Fondi pensione aperti e chiusi: cosa scegliere?

Economia & Finanza

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Fondi pensione aperti o chiusi. I Piani di accumulo possono essere una valida alternativa?

Non si può negare, le più recenti riforme pensionistiche ed in generale il passaggio da un sistema retributivo ad uno di tipo contributivo hanno creato sempre più perplessità tra i lavoratori spingendoli alla ricerca di forme previdenziali alternative.

Tra queste le più popolari sono i Fondi pensione chiusi e i fondi pensione aperti, ai quali si aggiungono i Piani di accumulo come possibile alternativa alla previdenza integrativa tradizionale e ai PIP. Ognuno di questi sistemi previdenziali presenta vantaggi e svantaggi che bisogna confrontare con attenzione prima della loro sottoscrizione in modo tale da scegliere il fondo pensione migliore, o perlomeno quello più adatto alle nostre esigenze.

Fondi pensione chiusi o fondi pensioni negoziali, una soluzione non per tutti

I Fondi pensione chiusi, come suggerisce il loro stesso nome, si rivolgono a una ristretta cerchia di lavoratori. Per potervi accedere è necessario far parte di una determinata categoria come quella dei metalmeccanici o risiedere in un determinato luogo, come nel caso del fondo pensione chiuso che si rivolgono ai cittadini della provincia di Trento. Questi Fondi, chiamati anche fondi pensione negoziali,nascono da contratti collettivi che ne disciplinano il funzionamento e che restringono la loro fruibilità ai soli soggetti appartenenti a una determinata categoria lavorativa o geografica.

Il vantaggio di questo tipo di fondo pensione integrativo consiste proprio nel rivolgersi a maestranze della stessa tipologia. Mentre lo svantaggio principale è sicuramente il fatto che la quota contributiva da destinare al Fondo è fissa e costante: non vi è quindi la possibilità di abbassare o innalzare il proprio versamento in base alla disponibilità economica del momento ed inoltre non si può riscattare il capitale in caso di bisogno fatta eccezione per alcuni casi. I costi di gestione di questo strumento finanziario sono inoltre spesso onerosi.

I Fondi pensione aperti: tutti i pro e i contro.

Il fondo pensione aperto è destinato sia a singoli lavoratori che decidono di sottoscriverne uno sia a categorie specifiche, come ad esempio i dipendenti di un’azienda che scelgono collettivamente di accedervi.

In generale i Fondi aperti sono “emessi” e gestiti da banche, assicurazioni e società di investimento, fattore che determina un aggravio nei costi di gestione di questa forma previdenziale. Anche i Fondi aperti sono disciplinati da contratti ufficiali vagliati dall’autorità di vigilanza e vincolanti per gli aderenti.

I partecipanti hanno la possibilità di scegliere con più flessibilità la quota da destinare al Fondo. Possono versarvi il Tfr maturato mensilmente oppure i propri contributi previdenziali o ancora quelli a carico del datore di lavoro o infine destinare tutte queste quote al Fondo. Lo svantaggio in questo caso è sempre legato alla impossibilità di usufruire del capitale accantonato in caso di necessità fatte salvo alcune eccezioni.

Per quanto riguarda la performance dei fondi pensione aperti, come per tutti gli investimenti, non esiste garanzia che essa sia positiva o batta l’andamento della borsa. Certo in questo caso l’investimento di lungo termine resta la migliore garanzia per l’investitore.

Piani di accumulo o fondo pensione privato: la flessibilità a portata di mano.

I Piani di accumulo, anche noti come PAC, non sono dei veri e propri sistemi di contribuzione complementare (qui una guida approfondita per aiutarvi nella scelta dello strumento più adatto alle vostre esigenze), ma possono per loro natura collocarsi nello stesso raggio d’azione garantendo inoltre rendimenti maggiori e una flessibilità in grado di rispondere alle esigenze dei lavoratori di oggi. I PAC non sono altro che delle forme di risparmio gestito che permettono al risparmiatore di destinare mensilmente una quota del proprio reddito a un Fondo o a un portafoglio di ETF destinato a rivalutarsi nel tempo sia grazie all’aumento del capitale generato dal versamento mensile sia grazie agli interessi maturati sul capitale accantonato.

Il fatto di poter bloccare provvisoriamente i versamenti o ancora di farne di aggiuntivi in base alle proprie disponibilità economiche è uno dei più grandi vantaggi di questa forma di risparmio unita alla possibilità di poter uscire dal PAC riottenendo il capitale in qualsiasi momento lo si desideri. I minori costi di gestione e la diversificazione degli investimenti del PAC costituiscono un ulteriore e non indifferente vantaggio.

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