Conte, al via la procedura di revoca concessione autostrade

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 “Oggi il Governo, tramite la competente Direzione del Ministero delle Infrastrutture, ha formalmente inoltrato a Autostrade per l’Italia la lettera di contestazione che avvia la procedura di caducazione della concessione. Il Governo contesta al concessionario che aveva l’obbligo di curare la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’autostrada A10, la grave sciagura che e’ conseguita al crollo del ponte”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte in un comunicato. In precedenza Salvini e Di Maio avevano insistito sulla revoca della concessione ad Autostrade.

Oggi il Governo, tramite la competente Direzione del Ministero delle Infrastrutture, ha formalmente inoltrato a ‘Autostrade per l’Italia’ la lettera di contestazione che avvia la procedura di caducazione della concessione. Il Governo contesta al concessionario che aveva l’obbligo di curare la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’autostrada A10, la grave sciagura che e’ conseguita al crollo del ponte”. Lo annuncia il premier Giuseppe Conte in una nota.   “Il concessionario avra’ facolta’ di far pervenire le proprie controdeduzioni entro 15 giorni, fermo restando che il disastro e’ un fatto oggettivo e inoppugnabile e che l’onere di prevenirlo era in capo al concessionario su cui gravavano gli obblighi di manutenzione e di custodia”, sottolinea il presidente del Consiglio. “Questa sciagura ci impone di adottare nuove iniziative, ben piu’ rigorose di quelle pensate dai Governi precedenti. Dobbiamo configurare una banca dati, a livello centrale- illustra CONTE- che possa acquisire tutte le informazioni riguardanti lo stato e la manutenzione di tutte le nostre infrastrutture. Per ogni infrastruttura dovremo avere certezza dell’intervento di manutenzione da ultimo adottato e di quelli programmati. Dovremo essere in condizione di poter operare tempestivamente nella segnalazione degli interventi di riammodernamento del nostro patrimonio infrastrutturale, graduandoli secondo un preciso ordine gerarchico di importanza e urgenza”.

Il premier CONTE spiega la strategia del governo: “Potenzieremo il servizio ispettivo che e’ istituito presso il Ministero delle Infrastrutture, in modo da assicurare una rigorosa e puntuale vigilanza sull’operato dei concessionari e sul rispetto dei vincoli che la legge e le convenzioni pongono a loro carico. A partire da settembre- prosegue- convocheremo tutti i concessionari delle infrastrutture, costringendoli a consegnarci un programma dettagliato degli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, con specifica quantificazione delle risorse destinate a questo scopo: li costringeremo a impegnarsi in un programma di riammodernamento delle infrastrutture destinando ad esso risorse piu’ proporzionate e adeguate agli utili che ne ricavano”. Il presidente del Consiglio sottolinea: “Purtroppo arriviamo al Governo un po’ tardi. Il processo di privatizzazioni che riguarda le nostre infrastrutture e’ stato avviato molti anni fa, secondo una logica che ha favorito la gestione finanziaria delle stesse e ha oscurato la logica industriale che invece dovrebbe caratterizzarle. Adesso ci ritroviamo con rapporti di concessione e contratti di servizio ormai in essere, alcuni dei quali scadono in un futuro non prossimo, e che contengono condizioni e clausole molto sbilanciate a favore dei concessionari”.

Questo Governo, conclude il premier Conte, “fara’ di tutto per rivedere integralmente il sistema delle concessioni e man mano che esse scadono ne approfittera’ per impostare queste operazioni sulla base di nuovi princi’pi e di piu’ soddisfacenti equilibri giuridico-economici”. Questo Governo “intende dare un segnale di svolta ben preciso: d’ora in avanti tutti i concessionari saranno vincolati a reinvestire buona parte degli utili nell’ammodernamento delle infrastrutture che hanno ricevuto in concessione, dovranno rispettare in modo piu’ stringente gli obblighi di manutenzione a loro carico e, piu’ in generale, dovranno comprendere che l’infrastruttura non e’ una rendita finanziaria, ma un bene pubblico che il Paese e, quindi, i cittadini sono disposti ad affidare alle loro cure solo a patto che il lucro che ne viene ricavato sia ampiamente compensato dalle garanzie di una ‘assoluta tutela e sicurezza’ delle vite degli utenti e di una ‘gestione realmente efficiente’ del servizio”.

 

 

 

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