Premio di traduzione italo-tedesco: ecco i vincitori dell’edizione 2018

Arte, Cultura & Società

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Il 30 maggio 2018 il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, il Ministero Federale degli Affari Esteri e l’Incaricata del Governo della Repubblica Federale di Germania per la Cultura e i Media, in collaborazione con il Goethe-Institut e con il Centro per il libro e la lettura, conferiranno il Premio italo-tedesco per la traduzione letteraria, giunto quest’anno alla sua undicesima edizione.

Il premio si alterna tra l’Italia e la Germania. Quest’anno il riconoscimento va ai traduttori italiani. 

A vincere l’undicesima edizione del Premio sono:

Miglior traduzione: Donata Berra per “La guerra invernale in Tibet” di Friedrich Dürrenmatt (Adelphi Edizioni)

Premio esordienti: Daria Biagi per “Materia prima” di Jörg Fauser (L’Orma Editore).

La giuria composta da Hermann Dorowin (presidente), Andrea Casalegno (giornalista), Ugo Perone (filosofo), Cesare De Marchi (scrittore), Paola Capriolo (traduttrice), Marina Pugliano (traduttrice) e Maike Albath (presidente della giuria tedesca), ha così motivato le assegnazioni dei premi:

Per Donata Berra:

La guerra invernale nel Tibet, compreso fra i Materiali (“Stoffe”) di Friedrich Dürrenmatt, è uno dei testi più inquietanti e profetici del grande scrittore svizzero. Un racconto distopico, che si svolge su uno scenario post-atomico al termine della terza guerra mondiale, un conflitto trentennale in cui tutti combattono contro tutti, perché, come scopriremo alla fine, ognuno è nemico di se stesso. L’autore ci conduce nei cunicoli di un labirinto sotterraneo, popolato da mercenari ed emissari di un’oscura Amministrazione, e lo fa con una prosa asciutta, dura, precisa, a tratti grottesca, atta ad evocare l’atmosfera livida dell’ambientazione, e contemporaneamente a mantenere alta la tensione del lettore grazie ad un ritmo incalzante. Tradurre questo capolavoro, significava non solo individuare un lessico, anche fantascientifico e fantapolitico, adeguato alla descrizione di una realtà così peculiare, ma prima ancora, sentire quell’atmosfera e saper ascoltare il ritmo di quella prosa. Donata Berra ci riesce. Non cede mai alla tentazione di smussare, alleggerire, semplificare. Si attiene invece con grande rigore al dettato del testo, e anche quando è costretta a discostarsene, lo fa senza distruggere gli equilibri sottilissimi su cui si fondano le labirintiche geometrie di Dürrenmatt. E poi, Donata Berra è musicologa e scrive poesia, sa ascoltare, sa riconoscere il ritmo delle parole, sa come si cesella la frase (spesso per sottrazione), senza mai imporre la sua voce. La guerra invernale nel Tibet si inserisce in un più ampio progetto, da parte dell’editore Adelphi, di un’edizione dei testi di Dürrenmatt, improntata alla particolare qualità della traduzione e che la giuria, seppure in presenza di altre candidature di ottimo livello, ha deciso di premiare.

Donata Berra vince un premio di 10.000 Euro.

Per Daria Biagi:
Daria Biagi ha scelto, come suo esordio nel campo della traduzione di narrativa, un testo assai impegnativo: Materia prima (“Rohstoff”), il romanzo autobiografico di Jörg Fauser, uscito nel 1984 e considerato uno dei libri più rappresentativi di una letteratura underground tedesca. Nel narrare le esperienze vissute, negli anni Sessanta e Settanta, fra la scena dello spaccio di Istanbul e le case occupate degli anarchici di Berlino, fra incontri erotici, discussioni politiche e la ricerca dello “Stoff” (la “roba”, ma anche la vita in quanto “materia prima” imprescindibile della scrittura), Fauser crea un romanzo picaresco di grande autenticità. A livello linguistico, questo libro si basa su di un intreccio di gerghi, che Daria Biagi ha saputo captare con intelligenza, finezza e senso dell’umorismo. Così gli “Schnösel vom Dienst“ diventano „sbruffoni patentati“ e le terminologie dello sballo trovano il loro corrispettivo italiano: „Nembutal, zum Dämmern, und alle möglichen Weckamine, um in Fahrt zu kommen“ – „Nembutal per collassare e ogni anfetamina possibile e immaginabile per stare svegli e in botta”, e via dicendo. Questa coraggiosa proposta dell’editore L’Orma può dirsi particolarmente convincente, grazie alla traduzione, energica ma rispettosa, di Daria Biagi.

Daria Biagi vince un soggiorno-studio di quattro settimane presso il Literarisches Colloquium Berlin la prestigiosa accademia letteraria di Berlino affacciata sul Lago Wannsee.

La cerimonia di premiazione si terrà il 30 maggio alle ore 17:30 presso il MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, in via Guido Reni, 4/a, Roma. I premi saranno conferiti da Susanne Wasum-Rainer, Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania. La cerimonia vede inoltre la partecipazione del Presidente del MAXXI (Museo nazionale delle arti del XXI secolo) Giovanna Melandri, del Presidente del Centro per il Libro e la LetturaRomano Montroni, del Direttore del DGBID Paola Passarelli e della Direttrice Generale del Goethe-Institut in Italia Gabriele Kreuter-Lenz.
La laudatio è affidata a Hermann Dorowin; lectio magistralis di Ernesto Ferrero, scrittore e critico letterario (Direttore del Salone internazionale del libro di Torino fino al 2016).
I brani tratti dalle opere tradotte dai vincitori saranno letti dall’attrice Daniela Morozzi. Accompagnamento musicale della serata: Angelika Niescier, sassofono.

Donata Berra (1947) è nata a Milano, dove si è laureata in Lettere all’Università Statale con una tesi in Storia della Musica sul Wozzeck di Alban Berg. Nel 1974 si è trasferita in Svizzera, e dal 1981 al 2012 ha ricoperto l’incarico di docente per corsi di lingua e letteratura italiana all’Istituto di romanistica dell’Università di Berna, città in cui risiede ancora oggi. Nel corso della sua carriera si è dedicata alla traduzione letteraria, e ha tradotto dal tedesco all’italiano, oltre a numerose poesie pubblicate su riviste, opere di Hildesheimer, Merz, Dürrenmatt e Thomas Bernhard. Autrice anche di quattro raccolte di poesie, tra il 1993 e il 2001 a Donata Berra viene conferito il “Premio Schiller”, il “Literaturpreis des Kantons Bern” e la menzione d’onore del premio “Gottfried Keller” dalla Bodmer Stiftung di Zurigo.
Daria Biagi (1983) ha studiato lettere moderne a Bologna e a Francoforte. Dopo il dottorato in letterature comparate, è stata borsista presso il Literarisches Colloquium e la Freie Universität di Berlino. Dal 2013 vive e lavora a Roma, dove collabora al progetto di ricerca LT.it dedicato alle traduzioni dal tedesco nell’Italia nel Novecento. Ha tradotto racconti, fumetti e saggistica letteraria.

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