Di Maio incauto e guerrafondaio si schiera dalla parte dei gilet gialli

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Il vicepremier Di Maio incauto e guerrafondaio si schiera dalla parte dei gilet gialli che dichiarano di non apprezzare  ed accettare le ingerenze italiane.

Non v’è giorno in cui il vicepremier Luigi Di Maio non ci faccia omaggio delle sue esternazioni molte volte incaute e demagogiche.

L’ultima trovata, come se non avessimo problemi seri a casa nostra, è stata quella di esprimere la sua solidarietà personale in uno ovviamente a  quella del Movimento 5 Stelle ai gilet gialli francesi con l’invito a continuare  nella lotta che sta paralizzando Parigi e molti altri Comuni  francesi  oltre ad aver provocato una sorta di effetto a catena in tutta Europa  con proteste diffuse anche in Belgio e Germania e negli ultimi giorni anche in Italia. I gilet gialli francesi sono in  sciopero da oltre tre mesi per  indurre Macron  e il governo transalpino a  rivedere la dura politica fiscale varata a cavallo tra il 2017/2018 ed a bloccare gli aumenti di carburante e forniture elettriche, delle tasse di dimora, quelle audiovisive, quelle relative agli immobili di proprietà, quelle sul reddito e sulle pensioni (con proposta di reddito minimo a 1300 euro e delle pensioni ad un minimo di 1200 euro) fino ad arrivare alla richiesta di riapertura dei numerosi ospedali chiusi e riconvertiti in accorpamento e di piccole tratte ferroviarie che hanno creato non pochi disagi ai numerosi cittadini pendolari. Se Di Maio fosse stato un cittadino qualsiasi le sue dichiarazioni sarebbe state considerate un atto di  libertà e di pensiero legittimo e garantito dal nostro ordinamento costituzionale.

Ma così non è, e Di Maio  lo sa perché non è uno sprovveduto ma rischia purtroppo di  diventarlo  spinto dall’ ambizione  di diventare il primo attore della  politica italiana per togliere la scena all’altro vice premier Salvini  che la  scena la  occupa ogni giorno  con le sue decisioni solitarie, capotiche, antistoriche e disumane e con il suo ostracismo  verso gli emigranti, chiudendo tutti i porti italiani per impedire che negli stessi attracchino  le navi con a bordo centinaia di  esseri umani che partono dalle terre natie per sfuggire alle guerre, alla fame, alla miseria, alle malattie e al degrado determinato dal mancato riconoscimento di qualsivoglia diritto civile e umano, pur garantito da una incredibile molteplicità di trattati e risoluzioni internazionali adottati dai più importanti organismi internazionali compresa l’Unione Europea di cui Salvini è stato per lunga pezza parlamentare.

Sicchè dunque questi esseri umani rifiutati, privati di  qualsiasi soccorso/aiuto umanitario invece che morire nella loro terra rischiano di farlo sulle  navi  e  i gommoni che li traghettano, a causa  del gelo, della fame e delle malattie che scoppiano come conseguenza della lunga ed assurda permanenza in mare. Di Maio è il vicepremier del governo in carica e riveste in quanto tale un ruolo istituzionale di grande rilevanza, le sue dichiarazioni finiscono, volenti o nolenti, per aver un peso nelle relazioni internazionali e per influenzare le stesse in senso positivo o negativo creando incomprensioni e fibrillazioni che possono portare a contrapposizioni nelle relazioni economiche, sociali oppure ad un clima costruttivo basato sul rispetto e su una politica di reciproca collaborazione Sul blog delle Stelle Di Maio scrive: “Gilet gialli, non mollate!”. Dall’Italia stiamo seguendo la vostra battaglia dal giorno in cui siete comparsi per la prima volta colorando di giallo le strade di Parigi e di altre città francesi”.

