Il confronto

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Se ci sarà un Esecutivo del Presidente, l’Italia si troverà a una svolta. Forse, sono al tramonto anche alcuni presupposti politici che sembravano “inossidabili”. E’ inutile, se non dannoso, predicare bene e razzolare male. Le scelte restano difficoltose; anche perché c’è la preoccupazione, più che fondata, di non sostenere la posizione giusta. Il meccanismo elettorale del “Rosatellum” ha affossato ogni ragionevole confronto.

Anche se di precedenti degni di fede ancora non ce ne sono, l’unica protagonista degli eventi resta l’incertezza. Le attese sono ambigue. Il fatto che sia aumentato il tono polemico dei partiti, non deve trarci in fallo. Date le difficoltà su tutto il fronte socio/politico, si preferisce interessarsi alle strategie degli altri. Un Esecutivo “tecnico”, a ben osservare, non ci assicurerà da un declino anche a livello comunitario. Per scriverla tutta, nella Penisola non si respira per nulla l’aria di ”fine”crisi. Anzi. Ma è ancora tutto troppo indistinto per azzardare delle previsioni. Certo è che i partiti rappresentati in Parlamento avranno l’ultima, e definitiva, parola.

Però, è importante sapere come sarà gestito il Paese sino a nuove elezioni con una legge che non sia un “minestrone” politico. Tenuto conto della necessità di un Esecutivo, anche se del Presidente, vedremo come reagiranno i partiti in Parlamento. Certo è che il quadro politico, a questo punto, resta “bloccato” e le elezioni di marzo non sono servite a nulla se non a spendere capitali per un voto inutile. C’è, poi, da tener presente che anche Mattarella dovrà offrire delle garanzie dopo la promulgazione di una legge elettorale che poteva essere “perfezionata”.

Giorgio Brignola

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