Cose saporite che non fanno bene

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Mariarosaria Marchesano, a proposito dello spot alla Nutella fatto la mattina di Santo Stefano, da Matteo Salvini, scrive, tra l’altro: “Non va dimenticato che è soprattutto grazie alla Nutella che Ferrero, come attesta anche il Reputation Institute presieduto da Michele Tesoro-Tess, è diventata l’azienda italiana con la miglior reputazione a livello internazionale (seguita da Armani, Pirelli e Barilla) e nel settore food vanta addirittura il primato a livello globale” (Il Foglio – 28 dicembre).

Non va dimenticato, è vero, però la Marchesano ignora forse che la reputazione riguarda le caratteristiche del prodotto, solo per il 40%. Questo riferisce Ferpi: “La percezione di un’azienda o più in generale di un’organizzazione “pesa” di più nelle scelte d’acquisto dei consumatori che le caratteristiche di un prodotto o servizio.

E’ un dato “forte” quello che emerge dal RepTrak Pulse 2012, lo studio annuale del Reputation Institute sulla reputazione delle aziende. Nella scelta finale all’acquisto da parte del consumatore il prodotto conta solo per il 40%. La ricerca evidenzia che per il 60% il comportamento d’acquisto è determinato dalla positiva percezione di altri fattori come l’eticità dell’azienda, le capacità manageriali, la sostenibilità, la trasparenza, la capacità di raggiungere e mantenere risultati nel lungo termine, la qualità del posto di lavoro. E solo per il 40% da caratteristiche proprie del prodotto”.

La Nutella piace a grandi e piccini, ma tante cose che piacciono a grandi e piccini non fanno bene, soprattutto se consumate spesso. A me piaceva una volta, la Nutella, oggi preferisco altre creme senza olio di palma, con meno zucchero, e con tantissime nocciole.

Sicuramente, la signora Mariarosaria Marchesano, ignora ciò che, riguardo a certe creme, scrive la dottoressa Maria Rosa Di Fazio, responsabile Oncologia del Centro medico internazionale SH Health Service di San Marino: «Per dare un’idea di quanto seria sia la minaccia dell’olio di palma alla nostra salute, mi sembra sufficiente informare che in particolare per il glicidiolo [contenuto nell’olio di palma] non è stata nemmeno fissata una soglia, dal momento che si tratta di una sostanza cancerogena e genotossica, il che significa che ha la capacità di danneggiare l’informazione genetica all’interno di una cellula, causando mutazioni e inducendo modificazioni del nostro DNA. Tradotto: tramuta le cellule sane in cancerogene. Questa “robaccia”, insomma, non dovrebbe essere presente negli alimenti, eppure c’è e la troviamo in alcuni prodotti di consumo quotidiano, come certe popolarissime creme spalmabili, in dosi anche molto elevate» (“Mangiare bene per sconfiggere il male”, Mind Edizioni).

E nell’ultimo libro “Sconfiggere il male”: «Note creme spalmabili con tracce di nocciole contenenti una “bomba” di quasi il 60% di zucchero, più un 20% di “salutare” olio di palma (che ha tre contaminanti: due “mutageni” in grado cioè di modificarci il DNA, più uno sicuramente cancerogeno).

Renato Pierri

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