Nel vocabolario di lingua italiana, alla parola “esperienza” si legge: “ stato dal quale è possibile ottenere anche un insegnamento”. Meglio, però, sarebbe scrivere che “l’esperienza” scaturisce da un insieme d’errori che dovrebbero consentire d’affrontare i problemi, soprattutto quelli politici, con maggiore oggettività.
Se il concetto, al quale ci riferiamo, si fermasse alla nozione che abbiamo riportato, l’esperienza resterebbe solo fine a se stessa e non consentirebbe di tentare, almeno, di variare, se non arricchire, uno stato di fatto non sempre condivisibile.
Con questa premessa, dalla quale non ci siamo mai discostati, tentiamo d’offrire una sintesi dello stato socio/politico italiano che, nonostante le tante promesse, resta confusa e priva, a nostro avviso, di concreti obiettivi da concretare.
Ora l’interrogativo è: ci sarà un esecutivo tecnico e poi, nuovamente, alle urne? Oppure i partiti troveranno un accordo per il varo di un esecutivo politico “imperfetto”? L’interrogativo è reale.
E’, però, prossimo il tempo dei cambiamenti. Soprattutto di quelli essenziali. Senza tener conto dei problemi figli di una legge elettorale che poteva essere emendata. Rinviare la questione politica al ”dopo”, per “tirare avanti” sino a fine d’anno con un governo d’emergenza ci sembra un’altra perdita di tempo e d’opportunità di ripresa per il paese. L’italia, oggi più che mai, ha bisogno di un esecutivo che abbia un sostegno parlamentare qualificato. Il resto, ovviamente, è figlio di una “fretta” dettata dall’“inesperienza”.
Giorgio Brignola