Ritroviamoci

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Se fosse ragionevole azzardare delle previsioni sul futuro d’Italia e d’Europa, noi saremmo molto cauti. I motivi sono molteplici. Intanto, l’Unione Europea presenta ancora delle difformità socio/politiche che evidenziano, anche all’occhio più distratto, “diversità” comportamentali spesso dipendenti dall’importanza economica dei Paesi membri. Tra impegno concreto e buona volontà, c’è un abisso che non riteniamo colmabile in tempi ragionevolmente contenuti. L’Europa stellata non è ancora un’omogenea realtà; e non solo sotto il profilo politico.

I partiti sono differenti. Non tanto nel nome, quanto negli obiettivi da conseguire. Non sarebbe, però, corretto scrivere di un’UE di serie “A” e una di serie”B”. Ci sembra, invece, più appropriato prendere in esame, e paragonare, gli impegni e le mete proprie dei Paesi membri. Soprattutto di quelli che sono considerati gli Stati fondatori della grande Europa. Ciò premesso, si andrebbe a tracciare una “scaletta” dove l’Italia sarebbe lontana dalla”vetta”. Non perché peggiore di altri Stati, ma solo per l’incoerenza politica che s’è evidenziata in quest’ultimo biennio.

I partiti nazionali, soprattutto quelli di recente maggioranza, non hanno ancora trovato parametri di riscontro che ne favoriscano la collaborazione. Pur rimanendo, ovviamente, su posizioni non necessariamente “allineate” tra loro. Invece, si preferisce ancora tergiversare e gli efetti si vedono a tutto campo. Nella stessa Maggioranza, Di Maio e Salvini non sono in una posizione privilegiata, né riteniamo che lo saranno in futuro. Da subito, non ci siamo schierati perché intendevamo, come intendiamo, verificare ancora i risultati della politica non solo governativa, ma anche all’interno dei Partiti 5S e Lega. Da noi, la politica è tuttora un’incognita della quale c’è poco da fidarsi. L’esame degli eventi conferma, purtroppo, le nostre tesi.

Intanto, l’economia nazionale torna a segnare il passo. La scienza dei numeri non conforta la realtà dei fatti. Solo il buon senso potrebbe avere gioco. Ne siamo convinti. Ritrovando una linea operativa coesa e meno partigiana, anche l’Italia potrebbe essere in grado di recuperare la sua posizione in UE. La Penisola ha da ritrovare un equilibrio che tenga conto di un’evoluzione politica non prevista.

Giorgio Brignola

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