Senza governo stiamo meglio? I numeri dicono di sì

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I dati economici dicono che, in attesa della formazione di un governo, migliorano consumi e potere d’acquisto, cala la disoccupazione e cala il disagio sociale

Non sarà che si sta meglio senza governo? Dopo le esperienze di Belgio e Spagna, rimaste prive di esecutivo per mesi in attesa che si combinassero le dinamiche politiche interne eppure tutt’altro che esposte a tempeste sociali o economiche, anche l’Italia fa registrare numeri incoraggianti mentre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella cerca di capire come risolvere il rebus di elezioni Politiche che hanno dato vincitori non in grado di governare da soli.

Peraltro, indiscrezioni da ambienti politici lasciano intendere che Mattarella non abbia alcuna fretta di forzare la situazione, lasciando che i partiti tentino tutte le strade possibili prima di prendere in mano la situazione con un ‘governo del presidente’. Chissà che a supportare questa sua posizione non siano anche gli indicatori economici.

DATI ECONOMICI – Quelli pubblicati nella nota mensile dell’Istituto di statistica restituiscono una fotografia del paese tutt’altro che drammatica: a gennaio, l’indice della produzione industriale ha registrato un calo, è vero, ma nel trimestre la variazione è positiva dell’1%. Anche il fatturato è cresciuto del 2,1%, con una crescita delle vendite sul mercato interno più dinamica di quelle sui mercati esteri (rispettivamente +2,3% e +1,8%). Nello stesso periodo sono migliorati pure gli ordini: +1,7%. A febbraio, inoltre, la disoccupazione è scesa al 10,9%, ai minimi dall’agosto 2012.

CONSUMI – Segnali di vitalità anche sul fronte consumi, vero spauracchio dell’Ue nel tentativo di rialzare l’inflazione. Nel quarto trimestre la variazione congiunturale è stata dello 0,5% rispetto ai due trimestri precedenti. La crescita del reddito disponibili è stata più sostenuta (+0,6%) rispetto a quella dei consumi finali. L’indice dei prezzi al consumo a marzo ha mostrato un profilo di crescita riportandosi allo 0,9%, sui ritmi del trimestre novembre-gennaio.

A marzo, si legge nel report, la spinta ha registrato “una lieve flessione, rimanendo comunque su livelli elevati che suggeriscono il proseguimento della fase di crescita dell’ economia”. Come dimostra l’ indicatore anticipatore, che “si mantiene sui livelli massimi del periodo”. Insomma, per il governo fate pure con calma.

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