L’inconsapevole carità cristiana di Costanza Miriano

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Di norma, anche per evitare acidità di stomaco e conseguente ricorso a sodio alginato, non leggo gli scritti di Costanza Miriano. Questa volta però, poiché Alessandra Bialetti, giustamente indignata, ha riportato alcune righe della giornalista sul blog “Come Gesù”, ho letto. E temo che non sarà sufficiente sodio alginato e potassio bicarbonato, dovrò ricorrere all’esomeprazolo. Ecco che cosa scrive la giornalista: “Credo che una delle tantissime cose che viene tolta a quei poveri bambini che crescono con due uomini o due donne sia il diritto di odiare i genitori (più precisamente quelli che credono tali), il diritto di essere arrabbiati con loro.

Gli viene detto in così tanti modi – per esempio con i sindaci che posano sorridenti con la fascia tricolore – che la loro è una storia bellissima e fortunatissima, che poi, quando soffriranno come dei cani, dovranno per forza convincersi che è per colpa del mondo crudele. Chiunque conosce un minimo il cuore dei bambini sa che tenteranno in tutti i modi di giustificare i grandi che chiamano genitori. Tutti i bambini, anche quelli abusati, lo fanno. Se proprio dovete fare queste schifezze, sindaci, fatele lontano dalla luce dei riflettori, e senza pubblicare le foto di quei poveri bambini. lasciateli almeno liberi di elaborare il loro lutto”.

Parole traboccanti di carità cristiana. Inconsapevole, ovviamente.  Inconsapevole carità cristiana. La giornalista stabilisce che questi bimbi sono senz’altro da definirsi “poveri bimbi”. In realtà, andrebbe chiesto a loro se si sentono poveri. Io, ad esempio, ne conosco due bellissimi, intelligentissimi, allegrissimi, che non si sentono per niente poveri. Ma lasciamo stare le conoscenze personali, e andiamo avanti. La giornalista stabilisce che agli sventurati bambini vengono tolte tantissime cose. Lontano dalla sua mente che non si può togliere nessuna cosa che non si possieda o non si possa possedere. L’alternativa a dare  due mamme (una adottiva) o due papà (uno adottivo) ai bambini delle persone omosessuali, non è dargli una madre e un padre, bensì non concepirli, non farli nascere. Non gli viene tolto un bel nulla. Ma no, mi sbaglio: a questi sventurati viene preclusa la possibilità di odiare i genitori. Geniale! Ma la genialità è soprattutto nell’accostamento: i bambini delle coppie omosessuali e i bambini abusati. Qui la giornalista raggiunge il culmine della carità cristiana. Dà per scontato che i disgraziatissimi bambini delle coppie omosessuali debbano odiare i genitori, come dovrebbero i bambini abusati, e che soffriranno come cani.  Immagino debba aver letto “La rivolta del corpo. I danni di un’educazione violenta” di Alice Miller, e fatto un po’ di confusione. I bambini che nascono fortemente desiderati e crescono profondamente amati, non hanno motivo di odiare nessuno. Stendiamo un velo pietoso sui termini “schifezze” e “lutto”.

Renato Pierri

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