Il Pd (forse) riparte da Piazza del Popolo

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Domenica 30 settembre il Partito Democratico ha manifestato contro il ‘governo del cambiamento’, un governo da esso più volte criticato sia nei modi che nei contenuti. Secondo gli organizzatori, i militanti raccolti sono circa 70.000, donne e uomini riuniti per opporsi ad un modo di essere che non rappresenta quello che hanno sempre ritenuto fondante della nostra Repubblica Democratica.

Ciò che ha caratterizzato questo evento è stata la richiesta di unità, un’unione che il Pd non ha dimostrato negli ultimi anni e che ha caratterizzato la débâcle del 4 marzo 2018 con un risultato non solo deludente e inferiore alle aspettative, ma soprattutto punitivo da parte di un elettorato che ha preferito voltare pagina e fidarsi dei populismi.

Maurizio Martina, segretario del Pd, sul palco ha dichiarato: “Da questa piazza io voglio dire a tanti elettori del centrosinistra che il 4 marzo non ci hanno votato: abbiamo capito. Adesso, però, ci date una mano perché l’Italia non può andare a sbattere per colpa di questi che governano in modo folle. Abbiamo capito la lezione, voltiamo pagina, guardiamo avanti. L’antidoto a tutto questo siete voi. Questa è la piazza del risveglio democratico, è la piazza della speranza, del cambiamento, della fiducia, dell’orgoglio, del futuro”. Forse è proprio questo l’intento della manifestazione: ammettere le proprie colpe. Per la prima volta, dopo numerosi battibecchi e commenti negativi tra loro, la classe dirigente del partito si è fatta vedere unita; abbracci anche tra coloro che hanno caratterizzato la spaccatura del Pd come Renzi e Martina.

Il Partito Democratico necessita di ripartire dai suoi militanti, coloro che nonostante le difficoltà sono comunque pronti a lottare per un ideale che sopravvive nonostante gli scontri interni. Il pluralismo interno della sinistra è il colpevole delle problematiche, una pluralità di punti di vista che non può essere debellata poiché caratterizzante di quei valori  tipici della sinistra. L’abilità dei dirigenti dovrebbe essere nella capacità di mantenere un’unità nonostante queste divergenze.

Questa manifestazione è dunque un segnale di rinascita, un’ammissione di colpa ma allo stesso tempo un barlume di speranza da parte di un partito che ha bisogno di ripensarsi ed in questo modo tornare ad essere la rappresentanza politica del centrosinistra italiano.

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