Migranti ed emicrania

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di Rododak
Lo storico ed etnologo Panagiotis Grigoriou sul suo blog Greekcrisis.fr continua la testimonianza desolata delle condizioni in cui versa oggi la Grecia, completamente abbandonata dall’attenzione dei media se non per rari richiami al presunto “risanamento” economico o al vacuo folklore di Tsipras che indossa una cravatta per celebrare la fine del programma di “salvataggio”. Insieme all’annichilimento economico, continua lo smantellamento della democrazia, con il Parlamento e i cittadini sempre meno coinvolti nelle scelte di un governo oggetto dell’ostilità crescente della popolazione.

di Panagiotis Grigoriou

Luglio e le sue temperature già piene. Navigando, a volte, si può incrociare incautamente la rotta di uno di quei giganti del mare aperto che trasportano le ultime paccottiglie del nostro basso mondo, mentre sulla terra, decisamente, è una cloaca. Sotto l’Acropoli, a parte i nostri animali randagi pienamente titolati a occupare il loro posto, se ne sono andati soltanto i temporali, mentre gli utili idioti che “governano” sono rimasti.

Alexis Tsipras mercoledì 4 luglio è andato a Salonicco per un incontro con i suoi omologhi, bulgaro, serbo e rumeno: tranne che per la prima volta in un’occasione di questo tipo l’incontro non si è tenuto in città, ma nell’albergo vicino all’aeroporto, per paura di affrontare l’ira dei manifestanti di Salonicco… molto agitati, bisogna dirlo. Tutti gli accessi all’hotel dall’aeroporto sono stati bloccati dalle forze dell’ordine… per proteggere il primo ministro più odiato in Grecia dal 1945. Tsipras, in Grecia giustamente considerato da tutti un traditore, in primo luogo nelle regioni settentrionali, l’Epiro, la Macedonia e la Tracia, non è mai uscito dall’albergo, tranne che per tornare ad Atene la sera stessa.

In questa Grecia settentrionale dopo l’accordo siglato tra la “Grecia” di Tsipras e la Repubblica Macedone del primo ministro Zoran Zaev gli eletti di SYRIZA vengono contestati e talvolta sono vicini ad essere aggrediti dai cittadini, non appena osano mostrarsi in pubblico, come è successo questa settimana a Kavala al deputato di SYRIZA Yórgos Papaphilippou … salvato per un soffio grazie alla sua valida scorta di polizia.

Quindi, l’ultima barzelletta del fantoccio Tsipras è che accoglierà in Grecia un buon numero di migranti che la Germania respingerà – dopo avere fatto la sua selezione e i suoi interessi, a scapito come sempre degli altri paesi della pseudounione europea. È stata Angela Merkel ad annunciare il suo accordo con il maggiordomo Tsipras, quest’ultimo non avrebbe neppure informato preliminarmente il “Parlamento” (quotidiano “Kathimeriní”, 4 luglio 2018). Di nuovo, dopo la vicenda macedone, Alexis Tsipras “decide” da solo, contro la stragrande maggioranza del popolo greco e contro l’interesse del paese.

Fino a quando?

Sulla questione macedone, il ministro Yórgos Katroúgalos (SYRIZA), intervistato al telefono da un giornalista della radio 90,1 FM, ha appena dichiarato che anche se la maggioranza dei cittadini è contraria alla politica dell’esecutivo sul dossier macedone “il governo non organizzerà un referendum, così come non ritiene neanche che la decisione debba essere convalidata dall’Assemblea a maggioranza ampia, vale a dire, approvata dai due terzi dei deputati. Perché è scontato che su questo genere di problematiche fortemente emotive non si devono porre le domande attraverso un referendum, non in questo momento e non su questo dossier, quando la gente non ragiona con una logica, come dire, fredda, ma è mossa soltanto dalla forza e dall’influenza della spinta emotiva “(trasmissione di Dimítris Takis, 3 luglio 2018, al minuto 40′ della registrazione disponibile sul sito della radio).

Si noti che Katroúgalos, stalinista in gioventù, poi del Pasok, soprattutto per un certo tempo consulente del governo di Yorgos Papandreou, influenzato come sappiamo dai … “taumaturghi” di Soros, è esattamente il ministro che ha proposto e perfino… dato il suo nome all’ultima legge che assassina le pensioni, e lo fa in modo automatico e permanente.

