Bari si colora di poesia con “millelibri”

Teocrazia e Cristianità oltre Tevere

Di

”Intervista millelibri- Serena Di Lecce

A Bari è nato un “regno” in cui potersi rilassare avventurandosi nello straordinario mondo della poesia scoprendo libri rari e una vasta scelta di autori. Vi sto parlando di Millelibri, libreria specializzata in poesia non molto lontana dal centro della città, di cui ho appreso l’esistenza sul web.

Millelibri somiglia al salotto di un piccolo ma accogliente appartamento, con luci calde, tappeti e comode poltrone. A rendere questo posto ancora più accogliente e “intimo” ci pensa la sensibilità e la verve artistica di Serena Di Lecce, la 33enne barese appassionata di poesia che lo ha fondato. E’ una ragazza che crede in questo progetto. La sua motivazione, la sua grinta e il suo entusiasmo emergono da come ci parla del mondo dei libri e della poesia. Non è persona che si è improvvisata nel suo mestiere perché lei è cresciuta leggendo e scrivendo poesie. E’ da ammirare il coraggio di aver concretizzato il suo “sogno nel cassetto” in questo periodo storico di crisi.

Con molta gentilezza e diponibilità Serena ha accettato di fare la seguente chiacchierata con me parlando della sua grande passione e di questa nuova avventura professionale.

1)Ci racconti come è nata l’idea di aprire una libreria specializzata in poesia a Bari…

È un’idea che avevo in mente da tanti anni, perché sono appassionata di libri e di poesia. A un certo punto ho finalmente deciso che fosse arrivato il momento di provare a realizzarla concretamente.

2) Che valore ha per lei la poesia nel mondo contemporaneo e quale funzione ha?

Secondo me ha lo stesso valore e la stessa funzione che probabilmente ha sempre avuto nel corso dei millenni. È un modo di usare il linguaggio, di riformularne le regole per aprire spazi di espressione (e forse di comprensione) che non trovano luogo nelle funzioni “economiche” della grammatica, quelle di cui ci serviamo per esempio nella comunicazione quotidiana. Abbiamo sempre avuto bisogno di dire e ascoltare qualcos’altro, oppure in un altro modo, per entrare diversamente nel cuore delle cose. Così abbiamo bisogno di scorgerle da un’altra angolatura. Di fissarle grazie alla sintesi di un’immagine potente. O, ancora, di poterle cantare, tenerle a mente per sempre grazie alla capacità di alcuni versi di rendersi memorabili. Niente di nuovo, insomma, sebbene spesso ci raccontiamo che noi contemporanei saremmo così diversi da nostri antenati anche molto prossimi. È una presunzione di eccezionalità che mi lascia perplessa.

3) Baudelaire nella sua famosa lirica intitolata “L’albatro” contenuta nella raccolta  “I fiori del male” affermava che il poeta è come l’albatro, capace di volare alto rispetto agli altri uccelli e di sfuggire ai marinai (la gente comune) che lo deridono. Per te chi è il poeta? Quale metafora utilizzeresti per definirlo e perché?

Devo confessarti una cosa: faccio molta fatica a definire in un’immagine ciò che dovrebbe essere un poeta o una poeta. Forse perché i poeti mi sono sempre interessati meno delle loro poesie, lo ammetto. O forse perché ne conosco di persona, il che mi porta a ridimensionare molto l’idea che si tratti di individui così diversi da tutti gli altri. Diciamo che chi raccoglie i segni sparsi (o nascosti) nella realtà ed è teso verso l’altro in uno sforzo di restituzione verbale che genera una nuova esperienza conoscitiva, più complessa e diffusa, mi richiama più l’immagine di un’antenna o di un decoder, meno quella di un maestoso albatro. Quindi, dato che per fortuna esistono i poeti, forse è meglio tenerci strette all’immagine proposta da Baudelaire.

4) Ho letto in una sua recente intervista che anche lei scrive poesie? Che tematiche affronta in esse?

Scrivo di qualsiasi cosa mi interessi. Ma, a differenza di poeti e poete, non scrivo nulla di cui non si possa fare benissimo a meno.

5)Quale libro consiglierebbe a chi si avvicina al mondo della poesia?

È una domanda difficilissima, e immaginerai sicuramente che non è possibile dare una risposta netta. Prima di consigliare un libro uso generalmente parlare con la persona a cui sto rivolgendo il mio suggerimento: non c’è un libro valido per tutti, per cominciare. La scelta dipende da molti fattori come quello anagrafico, per esempio. Come primo approccio alla poesia tendo a consigliare autori o autrici contemporanee, e cerco di indovinare delle affinità tra persona e libro. Questo perché credo che possa essere utile avvicinarsi alla poesia per la prima volta superando il pregiudizio che si tratti di un linguaggio lontano, da parafrasare e dunque tradurre. Poi, dopo aver instaurato un’abitudine ai meccanismi della poesia, va da sé la ricerca di qualcos’altro, di altri modi e altri mondi. Questo almeno secondo me.

6) Millelibri sarà nei prossimi mesi la sede di vari eventi culturali e presentazioni di libri… qual è il poeta del passato che avresti voluto ospitare in questa libreria e perché?

Vorrei nominarne almeno due (ma sarebbero infiniti). Una è Amelia Rosselli, verso la quale ho un debito personale. Un altro è l’immenso Vittorio Bodini, che mi sarebbe tanto piaciuto sentir parlare. Per fortuna posso ospitare i loro libri, che consentono pur sempre una forma molto intima di incontro.

7)Perché il lettore de Il Corriere Nazionale.net dovrebbe fare una visita alla tua libreria?

Soprattutto per trascorrere qualche attimo di serenità, a contatto con i libri e con gli universi che contengono.

8)Aprire un’attività non è semplice al giorno d’oggi. Che consigli darebbe ad un giovane che vorrebbe intraprendere una vita professionale in ambito artistico e culturale?

Ho solo 33 anni, quindi non mi sento in grado di elargire consigli. Però condivido volentieri con voi l’idea di fondo che ha reso possibile Millelibri: cercare sempre di fare bene ciò che più si ama è il modo migliore per dare il proprio contributo alla società. Non lasciamo ad altri o ad altro tutta la liberta di decidere per la nostra vita. Compatibilmente con le nostre possibilità, anche piccole, in ambito artistico o professionale, possiamo provare a uscire dal corso predefinito, fare tutt’altro.

9)Progetti futuri di Millelibri e Serena di Lecce….

Millelibri, dal punto di vista lavorativo, era il mio grande sogno nel cassetto. Non posso desiderare cosa più bella per me: quindi desidero un consolidamento di questa esperienza, che vorrei avesse una lunghissima vita. Ma il futuro per me non coincide mai con l’idea dell’appagamento professionale: la vita è una cosa molto più complessa, per fortuna. Ho una famiglia che amo, una bambina meravigliosa, degli amici sacri: spero che il futuro ci porti a stare sempre più vicini condividendo le grandi passioni, e che si possa fare tutti insieme qualcosa di buono per gli altri.

Mariangela Cutrone

 

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