Da troppi anni, il binomio Burocrazia e Stato è apparso inviolabile. Quasi una coppia di fattori essenziali per accordare l’attività della mastodontica macchina pubblica. Che, però, una volta in movimento, non si è rivelata di facile controllo. L’attuale Esecutivo sembra diversamente intenzionato. I tempi stanno mutando. Forse, ma questa è sola una nostra impressione, anche perché sono cambiati gli uomini al vertice della piramide burocratica e le alleanze di Governo.
Per noi, che siamo per la politica”faccia a faccia”, quando riusciremo a intravedere segnali meritevoli in tal senso, lo evidenzieremo a chiare lettere. Perché quando Burocrazia e Stato non viaggeranno più sullo stesso binario, i vantaggi potrebbero non mancare. Pure chi vive lontano dal Bel Paese chiede, e a ragione, delle strutture più dedicate.
I milioni d’italiani iscritti all’AIRE intendono avere rappresentanti capaci di prospettare al Potere Legislativo, indipendentemente dalla sua composizione, soluzioni ai loro problemi; piccoli o gradi che siano. Intanto, si dovrebbe mostrare l’impegno per trasferire ad altra struttura le mansioni del CGIE. L’era dei carrozzoni è finita. Già da prima delle esternazioni di Salvini e alleati. Se queste nostre considerazioni fossero, di fatto, valutate fare politica potrebbe dare inattesi risultati.
Abbandonati i “preamboli”, anche la situazione degli italiani nel mondo potrebbe essere accolto come una fisiologica conseguenza di quello nazionale. Con l’impegno di tutti e con tanto buon senso, l’altra Italia, proprio quella dei Migranti, sarebbe più nostra che per il passato. Con beneficio per tutti. Anche perché cambiare, è credibile.
Giorgio Brignola