Migranti, Italia ed Europa in crisi sulla Diciotti

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C’é qualcosa che non va sulla Diciotti, la Nave della Guardia Costiera Italiana ferma nel porto di Catania con oltre 100 migranti a bordo.

Certamente la posizione del Ministro dell’Interno e Vicepresidente del Consiglio Sen. Matteo Salvini é criticabile sul piano umanitario e sotto vari altri profili istituzionali, come segnalato da più parti, tra cui la Presidenza della Repubblica e la Presidenza della Camera oltre che dal Presidente del Parlamento europeo.

Ma di criticabile non c’è solo la posizione del Mnistro dell’ Interno, che si preoccupa per lo stato della Sicurezza del Paese che dalle grandi città ai piccoli paesini dell’interno è sotto pressione di centinaia di migliaia di migranti, che di fatto stano facendo saltare il clima di serenità e sicurezza anche nei paeselli, dove si viveva con la chiave sulla porta per non parlare della grandi città dove succede di tutto, tema questo che non può che stare a cuore del Ministro dell’Interno deputato alla Sicurezza dei Cittadini, preoccupato per i flussi di clandestini di incerta provenienza e di incerto mestiere.

Ma i migranti ci sono e vanno gestiti si dice. Corretto. Non si capisce però perchè quando una Nave sbarca a Malta o in Spagna, in poche ore vengono suddivisi i migranti fra i vari paesi europei, mentre quando sbarca in Sicilia non c’è nessuna fretta, anzi pare che il problema sia solo italiano, come è stato in questi anni in cui ci siamo prodigati per dare ospitalità ai migranti con le tante tensioni sociali e i tanti traffici, tra cui quello capitale di Buzzi e quello ultimo del ferrarista di Benevento (un affare quello dei migranti che pare redditizio per molti protagonisti del nuovo business solidaristico, mentre le città e i paesini scoppiano come si è visto dalle Alpi alle isolette).

Mentre l’Italia scoppia ( e non per impeti razzistici, ma per un dato obiettivo di allarme sociale che gli amici e i compagni democratici in particolare, farebbero bene a valutare meglio), il resto delle frontiere (alla faccia di Schenghen ) sono blindate a Ventimiglia con la gendarmeria francese che non fa passare neanche i vacanzieri abbronzati, e gli amici austriaci che un giorno si e l’altro pure schierano a parole e non solo, l’esercito al Brennero.

Da internazionalista calabrese della prima ora, emigrato già all’estero, dove se non hai tutte le carte in regola ti portano alla frontiera in tempo reale, sempre che uno la passi, ma dove a parte fattarelli di criminalità di confine la sicurezza e la serenItà dei cittadini è altissima e da Mina a Marchionne, da Mr Ikea a tanti altri si ritirano per vivere in serenità in uno Stato dove le regole sono poche ma si rispettano, credo che sia il caso di prendere di più sul serio l’Italia e gli italiani. DA PARTE DI TUTTI.

In primis dovrebbero farlo i compagni solidaristi democratici che amano tanto l’Europa che negli ultimi anni ci ha resi di fatto zimbelli , e che, oltre ad essere una Unione e anche una serie di Stati in competizione anche pesante, come ci ricorda la Gendarmeria a Bardonecchia e l’Esercito austroungarico al Brennero, come ci ricorda il disastro libico fatto per portarci via i pozzi ENI, da parte dei nostri cugini galli, e come dovrebbe farci riflettere il fatto che gran parte dei migranti viene dalle regioni africane ancor oggi sotto la cosiddetta influenza francese.

A fronte di una storia di debolezza e di rinuncia, ben si capisce il successo popolare del Ministro dell’Interno, che magari potrebbe meglio coordinarsi con il Ministero degli Esteri, e con il Ministero della Difesa per poter definire strategie sintoniche che difendano gli interesse italiani in tute le sedi. Magari mettendo mano anche alla penosa situazione dei fondi europei destinati all’Italia che ritornano a Bruxelles (alta burocrazia docet) mentre noi paghiamo fino all’ultimo centesimo la nostra parte per subire anche le beffe dei Macronisti che ci fanno la morale e sul campo ci danno lezioni di legione straniera in Libia e nelle regioni confinanti a sud della Libia, oltre che a Bardonecchia e a Ventimiglia.

In queste condizioni fa bene il Governo italiano a difendere gli interessi nazionali con la opportuna e necessaria metodologia politico-diplomatica.

In giuoco la Sicurezza Nazionale e i Confini sud dell’Italia, che sono confini europei. Europei con cui gestire la crisi, anche questa ultima, senza le furbizie di troppi patti leonini già visti, a cui abdicare, firmati con leggerezza dai precedenti governi purtoppo deboli e desiderosi di ingraziarsi le elites di potere internazionali.

Bene si è stato fatto a fare sbarcare i minori e se ci sono i malati gravi. Ma ancora meglio fa il Ministro dell’Interno a tenere il punto sulla Diciotti (tra l’altro fatta approdare a Catania dal Ministro delle Infrastrutture) e non per capriccio o volgare calcolo elettorale, ma solo perchè non è accettabile l’indifferenza, la leggerezza dei grandi partner europei, che predicano bene e mettono gendarmeria ed eserciti alle frontiere per fermare i migranti che vorrebbero giungere nelle loro belle e ricche terre (l’Italia come si sà sta maluccio .. con gli italiani, e non solo per il Ponte Morandi gestitissimo dal vecchio Presidente dell’IRI, oggi presidente di Autostrade per ..l’Italia…)

Per il resto della vicenda africana dei migranti, se ne deve fare carico la UE, con una strategia condivisa di gestione dei flussi e di rilancio della Cooperazione per salvare l’Africa, magari dando una occhiata a quello che sta succedendo anche da quelle parti, dove le politiche neocoloniali dei vari player internazionali, minacciano la sicurezza, le giovani democrazie e le fortune del popolo africano che può fare molto di più per se stesso, essendo uno dei continenti più ricchi della Terra (Repubblica Democratica del Congo docet).

 Vincenzo Valenzi

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