Come scrive altrove a modo suo Nicolas Bonnal, Katroúgalos appartiene a quella “destra neocon e libertaria guidata dai radical-chic (un lettore di Blondet parla di cloni: Tsipras, Macron, Sanchez o Casado, Trudeau, ecc), dalle femministe umanitarie – e senza figli – del tipo May o Merkel (sono di destra, no?) – destra che continuerà a rendere conto ai ragionieri della globalizzazione e a sacrificare un popolo distratto dallo smartphone o dalle partite di calcio. “

Lo schema, del tutto evidente, ormai è diventato un classico. Katroúgalos, Tsipras e compagnia, agitatori dal linguaggio storicamente di sinistra, che hanno sempre sostenuto di parlare a nome del popolo senza mai crederci davvero, sebbene fossero figure politiche di minoranza nella società reale (il partito SYRIZA prima della cosiddetta crisi greca aveva il 3% dei voti), arrivano al potere sostenuti dai globalizzatori e a forza di bugie, senza alcuna preoccupazione morale per l’interesse pubblico, né del Paese, né della nazione, per uccidere insieme, in fin dei conti, la loro sinistra, il popolo e il Paese. Vasto impegno…

Avvicinati e alla fine integrati dal sistema, tra gli altri da quello del finanziere Soros, applicano da brave marionette tutte le istruzioni del suo onnipresente programma che mira a smantellare i Paesi (già) appartenenti all’Europa, la loro cultura e la loro identità, per esempio esacerbando (o persino creando) le differenze etniche, come nel caso dell’ex Jugoslavia o della Siria, per esempio. E ora è il turno della Spagna, con l’istituzione del governo Sanchez, figlio spirituale di Soros, e della Grecia con Tsipras figlio… adottivo di Soros.

I mezzi scelti per questo scopo sono vari: austerità, ipertassazione, predazione degli immobili, distruzione del lavoro e del suo quadro giuridico conquistato in quasi due secoli di lotte sociali, infine il recupero di migranti da ogni dove, Germania inclusa, attraverso ONG che fanno affari molto succosi senza la minima legalità nel campo del (non) controllo delle frontiere, e inoltre senza mai sollevare la questione della scelta democratica da parte dei popoli interessati, sull’accogliere o meno un numero sempre crescente di migranti.

Così, come per altre realtà simili e implacabili, le argomentazioni (opposte al giornalista di 90.1 FM) del ministrattore Katroúgalos provengono dalla stessa imposizione elitaria e dalla stessa fede nel potere e nei privilegi delle élite, imposizione volutamente rinforzata con la disumanizzazione e la degradazione del… nemico, cioè del popolo. Poveri paesi dell’estremo, vecchio e nuovo mondo, e nel nostro caso della Grecia, povero paese di Epicuro, peraltro molto turistico!

Tuttavia, tutti in Grecia concordano sul fatto che sulla questione macedone, i… senza patria di SYRIZA hanno ampiamente sottovalutato la portata delle loro azioni, tanto quanto il carattere tettonico della reazione popolare che hanno provocato. I loro padroni, così come il gotha degli specialisti in meccanica sociale, avranno probabilmente suggerito loro che il crimine sarebbe passato quasi inosservato, dal momento che i greci, per la maggior parte, sono impegnati quotidianamente e, per dirla tutta, sopraffatti dai propri affari, che riguardano ormai la sopravvivenza.

Tuttavia, la stampa sta ancora facendo in parte il suo lavoro, quindi i greci, per esempio, oggi sono consapevoli che l’accordo Tsipras-Zaev già così non è in linea con la Convenzione di Vienna per quanto riguarda le condizioni preliminari e necessarie per la stesura e la realizzazione di un trattato internazionale tra due paesi. Questo perché, ad esempio, non è prevista alcuna possibilità di disimpegno in caso di mancata convalida dell’accordo da parte dei due parlamenti.

