La implosione della eurotecnoburocrazia

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La May, ci dicono, non riesce a far digerire ai suoi l’accordo con l’Europa. Cioè l’altra parte non ha posto delle condizioni sufficienti ad accontentare gli inglesi… per dirla in due parole gli europei di Bruxelles vogliono troppo! Quindi Junker & co. (dopo aver detto solennemente che questa è l’ultima possibilità e non esistono margini di trattativa) devono rivedere le loro pretese se no la May cade e andrà al suo posto uno ancora più radicale nell’antieuropeismo.

In Francia il Presidente -che è uno degli europei che ha trattato con la May e che quindi è un “euroentusiasta”- si arrende indecorosamente, senza condizioni (quasi temesse per la sua incolumità fisica) ai gilet gialli accettando tutte le condizioni che lui ha ritenuto di capire essere essenziali per i protestatari. Cosa che è una rottura gravissima della filosofia del rigore che governa l’Unione Europea. È molto probabile che questa resa anzichè calmare le proteste, le incoraggi ad ultimare la demolizione dell’assetto politico costituito. È sicuro che le offerte, anche se onorate scrupolosamente, non cambieranno in nulla lo stato inaccettabile in cui versa l’economia e la società francese.

In Germania la situazione non è così calma come ci dicono tant’è che la donna più potente del mondo (come recentemente è stata riconosciuta) ha dovuto fare una retromarcia strategica per salvare il salvabile della condizione di partito di governo e di filosofia di governo. Naturalmente i tedeschi sono i più lontani di tutti dall’immaginare soluzioni europee o sovraniste anche solo possibili per superare l’attuale empasse.

In Italia i filo europeisti sono già in soffitta da mesi ma ancora la nuova ondata non trova udienza in Europa e non ha una filosofia che gli permetta di acquistare la necessaria credibilità. Si litiga sui decimali per cercare di avere l’assenso di effettuare spese da finanziare con nuovi debiti….

Quindi siamo al caos totale prodotto dal tentativo di mantenere in piedi un sistema, quello eurotecnoburocratico che non è accettato da nessuno e segnatamente dalla classe media. La classe media -va ricordato alle sinistre e alle destre- è una realtà che sa soffrire e stringere i denti, spesso con eroismo, cedendo posizioni e arretrando, se necessario.. ma senza morire mai. Essa risorge, prima o poi, sotto differenti spoglie e sbaraglia sempre chi ha cercato di annullarla. È esattamente quello che sta accadendo: i potenti di oggi sono animati da idee che presuppongono la massificazione della classe media e la riduzione significativa del suo ruolo politico ed economico; questo schema non si regge non solo economicamente ma neanche sul piano del consenso anche se tutti i media lavorano contro di essa. Quindi si capisce quello che sta accadendo: la Gran Bretagna cerca di ritagliarsi uno spazio di libertà per restituire alle numerose persone che vedono nella Unione Europea il proprio limite, uno spazio di libertà per poter profittevolmente lavorare. In Francia la iperfiscalità necessaria a sostenere le strutture economiche al potere non è più sostenibile dalle classi medie (ormai ex) e quindi si scende in piazza; e lo si fa senza un leader o un progetto semplicemente perché non c’è nulla che va bene, va tutto rifondato e certamente non sarà la piazza a farlo e a stendere un programma politico dotto e circostanziato. In Italia la gracilità dell’economia e la mitezza della popolazione hanno anticipato di molto la reazione ed abbiamo votato per un comico che manco si candida…

In queste condizioni si va alla demolizione del sistema esistente senza avere nulla da sostituirgli. La cosa più probabile è andare verso un periodo dominato da uomini forti; “sovranisti”. Poi si vedrà…

L’attuale regime non ha futuro e, qualunque cosa fa, non può che accelerare il proprio disfacimento.

Canio Trione

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