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Turco (Partito Radicale): “Se non pagano adesso scatta la procedura d’infrazione e deve pagare lo Stato, quindi i cittadini pagherebbero due volte. E’ una prova del nove per il governo, ma anche per l’opposizione”

Maurizio Turco, coordinatore della Presidenza del Partito Radicale, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Sulla decisione della Corte UE di far pagare l’Ici alla Chiesa dopo la denuncia del Partito Radicale. “Non è solo la Chiesa, sono tutti gli immobili delle organizzazioni senza fini di lucro che svolgono attività commerciali, quindi ci rientrano anche associazioni sindacali e partiti –ha affermato Turco-.

Ovviamente tra i vari soggetti la Chiesa è quella che possiede più immobili di questo tipo. Tanto era fondata questa denuncia, che alla fine ce l’abbiamo fatta. Adesso ricorreremo ulteriormente perché la Corte ha limitato il pagamento al 2006, anno della denuncia, noi vogliamo partire dal 1992. L’associazione dei comuni d’Italia nel 2006 aveva valutato che queste tasse ammontassero a 600 milioni l’anno. Quei soldi che sono mancati alle casse dello Stato li hanno pagati i cittadini, questo è il dato di fondo. C’è stata una reverenza da parte dello Stato nei confronti della Chiesa.

C’è questo atteggiamento di farsi ben volere, pensando che si possa creare un rapporto privilegiato con le istituzioni cattoliche. Forse poteva essere vero nel 92, ma non oggi. Papa Francesco ha sempre detto che la Chiesa deve pagare le tasse, però se non gliele fanno pagare non è che lui può autotassarsi. Se non pagano adesso scatta la procedura d’infrazione e deve pagare lo Stato, quindi i cittadini pagherebbero due volte. E’ una prova del nove per il governo, ma anche per l’opposizione. Dicono che il catasto non funziona, ma è una scusa, perché per i cittadini funziona. Il problema non è far fallire la Chiesa, ma non far fallire lo Stato italiano”.

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