Inoltre, non sono rispettati neanche l’equilibrio e la simmetria nel processo di convalida dell’accordo nei due paesi. Da un lato, c’è la realtà del referendum sull’accordo che il governo di Skopje ha giustamente annunciato per il prossimo autunno, mentre allo stesso tempo da parte greca c’è il rifiuto del referendum in Grecia da parte dei criminali syrizisti.

Ancora, l’accordo, contrariamente alla prassi internazionale, non specifica i termini utilizzati: soprattutto quando si parla di “irredentismo da vietare in pubblico e in privato”, quest’ultimo termine (il suo contenuto) non è spiegato in alcun modo, se si tiene conto che l’irredentismo ufficiale (annessione di tutti i territori della Macedonia geografica) è formalmente nominato nella Costituzione della Repubblica macedone, nonché nei libri di testo scolastici del Paese. Infine, notiamo che il Comitato per la Difesa della Macedonia greca è ufficialmente chiamato anche “Comitato per la difesa della non modifica delle frontiere nei Balcani”, quindi è chiaro che non c’è nessuna rivendicazione territoriale da parte greca.

Allo stesso modo, questo accordo non prevede il ricorso automatico alla Corte internazionale di giustizia (ICJ) dell’Aia, nel caso in cui ci siano cambiamenti in futuro. Il che significa tra l’altro che, poiché il diritto alla libera espressione dell’opinione è protetto dalla Costituzione greca, il divieto di ciò che potrebbe essere definito irredentismo è un modo indiretto di cedere elementi di sovranità del Paese.

Per Alexis Tsipras alcune decisioni e riforme non sono popolari in Grecia, però ritiene che il governo debba… spingere verso il progressismo, questo è il significato della sua affermazione quando è stato intervistato dai giornalisti del Point. E nello stesso, nuovo ordine di idee, Dimítris Vitsas, ministro della (non) politica migratoria, ha appena dichiarato che 151 deputati (su un totale di 300) sono sufficienti per convalidare l’accordo macedone (quotidiano “Kathimeriní” , 5 luglio 2018).

In tutta evidenza, come il giornalista Lámbros Kalarrytis (insieme ai suoi ospiti) ha giustamente sottolineato alla radio 90,1 FM, “Tsipras sta regalando tutta la Grecia, che non è mai stata sua. I diritti dei greci, la sovranità, i confini, la patria. E quanto al programma elettorale presentato a Salonicco da Tsipras nel settembre 2014, non era stata fatta alcuna menzione della politica migratoria, e ancora meno della questione macedone “.

“Così Tsipras presenta il piccolo favore, per quanto squallido, concesso da Angela Merkel, che gli consente di ritardare solo di pochi mesi l’aumento dell’aliquota IVA applicata alle isole dell’Egeo orientale, legittimando l’accordo del suo “governo” con Berlino sul tema dell’accoglienza forzata – e indesiderata dalla grande maggioranza dei greci – dei migranti che la Germania respingerà” (trasmissione del 2 luglio 2018). In altre parole, il debito fortemente contestato ha imposto alla Grecia la politica imperiale di Berlino e degli avvoltoi internazionali, da cui è venuta la politica dell’austerità e l’aumento della tassazione. La politica economica della Grecia viene stabilita tra Berlino e Bruxelles.

“Quelli del governo evocano la presenza in Grecia di 58.000 migranti, una cifra completamente falsa, evidentemente. Ma il fatto è che in Grecia (dove, tra l’altro, migranti e rifugiati sono stati inizialmente accolti con grande umanità tra il 2014 e il 2015), abbiamo superato la soglia accettabile di fattibilità, sia dal punto di vista demografico, economico e culturale, sia dal punto di vista dell’accoglienza e sistemazione di popolazioni di questo tipo sul nostro territorio. La Germania, ancora una volta, esporta i suoi problemi contro la volontà, contro gli interessi e contro l’identità culturale in parte comune dei popoli europei “.

“La presenza massiccia di popolazioni a maggioranza musulmana non assimilabili, e l’abolizione delle frontiere significa di fatto l’eliminazione dei paesi interessati e allo stesso tempo della loro sovranità nazionale, tra le altre cose sotto la pressione delle ONG illegali, che praticano di fatto la tratta di esseri umani e il commercio umanitario. Ed è anche la fine dell’UE, perché molti paesi reagiscono – molto giustamente – a questa situazione, per difendere finalmente i loro interessi nazionali”.

