Prescrizione. E’ scontro duro tra m5s e lega

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Emendamento ritirato e ripresentato. Interviene conte

Si riaccende lo scontro sulla prescrizione. La relatrice M5s alla Camera ritira l’emendamento sulla sospensione dopo il primo grado, poi lo ripresenta identico salvo il titolo. Resta il dissenso con la Lega. Non basta la mediazione del ministro Bonafede, servira’ un vertice con Salvini e Di Maio per evitare la rottura. Deve intervenire Conte: ‘essendo nel contratto di governo, manterremo il punto’, dice da Algeri.

M5S e Lega ai ferri corti sulla prescrizione nel ddl anticorruzione. Un summit al ministero di via Arenula tra i parlamentari pentastellati e quelli del Carroccio alla presenza del Guardasigilli Alfonso Bonafede, e una lunga riunione congiunta della commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera durata fino a sera, non sono bastati a trovare un compromesso. Ognuno resta sulle sue posizioni, è stallo. Spetterà ai leader Luigi Di Maio e Matteo Salvini sbrogliare la matassa che col passare delle ore si fa sempre più ingarbugliata. I due vicepremier, però, sono entrambi impegnati all’estero (il ministro del Lavoro in Cina, quello dell’Interno nel Ghana) e questo rende tutto più difficile. Non c’è tempo da perdere. Nel pomeriggio si voterà sugli emendamenti e bisognerà correre ai ripari. Il premier Giuseppe Conte proverà a mediare ancora una volta. A fine giornata si fa sentire il segretario di via Bellerio, che mantiene il punto: “Riforma della giustizia, e anche della prescrizione, sono nel contratto di governo e diventeranno realtà: mettere in galera mafiosi e corrotti è una priorità della Lega. L’importante è farle bene queste riforme, evitando che i processi durino all’infinito anche per gli innocenti, altrimenti è una sconfitta per tutti”. La grana scoppia in commissione, a Montecitorio, durante la riunione nella sala del Mappamondo. L’emendamento ‘incriminato’ è quello che prevede lo stop alla prescrizione dopo il primo grado, a prescindere dalla sentenza di assoluzione o condanna: viene ritirato e poi riformulato da M5S per sfuggire alle forche caudine dell’inammissibilità.

La Lega, per bocca di Igor Iezzi, non ci sta: ”Serve una legge ad hoc, non si può ottenere una riforma con un emendamento di solo tre righe cui è stato cambiato solo il titolo…”. Anche le opposizioni puntano i piedi (”Non sanno che pesci prendere, litigano su tutto”) e chiedono di chiarire il giallo tecnico sull’ammissibilità o meno dell’emendamento grillino. I relatori Cinque stelle Francesca Businarolo e Francesco Forcinit ne presentano altri tre. Di fronte all’impasse la presidente della Giustizia, Giulia Sarti, è costretta a riaggiornare i lavori a domani mattina. “L’ufficio di presidenza è convocato per le 9.-9.30”, annuncia. Il nervosismo è palpabile tra i parlamentari grillini e quelli leghisti. Iezzi è sconsolato: ”Non dovevamo arrivare a questo punto, il problema è che domani pomeriggio si vota e se non si trova una quadra per allora, non so come faremo…”. Il Pd, per bocca di Emanuele Fiano, non ha dubbi: ”Non c’è una questione tecnica ma politica che blocca tutto. In corso c’è un forte scontro politico tra M5S e Lega che sono in totale disaccordo, fanno a cazzotti su tutto, sia al Senato che alla Camera. Naturalmente, come sempre capita in questi casi, ci vanno di mezzo gli italiani perchè questa è una bomba atomica sui processi…”. ”Questo emendamento prima ritirato poi ripresentato -insiste- è una vera e propria presa per i fondelli…”. Enrico Costa e Giusi Bertolozzi di Fi, Giovanni Donzelli di Fdi, considerano l’emendamento pentastallato un “escamotage” per ”prendere tempo” e contestano con forza la scelta di rinviare ogni decisione.

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