e tiene viva la tv, il pubblico anonimo, il pubblico che sta a casa e guarda i programmi. E che innumerevoli volte ha avuto, a distanza ma in modo partecipe, la compagnia di Fabrizio Frizzi, che pur scomparso a soli 60 anni e’ stato protagonista della tv italiana per quasi quaranta anni. In quell’edificio di viale Mazzini, Fabrizio ci e’ entrato innumerevoli volte, ha messo a punto piani e programmi con i vertici aziendali e di reti, avanzato proposte, lanciato idee, definito scalette. In una parola: e’ stato protagonista. L’omaggio del pubblico andra’ avanti ininterrottamente fino alle 18. I funerali si terranno domani alle 12 nella Chiesa degli Artisti, in piazza del Popolo.

Vincenzo Pellegrini, 48 anni, e’ stato il primo ad arrivare questa mattina in viale Mazzini dove e’ ospitata la camera ardente del celebre conduttore televisivo Fabrizio Frizzi, morto ieri a Roma. E’ arrivato alle 6 con in mano una grande foto che lo ritrae, bambino, accanto a un giovanissimo Frizzi: “Era il 1983 – ricorda Vincenzo, uno dei 1666 licenziati di Almaviva – e Fabrizio era all’inizio della sua carriera. In questa occasione stava premiando noi ragazzini al termine di una manifestazione sportiva svoltasi al San Giuseppe Calasanzio, la stessa scuola che lui aveva frequentato”.

Nella foto, Frizzi con i suoi tanti capelli ricci di ragazzo, firmava autografi appoggiandosi a un’autoradio. “Sono cresciuto a pane e Frizzi, tra ‘Il barattolo’ e ‘Tandem’, – dice ancora Vincenzo – e non l’ho mai considerato un personaggio famoso, era uno di noi. Oggi qui ci sono tutte queste persone perche’ lui era esattamente come loro e il testamento che ci ha lasciato e’ la sua semplicita’, la sua spontaneita’. In seguito l’ho incrociato piu’ volte, ho partecipato ad alcune sue trasmissioni anche come pubblico e, avendo seguito tutta la sua carriera, posso dire che era rimasto quella che gia’ era nella foto che conservo gelosamente, una persona semplice e sorridente. Ho iniziato a seguirlo che ero bambino e ho finito oggi che sono un uomo”. In fila insieme a lui, alcune centinaia di persone che ricordano sorridendo il conduttore: “sorridiamo anche oggi – dicono – perche’ Fabrizio sorrideva sempre e portava cosi’ l’allegria nelle nostre case”.

“Non riesco a dormire. Ma non scrivo niente, perché dovrei scrivere tutto. E il tutto, stanotte, preferisco, tenermelo dentro”. Sono le parole che l’ex moglie Rita Dalla Chiesa usa nella notte per ricordare, su Facebook, Fabrizio Frizzi, morto a 60 anni tra domenica e lunedì per un’emorragia cerebrale.Per tutto il giorno politici, vip dello spettacolo, giornalisti e personalità dell’economia si sono stretti intorno ai parenti nella camera ardente allestita nella sede Rai di viale Mazzini, dove Frizzi era di casa da 30 anni. Un fiume umano in fila, alcuni dalle prime luci dell’alba, per salutare uno dei volti più noti della tv italiana prima dei funerali, che si terranno domani alle 12, nella Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo. “La città gli ha riservato uno splendido saluto”, dice Roberto Giachetti, deputato Pd e in corsa alle ultime Comunali di Roma come candidato sindaco. Tutti, dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a Gianni Letta, al ministro Marianna Madia, a Luca Cordero di Montezemolo, al direttore di Repubblica Mario Calabresi, al presidente del Coni Giovanni Malagò hanno reso omaggio alla salma del conduttore.

Cordero di Montezemolo, presidente di Telethon, lo ricorda come testimonial della storica maratona per la ricerca sulle malattie rare, ma non solo: “Devo ringraziare Fabrizio, non solo come Telethon, che è stata la cosa più importante – 10 anni di grande impegno – ma lo devo ringraziare anche perché quando c’era una vittoria della Ferrari era il primo a telefonarmi per farmi i complimenti”. Sono arrivati Beppe e Rosario Fiorello, Giancarlo Leone, Tiberio Timperi, Flavio Insinna, Alessandro Haber, Lorenza Lei, Bianca Guaccero, Cristina Parodi, Riccardo Rossi, Stefano d’Orazio (dei Pooh), Giulio Scarpati, Max Giusti, Emilio Carelli, Bruno Vespa, che dice non non avere di lui “nessun ricordo senza sorriso”. Tra i politici ci sono anche Walter Veltroni, Maurizio Gasparri e Carla Ruocco. Viene avvistata pure Elisa Isoardi, compagna di Matteo Salvini e conduttrice proprio alla Rai.

E ancora: Giancarlo Leone, Andy Luotto, Francesca Fialdini, Marco Liorni, Manuela Aureli, Amedeo Goria, Mario Limongelli (industria discografica indipendente), Andrea Scrosati, Paola Perego, Amadeus, il maestro Pinuccio Pirazzoli, Paolo Belli, Kaspar Capparoni, Enrico Vaime, Sergio Friscia, Michela Miconi, Simona Agnes. Quindi Luca Zingaretti, il produttore Carlo degli Esposti, Riccardo Cucchi, Roberta Lanfranchi, Silvia Salemi, Manuela Villa, Enrico Brignano e Massimo Giletti. “La sua immagine televisiva – ha detto Giletti – era rispondente al suo modo di essere. Non l’ho mai visto nervoso o con atteggiamento sgarbato. Era sempre sereno, tranquillo, aveva una parola buona per tutti. Era un artigiano della tv. Mi ricordava Mike Bongiorno, non lasciava nulla al caso”.

Max Giusti tiene a far sapere che “era esattamente come sembrava in tv: una persona altruista, generosa, disponibile, educata, piena di valori”. Per la gente comune Frizzi era proprio uno di famiglia, ma lo era soprattutto per i colleghi: “Era come un parente per tutti noi” afferma Enrico Brignano. “Molti dicevano che non aveva carattere, ma quando ci fu da andare controccorrente nei confronti dell’azienda lo fece: mi viene in mente l’episodio della finalissima di ‘Scommettiamo che?’ dopo l’attentato a Falcone. La Rai si impuntò per farla andare in onda. In quell’occasione dimostrò un gran carattere”.

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