Un pugliese a Palazzo Chigi

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Un raggio di sole… almeno così sembra

Un pugliese a Palazzo Chigi (per giunta di un paesino del subappennino dauno praticamente fuori dal mondo) è una novità sensazionale. Una novità che fa invidia ai tanti che aspirerebbero qui in Puglia anche solo al posto di ministro e che da decenni lavorano (è un eufemismo) per questo e che si vedono scavalcati da un outsider privo di appoggi…

Solo Moro tra i pugliesi aveva ricoperto tale carica in tempi recenti e si è rivelato scomodo per i potenti di allora perchè aveva preconizzato troppo presto quella alleanza tra democristiani e sinistre che alcuni decenni dopo si sarebbe rivelata essenziale per la tenuta del sistema.

Oggi arriva un pugliese che, negli intendimenti, è ugualmente scomodo: sembra che sia visceralmente contrario alla dittatura della burocrazia. Sembra cioè che voglia combattere nientemeno che il braccio armato della vecchia politica e cioè l’esercito di dipendenti pubblici che sono al servizio delle leggi poste in essere dalla politica: i famigerati “percettori di tasse”. Per giunta è un civilista e quindi sa bene che la dittatura della burocrazia va combattuta perché è la più grave minaccia al diritto “giusto” e quindi alla democrazia che i padri del diritto già venti e più secoli fa avevano teorizzato. Burocrazia che quindi è la più grande alleata di coloro -i poteri forti- che sanno come districarsi nella montagna di leggi e leggine e che sanno come indurre la politica a legiferare in loro aiuto. Si sta per mettere mano al punto nodale che impedisce alla nostra società ed economia di crescere in modo giusto ed equo.

Quindi l’uomo giusto al momento giusto per riavviare uno sviluppo sano cioè fondato sul merito e sulla laboriosità.

Infatti immediatamente alcuni hanno cominciato a vendere titoli di stato italiani facendo salire lo spread; se i titoli italiani fossero detenuti dalle proverbiali innumerevoli vecchiette che hanno finanziato con i propri risparmi il debito italiano per decenni, difficilmente avremmo assistito alle code allo sportello per svendere i titoli. Ma siccome oggi sono i grandi gestori di capitali a detenere fette cospicue di titoli pubblici le loro vendite hanno modificato i corsi; sia che gli intenti siano stati finanziari che siano politici. È il frutto previsto e voluto dell’oligopolio finanziario così teneramente allevato e favorito dai governi del passato ventennio e che oggi si desta per proteggere con tutto il proprio peso sistemico i propri padrini politici.

Anche le polemiche sul curriculum sono un aspetto della stessa cosa; certamente la redazione di un curriculum non dovrebbe mai essere realizzata alla “romana” cioè enfatizzando aspetti secondari se non trascurabili, ma così fan tutti da sempre e tutti lo sanno e quindi anche il nostro conterraneo si è fatto trascinare dal modus operandi generalissimo instauratosi da decenni. Ma la rivolta delle Università di mezzo mondo non ci sarebbe stata come non vi è mai stata in passato se l’interessato fosse un allineato alla vecchia politica. Nessuno, per esempio, ha mai messo i puntini sulle “i” sul curriculum di Monti semplicemente perché la stessa Università evocata nel curriculum ha tutto l’interesse a dire di aver ospitato personaggio tanto illustre (anche se poi alla prova dei fatti le cose sono andate in maniera ben più miseranda).

Si è cioè creata spontaneamente la più totale convergenza autoreferenziale tra tutte le organizzazioni economiche, culturali, mediatiche organiche al vecchio sistema. “Questo pugliese non è dei nostri”, hanno pensato, e quindi tutti fanno a gara nel dire: “non lo conosciamo”.

Il Presidente Mattarella è anch’esso meridionale e anch’esso giurista quindi sa, fin nel proprio più intimo retropensiero, che alla fine non esiste maneggio che possa spuntarla sul diritto “giusto”. Un altro meridionale, il precedente Presidente, non era giurista ma era politico e quindi ha provato a forzare la legge più volte.. ma le cose non si sono sistemate! Quel fallimento conferma la correttezza di attenersi alle regole “giuste” della prassi di sempre e per sempre.

Quindi avremo un Primo Ministro pugliese e vedremo divenire verdi di invidia i notabili locali; ci attendiamo che sia coerente con i suoi propositi di sempre e cioè lo vedremo azzerare la burocrazia fiscale per le piccole imprese forfetizzando l’imposizione diretta; vedremo azzerare le incombenze burocratiche imposte a giovani e disoccupati al momento dell’avvio di una piccola impresa; vedremo trasformare gli attuali controllori (quelli che distribuiscono multe al loro passaggio pur essendo pagati con i danari delle imposte) in consiglieri per i piccoli imprenditori per favorirne la crescita e la conoscenza delle norme esistenti; vedremo liberalizzare il trasferimento dei titoli di credito (assegni, cambiali, titoli,…); ritorneremo a compilare la dichiarazione dei redditi senza dover sottostare ad un ragioniere;.. vedremo cioè la instaurazione di un modello collaborativo tra pagatori di tasse e percettori di tasse; modello che non ha alternative se si vuole che il gettito e il pil aumentino alimentati dalla maggiore occupazione e non dall’aumento del prezzo dell’energia o delle bollette o altre cose simili….

Quindi il primo raggio di sole; almeno così sembra.

                 Canio Trione  

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