Bari: solo un pari sul Pollino a Castrovillari

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Castrovillari (CS) – Al cospetto di un maestoso massiccio, quello del Pollino, praticamente al lato sinistro dello stadio “Mimmo Rende” (il cui terreno se la gioca bene con quelli di Acireale e di Marsala quanto ad aspetto…) il cui panorama era da mozzafiato, con una ventina di tifosi baresi giunti qui nonostante il divieto per le ennesime intemperanze sullo Stretto di Messina, il Bari non va oltre l’1-1 con i calabresi che sfruttano un calcio di rigore per pareggiare la gara che aveva visto il Bari andare in vantaggio nel primo tempo.

Cornacchini aveva preannunciato un mezzo turn over considerate le tre gare ravvicinate in una settimana, sicché ha rinunciato inizialmente alla “nduja – il suo faro – Ciccio Brienza mandando in campo ben quattro novità rispetto alla precedente gara, con un inedito 4-4-2: in difesa ha inserito D’Ignazio al posto di Nannini, quindi Turi, Di Cesare e Cacioli, poi Bolzoni, Langella, Piovanello e Neglia a centrocampo, le punte Simeri e Pozzebon.

Il Castrovillari di Marra, invece, è entrato in campo con un 4-3-3 con Cellitti in porta, Ielo, Lomasto, Ungaro e Indelicato in difesa, Siano, Lavrendi e Forgione a centrocampo, Pandolfi, Gallon ed Ennin in attacco.

Buon inizio del Castrovillari che si propone timidamente nella trequarti barese ma la difesa controlla senza affanni, poi il Bari cresce e al 17′ è da segnalare la prima occasione gol in contropiede con Pozzebon che smarca Simeri il quale, poi, tira sul portiere con lo specchio della porta davanti. Ancora Bari al 21′ con Piovanello che tira sul portiere. Il Bari, tuttavia, fa fatica, ha un passo lento e commette molti errori tecnici tanto che l’organizzazione ordinata del Castrovillari regge senza nemmeno tante sofferenze. Passano via tra sbadigli e noia moraviana alcuni minuti, poi la gara si illumina improvvisamente con il gol del Bari: Neglia su assist di Simeri al 34′ segna il gol del vantaggio. Ancora ci prova Simeri con un assolo ma tira sul portiere. Insomma un primo tempo di marca biancorossa con la squadra di casa che su rimessa fa quel che può.

Il secondo tempo si apre con un rigore per il Castrovillari (ormai siamo a quota tre: forse la difesa dovrebbe darsi una controllatina ai piedi), trasformato da Gallon. Tutto da rifare.

E allora è il Castrovillari che prende corpo mostrandosi affamato e aggressivo non procurandosi, tuttavia, tante occasioni gol ma rendendosi pericoloso in area biancorossa. E nonostante i cambi effettuati da Cornacchini per cercare di immettere brio nel gioco, la manovra non ne ha risentito più di tanto. E nemmeno Brienza, entrato a metà secondo tempo, ha potuto far nulla se non in una occasione quando si è accesa la sua lampadina con un assist per Piovanello che di testa ha sbagliato clamorosamente il gol del vantaggio.

Poi il Bari prosegue nel suo gioco diventato un po’ sterile in attesa di un ko decisivo che come Godot non arriva mai, ma sempre attento a non prestare i fianco al Castrovillari che, come per il Bari, attende il momento giusto per colpire. Gli spazi continuano a latitare ed i calabresi ne approfittano per alzare la squadra verso la metà campo barese ma senza alcun risultato. Un rigore negato dall’arbitro da segnalare a margine di tutto.

Termina così la partita con un Bari bruttino che non riesce ad ottenere la terza vittoria consecutiva.

Insieme a Marsala e a domenica scorsa contro il Città di Messina, decisamente ancora un altro passo indietro rispetto ad altre gare dove è uscito il vero Bari, quello forte ed inespugnabile, un Bari – quello di oggi – con alle gambe meno ritmo, meno slanci, e meno splendore (forse la stanchezza), ma tutto sommato in serie D ci sta. Del resto una grande squadra ha il dovere di calarsi nella categoria adattandosi alle contingenze, badando al sodo senza tanti preziosismi, contro un avversario ostico come il Castrovillari che aveva dieci punti meno del Bari con una gara da recuperare, avversario che non ha mai smarrito la compattezza e l’equilibrio, nemmeno dopo il gol del Bari.

Tuttavia, il risultato è giusto, senza troppi indugi: la tecnica barese ed il cuore calabrese sono andati a braccetto.

Massimo Longo

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