Bari – Un’assemblea ad alta tensione

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Da essere una assemblea con il classico degli obiettivi, vale a dire quello del rinvio al giorno dopo, è diventata riunione una ad alta tensione per una società che, come noto, versa in cattive acque. E già perché l’un contro l’altro armati come in un film western di Sergio Leone, magari supportata da una colonna sonora di Ennio Morricone, Giancaspro e Paparesta, rispettivamente con le loro quote, han dato battaglia attorno al tavolo, insieme ai loro legali, con le intenzioni di far valere le proprie ragioni ed invece, praticamente, si è addivenuti solo ad un rinvio di quindici giorni, vale a dire proprio in concomitanza con le pericolose scadenze e adempimenti che ha la società, ovvero il pagamento della trance di contributi e oneri vari del trimestre marzo-maggio, e l’iscrizione al campionato. E questi due obiettivi, insieme a quello di rimpinguare le casse, al momento sitibonde, non sono stati onorati allontanando, si spera, l’incubo del (secondo) fallimento.
La perdita complessiva riscontrata dal Bari calcio nella gestione Giancaspro è molto vicina ai 18 milioni di Euro, dei quali molti ripianati dal Presiedente, dunque, l’attuale “buco” si aggira intorno ai 4,6 milioni di Euro. E per questo l’assemblea ha fissato un nuovo termine perentorio di 15 giorni per ricapitalizzarli. Ma lo scopo iniziale dell’assemblea, era quello di riportare la società al di sopra del capitale minimo legale, vale a dire 50 mila euro per le società di serie B, onorando l’articolo 2447 rispettivamente per le loro quote di appartenenza.
Ma, come anticipato, qui l’obiettivo principale, non onorato ieri sera, è quello di dare solidità alla società, dare ad essa quel minimo sindacale per potersi iscriversi al campionato e per coprire il capitale sociale senza dimenticarsi che ci sarebbe anche una squadra da allestire con qualche flebile speranza di raggiungere obiettivi minimi, giusto per non dimenticare che ci sono anche i tifosi, ormai stremati da anni di paura, di beffe e di mediocrità sulla cui pelle, spesso e volentieri, si gioca. Perché è pur vero che la società è privata e, come tale, ogni proprietario, sia esso Giancaspro, sia esso Paparesta, può farne ciò che vuole, ma esiste da sempre un macrocosmo di vita, di passione e di amore a cui dar conto perché senza di loro non ci sarebbero incassi, solidarietà, affetto e supporto.
E in questo impasse, in barba a fantomatici nomi venuti fuori dalla fantasia di qualche sprovveduto a cui, evidentemente, piace giocare col fuoco solo per ottenere un briciolo di visibilità, Giancaspro pare intenzionato, comunque, a coprire le spese necessarie per pagare i suddetti contributi e l’iscrizione al torneo, mentre  Paparesta, che ha chiesto di sottoscrivere l’aumento del capitale sociale, pare abbia da ridire sui conti in perdita che sarebbero di almeno tre milioni in più rispetto ai 4,8 descritti.  Insomma, una flebile fiammella che, si spera, almeno rimanga accesa in attesa di tempi migliori.
Nel frattempo si prova a dare una parvenza di continuità con qualche movimento societario, vale a dire quello di Grosso che pare ad un passo dall’Hellas dopo un accordo sulla “penale” da onorare, penale che prevede, molto probabilmente, il passaggio del buon Cisse’ in riva all’Adige e l’entrata di una somma vicina al milione che, di questi tempi grami, non può che portare nettare vitali alle casse di Via Torrebella. Ma le mosse si limitano solo a queste in quanto, finché non c’è chiarezza sia societaria che finanziaria, sarà pressoché impossibile per Sogliano iniziare la campagna trasferimenti.
Intanto le altre squadre concorrenti hanno già iniziato a muoversi, ed il rischio di vedersi materializzare un inizio stagione come quello di due anni fa, allorquando solo una settimana prima del ritiro fu allestita in fretta e furia una rosa, diventa concreto. Con tutti i rischi del caso.

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