E’ insensato, almeno secondo noi, fare delle previsioni sul futuro del Bel Paese a medio termine. Indubbiamente, la situazione, definita “preoccupante”, resta tale. I problemi del Paese non sono solo politici. Saranno, quindi, ancora gli italiani a provvedere alla “salvezza” nazionale. Accanto al degrado economico, ci impressiona l’incertezza politica del Paese.
La stretta economica non s’è allentata. Le stesse Forze Sociali non hanno ancora assunto una linea d’intervento univoca. Segno, evidente, di perplessità. I prezzi non calano e, indipendentemente dalle motivazioni, i consumi continuano a contrarsi. Dal giorno delle elezioni politiche, l’incertezza diventata consuetudine. Però, azioni e reazioni sono evidenti. Da alcune nostre proiezioni, in ogni modo verificabili, le difficoltà nelle quali si trovano le piccole e medie imprese potrebbero raggiungere, se la tendenza resterà l’attuale, la fase critica di non ritorno entro il secondo semestre dell’anno in corso. Lo scetticismo ha lasciato spazio al realismo. La disoccupazione, di conseguenza, potrebbe non calare. Nella vita quotidiana, i segnali della recessione si notano nella contrazione delle spese. Non resta che andare avanti sul fronte dei sacrifici.
Sempre che si riesca a motivarli e sopportarli. L’importante è che non siano a fondo perduto. Attenzione, però, a non tirare troppo la corda: il futuro d’Italia potrebbe risentirne e il varo del prossimo Esecutivo ne seguirebbe le sorti. L’approvazione della nuova Legge Elettorale ha complicato il panorama politico nazionale. Lo spazio per le congetture non servirà a riequilibrare la realtà italiana. Del resto, le congetture non hanno mai risolto i fatti che le hanno generate.
Giorgio Brignola