Perchè è grave la “Legge Nazionale” approvata in Israele

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Di Janiki Cingoli

Ciò che è più grave, nella “Legge nazionale” approvata dalla Knesset con una ristretta maggioranza, non è solo il suo carattere autocentrato solo sugli ebrei, o la sua sostanziale inutilità, dati i ripetuti riconoscimenti dell’ONU di Israele come Stato del Popolo ebraico. O l’esaltazione della politica degli insediamenti ebraici, “da consolidare e sviluppare”.

Il fatto che si riconosca il diritto all’autodeterminazione solo agli ebrei e non alle altre minoranze, quali l’arabo-palestinese e la drusa, è comprensibile, perché riconoscere tale diritto a tali minoranze significherebbe riconoscere il diritto al separatismo, che esse stesse non richiedono (altra questione ovviamente è il diritto aĺl’autideterminazione dei Palestinesi a costruire il loro Stato in Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est).

Ma la questione è che tali minoranze vengono semplicemente rimosse nella legge approvata, non sono neanche nominate, solo un articolo declassa la lingua araba da seconda lingua nazionale a “lingua speciale”. Ma uno Stato che vuole definirsi ebraico deve riconoscere l”identità collettiva delle sue minoranze e fornire loro garanzie e diritti positivi, come l’Italia fa con i Tedeschi in Alto Adige, in base all”articolo 6 della sua Costituzione.
Nella Legge approvata non vi è nulla dell’appello contenuto nella Dichiarazione di Indipendenza del ’48 agli arabi di Israele (che oggi rappresentano il 20% della popolazione israeliana) a “partecipare alla costruzione dello Stato sulla base di una piena e uguale cittadinanza e con la debita rappresentanza in tutte le sue… istituzioni”.

Non è sufficiente assicurare uguali diritti ai cittadini come singoli, su questa base le maggioranze, come in questo caso, possono opprimere o ignorare le minoranze. Le minoranze nazionali, etniche, linguistiche, religiose o di genere vanno riconosciute, tutelate e garantite con specifici provvedimenti positivi.

Per promuovere l’inclusione di rifugiati e migranti, facendo perno sulle Comunità di origine straniera, e per combattere i processi di radicalizzazione.

Per aiutare gli studenti delle scuole superiori a interfacciarsi con studenti del Sud Mediterraneo, imparando a conoscere l’Altro e attraverso di esso a comprendere meglio se stessi.

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