Il definitivo assalto alla finanza pubblica

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Dietro i fatti di Genova c’è dell’incredibile.

Il collasso del ponte Morandi ha scoperchiato una realtà oscura ai più ed assolutamente incredibile.

La concessione della gestione delle autostrade italiane (e non solo le autostrade, visto che queste società hanno fagocitato anche aeroporti e altro…) ai Benetton ha trasferito ad un privato un monopolio molto particolare perché essendo connesso alle autostrade non è temperabile con una pur minima concorrenza generando i profitti che naturalmente discendono da una condizione di maggior potere (appunto quello di monopolista) sui fruitori, consumatori e imprese; quindi un monopolio pubblico, (già in se ingiusto perché genererebbe a favore dello stato un profitto che lo stato non ha diritto di percepire se non per periodi brevi e per specifiche ragioni essendo ente pubblico) è stato sostituito con un monopolio privato ancora più ingiusto e per giunta avallato proprio dall’ente pubblico… senza che nessuno dei soloni della scienza economica (così proni a calcolare indici e statistiche puntualmente smentite dai fatti ma totalmente ignari di economia) se ne sia accorto.

I profitti di tali monopoli sono formati dalla sovrafatturazione dei servizi erogati; per esempio, nel caso Autostrade, i pedaggi riscossi non solo coprono le spese sostenute ma generano profitti dell’ordine di miliardi senza che il consumatore possa scegliere una strada alternativa più economica perché gestita in modo più sano. Pedaggi il cui livello poi è il frutto di una mediazione tra politici e gestori stessi (che potrebbero essere tra di loro collusi) e che decidono assieme senza contraddittorio dei danari di altri… mancano cioè i consumatori in questa trattativa… laddove dovrebbero essere solo loro a sedere a quel tavolo.

Ma oggi si scopre che dietro le sigle delle società quotate ci sono capitali stranieri. È assolutamente incredibile. La vecchia politica ha non solo svenduto una posizione “dominante” (e quindi strutturalmente di rilevanza pubblicistica) ad un privato che così diviene a tutti gli effetti un feudatario dei giorni nostri ma questo feudo viene affidato a capitali stranieri. Figuriamoci se costoro potevano avere un pensiero alla staticità di quel ponte e di tutti gli altri ponti o tunnel… al più chiamano un tecnico si fanno dare una perizia profumatamente pagata e se ne lavano le mani: oggi diranno che hanno fatto tutto quello che dovevano e che se qualcuno è responsabile è colui cui è stata affidata la cura del ponte e la sua manutenzione.

In un paese normale sarebbe già partito lo sciopero delle autostrade con una diserzione di massa dei caselli e invece seguiamo le stupidaggini che politici e affaristi (non si possono chiamare imprenditori) vecchi e nuovi ci propinano!!! laddove ormai siamo al disastro collettivo e permanente: tutto l’armamentario edilizio e infrastrutturale degli anni post bellici vanno rifatti e questi squali sono pronti a farlo…a spese di pantalone per lucrare anche sulle ristrutturazioni. E i politici pronti a dire che non “ci sono limiti di spesa” per questi scopi…e noi, specie meridionali, pronti a pagare e a fare nuovi debiti.

È veramente la fine della nostra economia e finanza. Non è caduto un ponte ma è la descrizione chiarissima della fase verso la quale stiamo andando di definitivo assalto alla diligenza pubblica.

 Canio Trione

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