“E questo quando centinaia di migliaia di musulmani si stabiliscono e si stabiliranno in Grecia, un Paese di dieci milioni di abitanti, dove 700.000 giovani greci hanno lasciato il paese, costretti a farlo dalla crisi e – per dire tutto apertamente – incitati dai globalizzatori. E ci sono più di un milione e mezzo di disoccupati nel Paese, ma l’intero sistema politico rimane indifferente al loro destino: noi viviamo ogni giorno il costante abbattimento dei genitori, perché praticamente tutte le famiglie greche sono interessate a questa forma di lutto “.

“E si osserva che in un momento in cui non ci sono più investimenti produttivi in Grecia, e per buone ragioni, si trovano sempre capitali per gonfiare il numero di effettivi delle ONG di Soros. Recentemente ho appreso che una sola ONG in Grecia impiega diverse centinaia di persone e che i Syrizisti piazzano i loro figli disoccupati in ONG di questo tipo. L’obiettivo, malamente dissimulato da SYRIZA, è quello di arrivare a concedere la nazionalità greca alle migliaia di migranti, per crearsi un consenso elettorale, dato che, avendo tradito il popolo greco, è definitivamente odiato dall’immensa maggioranza dei cittadini “, Lámbros Kalarrytis (e i suoi ospiti) alla radio 90,1 FM, 2 luglio 2018.

Nella terra dei fichi e dei gatti non succede nulla, tranne che il ciclo dell’esegesi ormai a quanto pare si è chiuso. Chiuso come la cravatta che si è messo Tsipras, chiuso come una corda stretta al collo del Paese. Il sistema politico, in gran parte eteronomo e mafioso, ha poi simulato un’ondata di attivismo. Panos Kammenos, ministrattore della Difesa, alleato di Tsipras e leader del partito dei Greci Indipendenti, attualmente in via di decomposizione, lunedì mattina ha dichiarato in una conferenza stampa che farà cadere il governo se l’accordo macedone non sarà approvato da 180 deputati oppure da un referendum. La sera stessa ha dichiarato in televisione che non lascerà il governo e che sosterrà Tsipras fino in fondo (stampa greca del 4 luglio 2018). Il potere rende ciechi… fino all’idiozia.

Allo stesso tempo, il partito terminale To Potami (“Il fiume”, ndT) di Stavros Theodorakis, un puro prodotto dei… creazionisti di Bruxelles e Berlino, munito del marchio di conformità alla linea Soros, ha lasciato la coalizione con i vecchi nepotisti storici delle macerie del PASOK. Ufficialmente, è per “servire il Paese e sostenere un futuro governo allo scopo di fare adottare l’accordo macedone”. Stávros Theodorakis ha anche commentato il suo incontro di questa settimana con il… proconsole Pierre Moscovici, riferendosi in particolare “alla possibilità di vedere in Grecia la formazione di un futuro governo più dinamico” .

Le marionette si agitano e i folli padroni del gioco preparano il nuovo spettacolo nel teatro delle operazioni. Ancora una volta, e come per caso, il leader di Nuova Democrazia, il tedesco-compatibile Kyriakos Mitsotakis, il favorito nei sondaggi… naturalmente, ha già utilizzato la sua mozione di censura contro il governo, come previsto inutilmente, ben consapevole che non potrà rifarlo nei prossimi sei mesi.

Allo stesso tempo, e dato che i neonazisti di Alba Dorata non svolgono più abbastanza il loro ruolo sia di spaventapasseri sia di ostacolo a qualsiasi resistenza patriottica organizzata nel paese reale, il sistema si appresta a creare nuovamente un falso partito della dignità e della resistenza, questa volta a destra, dopo avere adottato, come sappiamo… l’animale da compagnia politico SYRIZA. L’obiettivo è incanalare le scelte politiche dei greci, specialmente nel caso che gli attuali partiti pseudo-politici non bastino, come peraltro è già ampiamente dimostrato.

Ricapitoliamo, almeno per il momento. Il debito, la cosiddetta austerità, la Troika, l’indebolimento del Paese, la distruzione dei diritti dei lavoratori e dell’economia reale, la perdita della sovranità e il rischio demografico e di identità posto dalla questione migratoria: tutto questo forma un mix esplosivo.

