Libri scolastici: concorrenza sleale nella GDO

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Il SIL Confesercenti scrive ai ministri Di Maio e Bussetti

“Riprendono, come ogni anno, campagne pubblicitarie della grande distribuzione sulla vendita dei testi scolastici nelle quali si offre un risparmio sull’acquisto dei libri attraverso l’erogazione di un buono sconto del 25% sul totale dei testi comprati da spendere per l’acquisto di beni in vendita all’interno dello stesso Supermercato. Tali iniziative sono state già più volte denunciate in tutte le sedi istituzionali e, in passato, hanno dato luogo anche ad iniziative di contrasto da parte di diversi parlamentari, nonché prese di posizione di alcune Regioni”.

Così SIL Confesercenti, in una lettera a firma della Presidente Cristina Giussani e del Vicepresidente Antonio Terzi, indirizzata al Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ed al Ministro della Pubblica Istruzione Marco Bussetti, denuncia la concorrenza sleale della GDO nei confronti delle librerie e cartolibrerie indipendenti.

“Ricordiamo – si legge nella lettera – che l’attuale legge sul prezzo dei libri vieta sconti superiori al 15% del prezzo di copertina. La grande distribuzione tutta ha aggirato questo dispositivo e con esso lo spirito della legge, e perfino la normativa sul sottocosto. Vengono offerti ai consumatori buoni spesa che arrivano anche al 35% del prezzo di copertina ottenendo di fatto lo stesso scopo. I nostri contatti ci dicono che queste operazioni generano ingenti perdite per la stessa grande distribuzione. I librai e i cartolibrai ottengono dagli editori una marginalità attorno al 15%: come potrebbero mai competere con proposte di questo tipo?”.

“Presso il MISE ed il MIUR – conclude il Sindacato Librai – giacciono da anni nostre richieste per una presa di posizione sul tema. Coscienti che il peso dell’istruzione sia divenuto gravoso per le famiglie, riteniamo non accettabile che attraverso queste operazioni si colpisca la rete distributiva di vicinato che non ne ha alcuna responsabilità e che nemmeno vede rispettata una normativa minima di tutela del settore”.

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