Roma trema

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Ci sono ancora sviluppi in merito all’inchiesta sullo stadio della Roma. Un altro strettissimo collaboratore della sindaca Virginia Raggi ne è rimasto colpito: Daniele Frongia, assessore allo Sport del Comune di Roma. “Per una questione di opportunità politica, nel rispetto del M5S, degli attivisti e di chi ci sostiene ogni giorno, ma soprattutto nel rispetto degli stessi principi che mi spinsero molti anni fa ad aderire al Movimento, una forza politica trasparente e in cui credo fermamente, ho deciso di autosospendermi dal M5S e di riconsegnare le deleghe attribuitemi dal sindaco Virginia Raggi in qualità di assessore allo Sport di Roma Capitale” così commenta Frongia in seguito alla notizia dell’autosospensione, accettata dalla Raggi.

Una nuova batosta per il M5S capitolino, che dopo l’arresto di Marcello De Vito, continua a perdere pezzi importanti dell’amministrazione comunale ma soprattutto della sua reputazione. Si sa (purtroppo) come questi eventi siano del tutto “normali” per un contesto come quello italiano che ben conosce episodi di corruzione, tangenti, collusione e inciuci vari. Il problema nasce quando un partito fondatosi al suon di “O-ne-stà” ne è protagonista. Si infrange l’illusione che aveva creato nella mente degli italiani.

Presentatosi come il partito anti-corruzione e dell’onestà, il Movimento 5 Stelle è sempre più indebolito da quello che non altro che una brutta abitudine della classe politica italiana e che è riuscita a colpire anche il più integerrimo dei partiti (almeno a parole). Secondo la sindaca Raggi, De Vito sarebbe “caduto nella trappola di affaristi, tangentisti, palazzinari che stanno provando ad adottare ogni metodo per tornare a “fare affari” a modo loro”. Ancora una volta la colpa è degli altri, di chi è riuscito a convincere un integro cittadino a fare il disonesto. Ma sarà questo il problema?

Forse la colpa è del sistema, forse è della singola persona, o delle singole circostanze, fatto sta che ciò che fa tremare il Campidoglio e ancora di più il M5S è la consapevolezza di poter sbagliare. Il terrore dell’errore è ciò che più sconvolge i pentastellati.

Perché? A causa della loro origine. Fondarsi sulla contrapposizione a ciò che era la “normalità”, agli sbagli della classe dirigente tradizionale, era l’unico modo di porsi come diverso e per fare la propria fortuna (riuscendoci). Tuttavia alla prova dei fatti, sia nelle amministrazioni che nel governo, la realtà è ben più complicata di quella che probabilmente avevano immaginato. Confrontarsi con le questioni che vedevano solo da cittadini è ciò che hanno dovuto affrontare una volta seduti sulle “poltrone”, con tutte le problematiche del caso. Le parole di indignazione non possono fare una buona politica pubblica, non sono la soluzione, né lo saranno mai. Le buone intenzioni purtroppo non bastano.

Le indagini in merito allo stadio della Roma riescono a far tremare un’intera amministrazione. La colpa? Aver alimentato a lungo l’illusione dell’onestà, per poi esserne i demolitori.

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