Alexis Tsipras spingerà fino in fondo questa politica totalitaria plasmata nei laboratori del globalismo e dell’europeismo, dove d’altra parte beccano già da un po’ lui e i suoi amici dell’ultima mafia politica. In perfetto accordo con l’impresa Soros, “questo ragazzaccio che ha impoverito le persone in tutto il mondo con le sue macchinazioni finanziarie e che ha lavorato sodo per sconvolgere e distruggere culture e società locali, attraverso le iniziative della ‘Open Society’, la sua società di attivisti dai molti tentacoli”.

Così, come ha notato il giornalista Andreas Mazarakis nel suo programma radiofonico, Tsipras ha immediatamente concesso il nome di “Macedonia del Nord” ai vicini slavomacedoni della Repubblica di Macedonia, e come per caso gli Antifa di Atene (collegati come è noto a Soros), fanno appello, attraverso i loro manifesti, al cambiamento del nome della regione greca della Macedonia, in “Macedonia del Sud”, in aperta promozione dell’irredentismo di Skopje (allo stesso modo finanziato da Soros), che ha tra l’altro lo scopo di spezzare la Grecia (trasmissione del 4 luglio 2018, radio 90,1 FM). Contrariamente a quanto racconta Tsipras da due settimane, il suo accordo macedone non riappacifica le passioni balcaniche, esattamente al contrario mette in pericolo la già precaria situazione geopolitica nella regione.

Alexis Tsipras ha avviato una politica rinunciataria di impronta pericolosamente strategica in tutti i dossier di politica estera greca, in cambio di vantaggi penosi e peraltro effimeri in politica interna. Anche solo per questa ragione e per il tradimento del referendum con il suo putsch parlamentare del 2015, Alexis Tsipras dovrebbe prima o poi essere processato per alto tradimento.

Allo stesso tempo Tsipras impone tutta una serie di misure che facilitano l’installazione dei migranti, che il paese non desidera, in quanto non è in grado di integrarli, per di più trasformando alla fine molti territori greci in terre musulmane, che consentiranno, se il processo non viene fermato, di realizzare il sogno geopolitico della riconquista della Grecia cristiana (ad esempio quella delle isole greche del Mar Egeo) da parte di una Turchia islamizzata e neo-ottomana.

Già senza che se ne parli molto nei media, SYRIZA, questo “governo” dell’eutanasia nazionale e storica, insieme alle ONG, che sempre più spesso lo sostituiscono senza la minima legittimità democratica, sistema qua e là in tutta la Grecia continentale strutture di accoglienza per i migranti, con – lo si deve notare – la gentile partecipazione dei funzionari locali eletti, questi ultimi come sempre a caccia di affari succosi, e in queste faccende di soldi ne girano.

E quando i Greci, sopraffatti, chiedono con una certa razionalità perché questo Paese che lascia emigrare i suoi figli e che sta affondando dovrebbe essere costretto ad accogliere i migranti dalla Turchia e dalla Germania, in condizioni pietose, incentrate su una sostituzione parziale, ma consistente, della sua popolazione, la risposta dell’internazionale globalista (Europeisti, Syrizisti, Antifa e altri) rimastica la vecchia cannabis guasta del dirittiuniversalismo, dell’umanitarismo e del multiculturalismo in tutte le salse.

Il tutto contro l’opinione e la volontà dei cittadini, che sono gli unici che possono decidere legalmente e legittimamente del grado e del momento di apertura e chiusura del loro paese. Ma ormai in Grecia, dopo otto anni di “gestione” e mutazione, così come mutilazione troikana, tra umiliazioni e attacchi alla dignità del popolo greco e prima di tutto alla Costituzione del Paese, l’immigrazione di massa imposta dagli stessi centri di potere imperiale e dalla Turchia può solo provocare una ferita di più e di troppo al sentimento popolare della sovranità nazionale.

