Via il tutor dalle autostrade, ‘il brevetto e’ stato copiato

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Societa’: ‘non sospendiamo il servizio’.La societa’ non cambia e lo sostituisce con un altro sistema

La Corte d’Appello di Roma ha disposto la rimozione e la distruzione dei sistemi tutor collocati lungo la rete autostradale, perche’ la Societa’ Autostrade avrebbe copiato il brevetto di una piccola ditta toscana, la Craft di Greve in Chianti (Firenze). In risposta, la Societa’ autostrade fa sapere che il Tutor sara’ immediatamente sostituito con un nuovo sistema diverso da quello attuale. La sentenza, inoltre, sara’ impugnata presso la Corte di Cassazione da Autostrade, ‘le cui ragioni sono state riconosciute fondate da 4 precedenti sentenze di merito in tutti i gradi di giudizio’.

“Il tutor non verra’ rimosso dalla rete di Autostrade per l’Italia, ma sara’ immediatamente sostituito con un nuovo sistema diverso da quello attuale”. E’ quanto precisa l’azienda dopo la decisione di oggi della Corte d’Appello di Roma, che ha stabilito che i tutor costituirebbero una forma di violazione del brevetto della Craft. La sentenza, si legge in una nota, “sara’ impugnata presso la Corte di Cassazione da Autostrade per l’Italia, le cui ragioni sono state riconosciute fondate da 4 precedenti sentenze di merito in tutti i gradi di giudizio. Tuttavia, per evitare che vengano annullati i benefici del tutor che ha ridotto del 70% il numero di morti sulla rete autostradale”, prosegue il comunicato, “Autostrade per l’Italia si fara’ carico della sanzione pecuniaria prevista per mantenere attivo il sistema attuale fino alla sostituzione integrale degli apparati con altro sistema di rilevazione della velocita’ media, che avverra’ entro tre settimane”. La decisione della Corte d’Appello di Roma, spiega ancora il comunicato, “riconosce che non c’e’ stato alcun arricchimento da parte di Autostrade per l’Italia, non avendo la concessionaria ottenuto alcun vantaggio economico dall’utilizzo del sistema che ha come unico obiettivo quello di tutelare la sicurezza dei clienti, ne’ alcun danno per Craft. Pertanto”, conclude Autostrade, “la sentenza di oggi non prevede alcun indennizzo a beneficio di Craft per l’utilizzo del sistema”.

La causa promossa da Craft, per il riconoscimento di contraffazione di brevetto di invenzione industriale da parte di Autostrade, era iniziata nel 2006, con una richiesta danni all’epoca pari a 1,8 milioni di euro. Il tribunale di Roma nel 2009 e poi la Corte d’appello della capitale nel 2012 avevano pero’ dato torto alla ditta toscana, non ravvisando un’identita’ totale o parziale tra il sistema inventato da Craft, con brevetto registrato nel 1999, e quello Sicv, ovvero il tutor installato sulla rete autostradale. La Cassazione tre anni fa ha annullato la sentenza del 2012 rinviando la causa alla corte d’appello romana che ha poi deciso in favore di Craft, “definitivamente pronunciando” si legge in sentenza. Per i giudici “non appare discutibile la contraffazione per equivalenza dell’anteriorita’ Craft da parte del sistema utilizzato da Autostrade”. “L’idea inventiva” dell’azienda toscana, costituita “dall’accertamento della velocita’ media mantenuta da un veicolo, identificato tramite la targa posteriore, per mezzo di sensori di rilevamento posizionati su una porta di entrata e una porta di uscita con collegamento ed elaborazione elettronica dei dati rilevati”, e’ “pedissequamente riprodotta”. I giudici non riconoscono alcun “apporto creativo originale” alla sostituzione effettuata da Autostrade nel 2003 del sistema di rilevamento, da quello ottico previsto dal brevetto toscano a quello per mezzo di spire virtuali. Per la corte e’ una sostituzione che “appare banale e priva di originalita’”. Per questo ha dichiarato che il tutor “costituisce contraffazione” del brevetto Craft, inibendo ad Autostrade commercializzazione, fabbricazione e utilizzo del sistema e ordinando la rimozione delle attrezzature esistenti. Fissato poi per ogni giorno di ritardo nell’osservanza dell’inibitoria il pagamento di 500 euro a titolo di sanzione civile in favore di Craft. A quest’ultima la corte non ha invece riconosciuto danni patrimoniali: la domanda di risarcimento non ha “soddisfatto l’onere della prova sul quantum” ne’ puo’ trovare accoglimento per mezzo della restituzione degli utili in quanto l’uso del tutor non li comporta per il gestore della strada. Autostrade dovra’ invece pagare le spese legali.

La Polizia di Stato è grata ad Autostrade per l´Italia per la decisione di non rimuovere il tutor dalla rete autostradale in concessione, a seguito della sentenza odierna della Corte di Appello di Roma. È la concreta testimonianza di quanto la sicurezza stradale e la riduzione delle vittime per incidente stia a cuore alla Concessionaria autostradale. Il tutor, infatti, rappresenta uno dei migliori strumenti per garantire la sicurezza stradale e l´incolumità dei conducenti. Il sistema è particolarmente efficace nel modificare i comportamenti di guida scorretti perché sanziona la violazione del superamento della velocità media e non di quella istantanea e, quindi, non punisce occasionali eccessi del limite di velocità. È per questi motivi che ringraziamo ancora la società per la scelta di procedere al pagamento della penale, pur di mantenere in “vita” il tutor, proseguendo nell´opera di riduzione delle vittime in autostrada, in attesa dell´istallazione del nuovo sistema.

“Soddisfatto” dopo un lungo contenzioso giudiziario iniziato nel 2006, ma che affonda le sue radici in anni precedenti: questo il sentimento di Romolo Donnini, ex tecnico della Galileo e titolare dell’azienda Craft di Greve in Chianti, che rimanda ai prossimi giorni i commenti nel merito della sentenza della Corte d’Appello di Roma che ha condannato Autostrade per l’Italia, riconosciuta colpevole di aver violato un brevetto del 1999 della stessa Craft per realizzare i Tutor installati sulla rete autostradale italiana. Dopo aver brevettato l’idea di un nuovo apparecchio (brevetto depositato con il numero 013.10318) chiamato Sicve, Donnini nel 2000 la presento’ ad Autostrade senza successo: tuttavia, dopo l’apparire del Tutor nel 2004, il titolare della Craft si rivolse alla giustizia lamentando di essere stato ‘copiato’. Nel 2015 il contenzioso e’ approdato alla Corte di Cassazione, che ha disposto un nuovo processo, sfociato nella sentenza della Corte d’Appello di Roma, e che dovrebbe vedere un ultimo step ancora in Cassazione, per l’impugnazione annunciata da Autostrade.

 

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