Progetto Poseidone

Attualità & Cronaca

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Tutti a Roma il 28 Marzo in Piazza Vidoni, nei pressi della Basilica di S.Andrea della Valle,  per mostrare solidarietà e partecipare alla manifestazione nazionale di protesta organizzata dagli avvocati italiani ed agli altri professionisti vessati dall’INPS con  il progetto truffa  “Poseidone”

La manifestazione di protesta e di sensibilizzazione  ha origine dalla cosiddetta “operazione Poseidone”, promossa dall’Inps e dall’Agenzia delle Entrate nel 2011 con l’obiettivo di recuperare contributi “sommersi”, attraverso l’iscrizione d’ufficio alla gestione separata dello stesso Ente di oltre 800 mila professionisti prevalentemente giovani ingegneri, architetti,  dottori commercialisti, ragionieri, geometri, medici, giornalisti, soci di amministrazioni semplici e avvocati, già iscritti nei rispettivi albi dotati di proprie casse previdenziali, inviando loro richieste di pagamento per gli anni 2005-2006, pressochè tutte già prescritte. Nel 2012, proprio a causa della poca chiarezza delle modalità operative ed attuative  di tale operazione il governo pro-tempore chiese all’Inps di bloccarla.  Tra giugno e luglio 2015 durante la presidenza Boeri, in totale continuità con la  precedente gestione, l’Inps riprende l’operazione “Poseidone 2”, inviando alle categorie di professionisti suindicati, ulteriori avvisi di  pagamento di importo variabile  tra i  2.500/3.000 ed i  30.000 euro, nonché preavvisi di fermo  amministrativo sugli autoveicoli e sui conti correnti, e irrogando loro sanzioni calcolate tra l’80 e il 100 per cento dell’importo richiesto . Sanzioni che, per inciso, servono solo ad aumentare la liquidità del bilancio ordinario  dell’istituto e che di fatto colpiscono gli avvocati e gli altri professionisti iscritti a un albo ma non alla propria cassa previdenziale.  La conferma la ritroviamo nell’ultimo capoverso della relazione che la Corte dei Conti ha presentato in Parlamento sull’esercizio finanziario INPS anno 2015 nel quale si legge che l’Operazione Poseidone : “è stata architettata dall’INPS per finanziare la sua gestione deficitaria”.

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I professionisti colpiti dalle iscrizioni d’ufficio alla Gestione Separata Inps e dall’iscrizione obbligatoria alla Cassa Forense, disposta ex LP 247/2012, hanno reagito compatti, come evidenzia l’ Avv. Ilaria Gadaleta, Portavoce nazionale del Movimento spontaneo, ricorrendo contro l’Inps in tutti i Fori d’Italia, in particolare osservando che l’ art. 2, comma 26 della Legge 8 agosto 1995 n. 335, in cui sono espressamente previsti i casi di iscrizione d’ufficio alla Gestione Separata  INPS, veniva interpretato dall’art. 18, comma12, D.L. n. 98/2011 così come segue: ” I soggetti che esercitano per professione abituale, ancorche’ non esclusiva, attività  di lavoro autonomo tenuti all’iscrizione presso l’apposita gestione separata INPS sono esclusivamente i soggetti che svolgono attivita’ il cui esercizio non sia subordinato all’iscrizione ad appositi albi professionali, ovvero  non soggette al versamento contributivo agli enti di cui al comma 11, in base ai rispettivi statuti e ordinamenti, con esclusione dei soggetti di cui al comma 11.

Resta ferma la disposizione di cui all’articolo 3, comma 1,lettera  d) del decreto legislativo10 febbraio 1996, n. 103. Sono fatti salvi i versamenti già  effettuati ai sensi del citato articolo 2, comma 26,della legge n.335del1995.” Nonostante tale chiarimento e nonostante centinaia di sentenze di accoglimento emesse dai giudici di merito l’Inps ha continuato a resistere fino in Cassazione, a spese sempre dei contribuenti. Sopravvenivano, quindi, le sentenze della Cassazione del 18.12.2017  ( Cassazione  Sez. Lavoro n.n. 30344 e 30345/2017)  che, pur riguardando un architetto, gettavano nello sconforto centinaia di migliaia di professionisti: molti si erano già dovuti cancellare dai propri Albi e altri si erano visti costretti con le esecuzioni a versare contributi che per la legge precedente non erano obbligati a pagare, contributi che poi non verranno riconosciuti ai fini pensionistici ! L’Inps, dunque, aveva utilizzato tutti gli strumenti e le risorse pubbliche per esperire tutti i gradi di giudizio, nonostante pareri e circolari dell’Istituto stesso, che, fino a prima del 2011, escludevano gli Avvocati dall’iscrizione alla GS Inps !.

Di fronte a tanta caparbietà dell’INPS- sottolinea l’Avv. Gadaleta- “ c’è da chiedersi quali sono le motivazioni che hanno spinto i magistrati a disattendere oltre 350 sentenze di primo e secondo grado favorevoli ad avvocati, ed a  circa 250 tra ingegneri ed architetti. In ogni caso, non può essere ignorata l’intervenuta “prescrizione”: la Corte, proprio con riguardo alla “operazione Poseidone”, ha statuito con sentenza n.  27950 del 31.10.2018 che gli avvisi Inps, con i quali sono stati richiesti contributi per l’iscrizione coatta alla gestione separata, sono tutti prescritti, essendo stati inviati dopo il termine di legge, che corrisponde, di fatto, al 16 giugno di ogni anno. Logica e buon senso avrebbero dovuto imporre a chi gestisce l’Ente Nazionale (e i soldi della collettività) di fermarsi. E invece no. Nonostante le sonore batoste. Nonostante gli “inviti” del Governo. Nonostante abbia recuperato forse un centesimo di ciò che era nelle sue previsioni, c’è chi ancora crede che i “colpiti” dall’Operazione non vogliano pagare o, peggio, non abbiano a cuore il proprio futuro previdenziale. Ma qui non si tratta di questo.

Accantonando per un attimo l’ingiustizia di questa situazione, c’è un elemento che non si può ignorare la prescrizione per i contributi previdenziali opera in forma decadenziale. Vale a dire che, se fossero versati, ed anche nel caso in cui fossero ricongiungibili, non potrebbero dar luogo ad alcunchè.  A questo punto, la pazienza è finita. Pretendiamo il rispetto delle statuizioni. Pretendiamo la restituzione dell’indebito. Pretendiamo di riavere la dignità sottratta. ” Ragioni  forti quelle che spingono gli avvocati e gli altri professionisti vessati dall’Operazione Poseidone  a scendere in piazza organizzando una manifestazione di protesta nazionale  che si svolgerà il giorno 28 marzo p.v., alle ore 10,30, in Piazza Vidoni, nei pressi della Basilica  di S. Andrea della Valle, all’altezza di Corso Vittorio  Emanuele, a due passi dal Senato della Repubblica. . Il Corriere Nazionale esprime agli avvocati ed agli altri professionisti la sua solidarietà, condivide le ragioni della protesta ed è per questo che non mancherà di informare puntualmente i suoi lettori sull’evolversi della querelle.

Giacomo  Marcario

Comitato di Redazione de “Il Corriere Nazionale”

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