Ricordiamo anche ciò che sottolineava Cornelius Castoriadis (nel 1984) a proposito degli imperi coloniali, prendendo l’esempio della Nuova Caledonia: le “popolazioni immigrate minoritarie, che come sempre in questi casi sono più dalla parte del potere dominante (un po’ come gli indiani in Sud Africa); questi ultimi, in particolare, non hanno alcun desiderio che i Kanak stabiliscano un loro stato indipendente ” (Cornelius Castoriádis,”Thucydide, la force e le droit”).

Attualmente, i globalizzatori imperiali (la potenza dominante) che distruggono gli Stati e le nazioni in Europa e altrove stanno organizzando questa massificazione della presenza dei migranti sul suolo europeo, sapendo che i migranti (molto selettivamente musulmani) sono e saranno dalla loro parte. D’altra parte questi migranti, già sradicati (di solito da quegli stessi globalizzatori) condividono con gli europeisti (tra cui la classe politica del genere di SYRIZA, che ci instilla in testa le stupidaggini postmoderne) e con gli amministratori coloniali, lo stesso uso delle parole e… delle terre. Per gli uni e per gli altri i paesi europei non devono essere che dei semplici territori di sfruttamento e di conquista, dal basso come dall’alto, senza ovviamente condividere (quando non la osteggiano apertamente) né la storia, né la cultura e ancor meno le abitudini dei popoli europei, per il momento ancora in maggioranza a casa loro.

Da un altro punto di vista, questo è esattamente ciò che sostengono i leader politici della Turchia, apertamente e da molto tempo. “Il problema greco-turco sarà risolto dalla demografia”, così ha sostenuto Turgut Özal ai suoi tempi, prefigurando la corrente neo-ottomana di Ahmet Davutoglu, ripresa da Recep Tayyip Erdogan. Non è un caso che è proprio nelle isole greche, la cui popolazione è cristiana al 100% e che la Turchia rivendica apertamente, che i leader della Turchia e i loro contrabbandieri, comprese le ONG, facciano… pazientare tante migliaia di giovani musulmani, del resto sradicati e infelici.

E quando Tsipras e più in generale i Syrizisti… senza patria stimano che accordando massicciamente la concessione di nazionalità greca ai migranti rimpiazzeranno così gli elettori di cui sono e sempre più saranno privi, ebbene, si sbagliano. È uno degli assi centrali dell’attuale politica turca, esplicitamente descritto nel libro di punta di Ahmet Davutoglu , “Profondità strategica”.

Si tratta del rafforzamento del ruolo politico delle popolazioni musulmane in tutti i Balcani sotto il controllo della Turchia, tra le altre cose attraverso la creazione di partiti politici musulmani o turco-musulmani, ed è quello che si realizzerà in Grecia, come già in Bulgaria. Devo anche far notare ciò che pochi media ricordano, e non per caso. Il “governo” SYRIZA/ANEL conta una maggioranza di soli 152 deputati su 300 in totale nel Parlamento (145 Syriza e 7 ANEL ), ma due deputati di SYRIZA provengono dalla minoranza musulmana in Tracia, e quindi sono sufficientemente “confermati e supervisionati”da Ankara. È anche questa una… griglia di lettura possibile e parallela degli eventi in corso!

Si noti, inoltre, che ogni volta che il presidente Erdogan intavola trattative con gli europei, il flusso di migranti che entrano in Europa dalla Turchia si ferma per qualche ora, giusto per mostrare chi è in realtà il maestro del gioco geopolitico in corso.

Nella terra di Alexis Zorbas e del suo autore Nikos Kazantzakis , siamo nella cosiddetta stagione turistica e fiera di esserlo… ora che Airbnb finisce di distruggere ciò che restava delle realtà urbane equilibrate di Atene, dopo otto anni dalla cosiddetta crisi greca.

In questo mese di luglio le temperature sono già piene, il ciclo è chiuso e noi lo sappiamo. Tra la questione macedone, le bugie di Tsipras – Moscovici sulla situazione in Grecia, e, infine, il problema migratorio, che è principalmente geopolitico e solo in secondo luogo umanitario, nonostante la propaganda… la vera crisi greca è solo all’inizio. Il paese, la sua gente, il suo territorio sono in pericolo di morte.

Decisamente, sulla terra è una cloaca. Magra consolazione, sotto l’Acropoli, i nostri animali randagi sono sempre a pieno titolo al loro posto.

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