Resta complesso il rapporto Di Maio/Salvini con la situazione socio/economica nazionale. Rimangono, comunque, carenti i programmi per ridare fiato a un’economia che ha bisogno della fiducia degli investitori. Qui non è più in gioco l’attendibilità dei “moderati”o dei “progressisti”. Ora in campo c’è il futuro del Paese.
In questa realtà governativa, chi tenta di meglio agisce non sempre meglio riesce. Non a caso, chi fa la “voce” grossa, si tiene ben abbarbicato alle Stanze del Potere. Tra polemiche sterili e critiche inconcludenti, L’Esecutivo di Centro/Destra resta ancora sul “generico” dei fatti più importanti di casa nostra. Le incertezze sono più gettonate, delle certezze. Anche perché queste ultime non trovano terreno per essere rese produttive.
Ora, accanto ai doveri, ci sarebbero dei diritti da sostenere. Delle posizioni che richiedono fermezza ragionata. C’è già chi si chiede chi potrebbe superare l’esperienza di Centro/Destra. Di nomi non se ne fanno. Ma solo per evitare possibili ritorsioni in questa sorta d’alleanza nella quale si rischia molto per ottenere ancora meno.
Se è vero che dopo il “Buio”segue la “Luce”, dobbiamo riconoscere che questo “Buio” si è fatto notte e il giorno sembra non arrivare mai. Tra i filosofi della politica ci sono uomini che si definiscono d’azione. All’inizio di quest’autunno, tutto è sempre discutibile. Tutte queste considerazioni possono, però, avere una loro valenza in prospettiva. All’estero, i ruoli sono assai più multiformi e la Penisola non ha nessuna carta buona da giocare. Insomma, s’iniziano a riconoscere gli sbandati della politica nazionale. Nulla di più.
Da noi s’è venuta a determinare una sintomatologia che ci ha fatto intendere, ove ce ne fosse bisogno, che gli Esecutivi d’emergenza sono destinati a non superare le “prove” vitali per il Paese. Sul piano socio/economico non stiamo “bene”. Rischiamo, però, d’andare a stare peggio.
Giorgio Brignola
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