A Forlì il fascino dell’Ottocento tra Hayez e Segantini

Arte, Cultura & Società

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Un lungo percorso espositivo che va dall’Unità d’Italia alla Grande Guerra per scoprire il fascino dell’Ottocento italiano. E’ la mostra ‘Ottocento L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini’ curata da Fernando Mazzocca e Francesco Leone, in programma dal 9 febbraio al 16 giugno ai Musei San Domenico di Forlì. Al centro dell’esposizione, gli anni esaltanti e tormentati che hanno visto gli intellettuali e gli artisti impegnarsi sul fronte comune della nascita di una nuova coscienza unitaria. La mostra propone un confronto tra le esperienze dei movimenti più sperimentali che, come i Macchiaioli e i Divisionisti, si sono espressi come un’alternativa alla cultura figurativa dominante e la cosiddetta arte ‘ufficiale’ che è stata invece, nel bene e nel male, non solo un strumento celebrativo e di propaganda, ma anche e soprattutto il mezzo più efficace e popolare per fare conoscere agli italiani i percorsi appassionanti e contradditori di una storia antica e recente caratterizzata da aspirazioni e slanci comuni, ma anche da drammatiche tensioni e divisioni.

Dai capolavori dell’ultimo dei Romantici, il vecchio Hayez, interprete degli slanci della giovinezza, di una bellezza senza tempo e delle passioni del Medioevo, si passa alla potenza visionaria del teatrale ‘Otello’ di Molmenti, del finalmente visibile Valentino a Capua di Previati, un dipinto leggendario come le epiche battaglie risorgimentali evocate dai lombardi Induno e Faruffini e dal meridionale Cammarano, presente con un quadro entrato nell’immaginario degli italiani come la ‘Breccia di Porta Pia’. L’epica dei vinti, resa universale dal Signorini dell’’Alzaia’ e dalla dolorosa attualità degli ‘Emigranti’ di Tommasi, appare placarsi nella dolcezza di un quadro mitico e amatissimo come le ‘Due madri’ e nei solenni paesaggi alpini, come quello monumentale di ‘Alla stanga’, che fanno di Segantini, celebrato da D’Annunzio, il genio che nei suoi occhi ‘umili e degni’ è riuscito a rendere l’ ‘infinita bellezza’ della natura. Quella natura che ci rivela il suo mistero in quel capolavoro che è ‘Lo specchio della vita’ di Pellizza da Volpedo.

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