L’etica si è persa per strada

Arte, Cultura & Società

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Nessuno rettifica, nessuno informa. Siamo in uno stato di perenne campagna elettorale, dove ogni testata cerca di tirare acqua al mulino dei candidati che supporta. E non esiste più una testata che non abbia preferenze politiche ben definite.

Tutto questo dovrebbe spaventarci, perché quello che emerge in questi incontri pubblici è come la gente non abbia nessuno strumento valido per districarsi nel mare magnum della disinformazione. Impossibile capire dove stiano i fatti quando nessuno li usa più come basi per i propri interventi.

Leggo post di politici che citano numeri a caso, senza fornire adeguati fonti, e ci rimango male. Un politico, una volta eletto, è un servitore dello Stato, non dovrebbe più essere di parte, ma servire il Paese e i cittadini in maniera trasparente.

Non lo fa nessuno.

È deprimente vedere come le cose stanno andando. La mia, la nostra, è una battaglia contro i mulini a vento, lo sapevamo fin dall’inizio. Ma pur consci della poca utilità di blog come BUTAC è importante non mollare. Perché ogni giorno che passa la situazione, invece che migliorare, peggiora. Nelle file di chi disinforma ci sono consulenti strategici pagati profumatamente, si studiano costantemente strade per migliorare il modo di fare comunicazione. Ma lo scopo continua a essere raccogliere consensi, non comunicare in maniera onesta.

Le armi usate sono svariate, e purtroppo chi disinforma ha un tornaconto importante che lo spinge a fare sempre meglio. Raggiungere certe vette disinformative porta bene a chi ha imparato come sfruttare le cose. Certe narrative, per merito di strateghi della comunicazione, trovano spazio in rete, bucando bolle, indignando su più livelli.

Vedo le vostre segnalazioni, ogni giorno.

Sono passati i tempi in cui c’era materiale medico, scientifico, curiosità storiche, fanta archeologia, ufo e complotti. Oggi siete tutti focalizzati sulla politica, e purtroppo tutti (noi inclusi) vittime di bias cognitivi e pregiudizi. Incessante bisogno di sentirsi dalla parte della ragione. Anche quando la ragione sarebbe solo cercare di restare corretti.

La rabbia che vedo mi spaventa. Vincitori che sembrano in costante bisogno di affermare la propria posizione. Perdenti che sembrano incapaci di reagire. Tutti legati dalla stessa necessità: aumentare la propria popolarità.

Ma non è questo che andrebbe fatto. Abbiamo finalmente un governo. Chi ha vinto oggi rappresenta tutto il Paese nell’amministrare la cosa pubblica. È pagato dalle tasse di tutti (quelli che le pagano). Deve amministrare non pensando alle prossime elezioni ma al bene del Paese intero. Chi ha perso, se ha rappresentanza in parlamento, deve far sentire la propria voce nelle aule deputate, fare vera e seria opposizione, basata su dati e fatti. Non ulteriore campagna elettorale, dando a intendere di essere comunque i migliori, perché i migliori le elezioni le avrebbero vinte.

maicolengel at butac punto it

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