Bari – E’ finita, il Bari lascia il professionismo

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Finisce qui la pagina in comune, finito il tempo d cantare insieme, il mondo si è fermato io adesso scendo qui prosegui tu ma non ti lascio sola”. Cantava Gino Paoli.

E’ finita. Da “è fatta” a “è finita”. Il passo è durato meno di 24 ore e non certo per colpa nostra perchè ieri alle 19,30 anche l’Ingegner Napoli aveva dato per conclusa la trattativa e noi, giornalisti, non abbiamo fatto che divulgare la notizia. Dramma sociologico a Bari. Il cuore del Bari è morto e le ultime drammatiche possibilità di rianimarlo sono venute pure meno. Il Bari d’ufficio retrocede nell’inferno dei dilettanti. La giornata più drammatica della ultra centenaria storia biancorossa.

Ieri intorno alle 19,30 la trattativa aveva preso una piega positiva quando il Dottor Radrizzani e l’Ingegner Napoli, ultimi imprenditori verso cui si erano riposte le ultime speranze, si erano sentiti con Giancaspro trovando l’accordo tanto da rendere, attraverso una intervista, ufficiale il buon esito della trattativa tanto che i soldi erano pronti ad essere versati.

Giancaspro con un comunicato stampa redatto ed inviato a mezzanotte e mezza spiegava che non sarebbe potuto andare alla riunione organizzata dal Sindaco Decaro che, seppur tardivamente, si è adoperato per una chiusura positiva della trattativa insieme all’Ingegner Napoli ma lo stesso Presidente si era detto indisponibile in quanto occupato a Roma per sbrigare gli ultimi adempimenti volti alla definizione dell’iscrizione e alla definizione della trattativa tanto che si era approntato persino il ricorso da parte dell’Avvocato Grassani, ricorso che, una volta definito il tutto, sarebbe stato inoltrato alle ore 19.

Nel primo pomeriggio il silenzio, un silenzio angosciante dovuto al fatto che i due imprenditori chiedevano intanto le dimissioni del socio di maggioranza Giancaspro, dimissioni avvenute anche se da ratificare a bonifico arrivato, quindi tempo per verificare ulteriormente le carte per vedere meglio la massa debitoria. Il tempo è passato inesorabilmente come la sabbia nella clessidra e nessuno dall’entourage da noi contattati dava segni di vita. Il sospetto che potesse saltare tutto si è fatto più concreto. Fino alle notizie pervenute dallo stesso entourage che chiudeva ogni fonte ottimistica a causa della elevata massa debitoria composta dai 18 milioni, i vari decreti ingiuntivi, un fallimento chiesto dalla Procura alle spalle e tanti altri impegni. Insomma un’operazione ad alto coefficiente di rischio da parte dei due imprenditori. E a margine della desolante notizia, dopo il naufragare della trattativa, saltato il Cda delle ore 16, è stato indetto quasi beffardamente, un CdA alle ore 18 che ha mantenuto flebile la speranza per un clamoroso ribaltamento. Ma si è trattato solo di un innocuo colpo di coda.

Finisce mestamente, dunque, il calcio professionistico a Bari a causa di una conduzione societaria scellerata composta da indubbi sacrifici da parte del Presidente rinchiuso, però, nel suo maniero di orgoglio per voler far tutto da solo, incapace di chiedere aiuto o di suonare il campanello di allarme per tempo, composta da situazioni poco chiare, dalla mancanza assoluta di comunicazione alle bugie raccontate alla tifoseria, dal “va tutto bene, nessun problema” e dal “Grosso rimane a Bari, state tranquilli” mentre il Bari affondava tra i debiti alla farsa della Tari non pagata, dall’attesa di un progetto industriale ancora da stilare dopo averne assicurato la stesura entro “un mese” all’insediamento, da un F24 grottesco, ad azioni ai limiti della tolleranza, fino alle cicliche ridicole minacce di denunce qua e là.

Da segnalare la partecipazione tiepida del tifo organizzato al di là di qualche tardivo, innocuo comunicato stampa, tifoseria – umiliata da precedenti avvenimenti – che con degli striscioni apparsi in città, hanno contestato la dirigenza dal momento che non hanno avuto il placet del Prefetto per una contestazione per strada.

Sarà dura da ripartire dai campi polverosi (o quasi) dei paesi di provincia dove si moltiplicheranno problemi di ordine pubblico vista le ridotte capienze dei campi sportivi, le esigue tribune e l’apporto maiuscolo della tifoseria barese che, sicuramente, si recherà in trasferta. Potrebbero sorgere antipatiche rivalità tipiche di questi casi. Oltre ovviamente all’umiliazione. Si spera, a questo punto, in un “lodo” particolare così da iniziare dalla serie C per meriti, bacino di utenza e blasone.

Si è permesso a troppa gente di mettere le mani sul Bari dopo le umiliazioni degli scorsi anni. Sarebbe ora che qualcuno attaccato veramente al Bari subentri prepotentemente al comando della società, qualcuno tipo l’ingegner Napoli, tifoso amareggiato barese che, a quanto pare, si è detto disponibile a prendere per mano la rinascente Bari.

E’ la sconfitta di tutti, dei tifosi, della stampa troppo attenta ai risultati sul campo e poco attenta alle dinamiche societarie, la sconfitta di una città ex locomotiva del sud, ex Milano della Puglia, ex città dalle mille risorse commerciali e straordinaria come aspetto ma capace sol di offrire polpi crudi, peroni ghiacciata e focaccia, un mantra tutto barese, con imprenditori timidi nell’investire ed incapaci di subentrare al timone della società come accade nelle altre realtà socialmente ed economicamente maggiori rispetto alla nostra, è la sconfitta della città che si è confermata una città di seconda fascia, ovvero una di quelle incapaci di supportare una squadra di calcio con le sue incapacità, i suoi rilassamenti, le sue contraddizioni con un ponte super moderno costruito ma con un Quartiere Libertà ed una periferia abbandonati da Dio e dagli uomini, periferia integrata anche da cinghiali, una realtà capace di amore ma anche capace di morte, una città che a questo punto merita di essere considerata calcisticamente da dilettanti. La mediocrità al potere ed il potere della mediocrità hanno stritolato il Bari e Bari. Chè questa cosa ci insegni di aver toccato il fondo così, grazie all’amore sano di tanti tifosi, si possa risalire al più presto, ma bisogna togliere quella crosta di marcio che circonda il Bari e fare affidamento su persone non speculatori e nemmeno su chi ha anteposto un proprio tornaconto o chi ha ambito solo al potere rispetto alle ragioni del cuore e del tifo. Via per sempre questa gentaglia dal Bari.

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