La Airbus minaccia di lasciare gb in caso di ‘hard brexit’

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Migliaia diposti di lavoro a rischio. May corre ai ripari

La Airbus potrebbe abbandonare il Regno Unito, con la perdita di 14mila posti di lavoro, se uscira’ dall’Ue senza un accordo. Il colosso aerospaziale europeo sottolinea che riesaminera’ i propri investimenti e la presenza di lungo periodo, se la Gran Bretagna uscira’ dal mercato unico e dall’unione doganale senza un accordo di transizione. Immediata la reazione del governo May, che liquida come irrealistica l’ipotesi: ‘Non ci aspettiamo che emerga uno scenario no deal’, ha detto un portavoce.

Il gruppo aerospaziale europeo Airbus potrebbe presto diventare la prima grande industria manifatturiera a lasciare la Gran Bretagna per timore della Brexit e soprattutto per l’incertezza sulle prospettive generate dallo stallo dei negoziati condotti in maniera ondivaga dal governo della premier britannica Theresa May sui futuri rapporti commerciali dopo il divorzio dall’Unione Europea, fissato al 29 marzo del 2019: lo scrive il quotidiano “The Times”, riferendo nell’articolo di apertura della sua prima pagina di oggi venerdi’ 22 giugno che Airbus sta per abbandonare il progetto di costruire le ali dei suoi aerei negli impianti nel Regno Unito, trasferendone invece la produzione in Cina, negli Stati Uniti oppure ancora in qualche altro paese europeo.

Le attivita’ del gigante aeronautico, ricorda il giornale, attualmente fruttano al fisco della Gran Bretagna tasse per 1,7 miliardi di sterline (1,94 miliardi di euro, ndr) e danno lavoro direttamente a 14 mila persone, circa 110 mila considerando l’indotto. Questa estate Airbus dovra’ prendere alcune cruciali decisioni di investimento che con ogni probabilita’, prevede il “Times”, saranno fortemente influenzate dalle preoccupazioni sulle certificazioni di sicurezza dell’Ue e dall’incertezza sui futuri controlli doganali: “In assenza di chiarezza”, ha detto al giornale il direttore delle operazioni di Airbus UK, Tom Williams, “dobbiamo considerare lo scenario peggiore e cominciare a farci i conti”.

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