“Il Movimento 5 Stelle – assicura – è pronto a darvi il sostegno di cui avete bisogno”. Anche Matteo Salvini esprime “sostegno ai cittadini perbene che protestano contro un presidente che governa contro il suo popolo”, sottolineando però “assoluta, ferma e totale condanna di ogni episodio di violenza”. Alla solidarietà espressa dai vice premier italiani ai gilet gialli hanno risposto il capo dei gilet gialli con una dichiarazione perentoria “ Non accettiamo ingerenze” facendo fare ai due primattori della politica italiana una figuraccia da pellegrini e con una risposta altrettanto dura del ministro francese per gli Affari europei, Nathalie Loiseau. “Salvini e Di Maio facciano pulizia a casa loro”, scrive su Twitter. “La Francia – sottolinea – si guarda bene dal dare lezioni all’Italia”.

Il primo ministro francese Edouard Philippe ha intanto annunciato oggi una “nuova legge” che indurisce le sanzioni contro  coloro che protestano in modo violento e demagogico sottraendosi al dialogo ed al confronto per trovare  delle intese che possano portare alla fine della guerriglia ed il ritorno alla normalità. Sempre sul Blog delle Stelle Di Maio scrive: “Come voi, anche noi, condanniamo con forza chi ha causato violenze durante le manifestazioni, ma sappiamo bene che il vostro movimento è pacifico, noi possiamo mettere a vostra disposizione alcune funzioni del nostro sistema operativo per la democrazia diretta, come il metodo Rousseau, per esempio: “Call to action” per organizzare gli eventi sul territorio o il sistema di voto, per definire il programma elettorale e scegliere i candidati da presentare alle elezioni. “E’ un sistema pensato per un movimento orizzontale e spontaneo come il vostro e saremmo felici se voleste utilizzarlo

Io ho letto le vostre rivendicazioni, le vostre 8 doleances/lamentele, e mi ha colpito il fatto che il primo punto è proprio la democrazia diretta. Una rivendicazione importante perché dà il senso a tutte le altre vostre richieste. Il governo di Macron non si sta rivelando all’altezza delle aspettative e alcune politiche portate avanti sono addirittura dannose non solo per i cittadini francesi, ma anche per l’Europa”, scrive ancora Di Maio, in un passaggio della lettera diretta ai gilet gialli. “Penso per esempio alla questione dell’immigrazione – prosegue – che è causa anche della politica estera portata avanti in particolare in Nord Africa e che ha comportato una destabilizzazione di quell’area.

Così come altri governi europei, quello francese in questo momento pensa in particolar modo a tutelare gli interessi delle elite, di chi ha vissuto di privilegi, ma non più del popolo”.

“In Italia – sostiene ancora Di Maio – siamo riusciti a invertire questa tendenza e ora c’è un governo che ha più del 60% di consenso popolare perché le misure economiche che abbiamo messo nella legge di Bilancio mirano a migliorare la vita dei più deboli, dare un sostegno economico a chi non ha lavoro e inserirli in un piano per l’occupazione, aumentiamo le pensioni minime a mezzo milione di italiani che vivono in condizioni di povertà e non hanno una casa né risparmi in banca. Permettiamo a chi ha lavorato di andare finalmente in pensione ribaltando la riforma fatta dal vecchio governo.

Abbiamo abbassato le tasse per le piccole partite Iva e per i piccoli imprenditori. Le tasse le abbiamo aumentate alle banche, alle lobby dell’azzardo e agli assicuratori che finora erano sempre stati avvantaggiati dai governi. E’ stata una manovra per il popolo”. Insomma per Di Maio tutto un fior fiore di buone intenzioni, di iniziative con benefici eclatanti, da salvatori della patria, da premi oscar per la  bontà nelle relazioni interne ed internazionali, e da politici veterani e di lunga pezza capaci di dare lezioni di politica e di perbenismo.

Tutto ok, tutto va bene. Ma c’è un piccolo particolare i gilet gialli hanno risposto a Di Maio e compagni : “Impicciatevi dei fatti vostri che sono altrettanto seri dei nostri che ai nostri ci pensiamo noi”. Un pugno in faccia meritato da chi si sta mostrando arrogante e presuntuoso.

Giacomo Marcario

Comitato di Redazione de “ Il Corriere Nazionale”

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