A lezione di Corano durante ore di lezione in una scuola

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Il tutto accade in una scuola nell’Alta Langa, in Piemonte, a Murazzano (Cuneo), 800 abitanti di cui 150 stranieri. E già questo è indice di quanto sia avanzata la sostituzione etnica, e di come chiudere i porti sia necessario, ma non certo sufficiente a garantire la sopravvivenza dell’Italia come tale.Lì, tal Valentina Mattalia, insegnante progressista, racconta di avere organizzato una vera e propria lezione sull’Islam coinvolgendo i bambini musulmani: “Ciascuno ha portato a scuola gli oggetti che hanno a che fare con la loro religione, gli abiti tradizionali. Abbiamo conosciuto il Corano e visto libri e quaderni che i compagni usano alla scuola islamica”. In una scuola pubblica italiana.

Quindi non più ora di religione cristiana, ma anche di Islam.

Non c’è quindi da sorprendersi se a settembre di quest’anno anche gli alunni marocchini avevano acquistato i libri di religione e i genitori avevano espresso la volontà di farla fare ai loro figli.

Esulta il capo d’istituto Bruno Bruna: “Per noi è quotidianità lavorare sull’inclusione, sull’integrazione, il dialogo e l’amicizia. Se la scuola ha un senso è proprio quello di creare uno spirito di comunità, di appartenenza”. Insegnando il Corano ai bambini italiani.

Oggi a Murazzano l’ora di religione tutti insieme la fanno in quarta e in prima elementare: “Con i più piccoli parliamo di amicizia, di amore, delle festività, delle creazione”, spiega la maestra Valentina.

L’idea è piaciuta così tanto che è stato esportata anche alla scuola secondaria di Lequio Berria: “Anche lì – spiega il preside – si fanno discorsi legati al sentirsi fratelli, all’includere sempre. È quello che fa parte di quelle competenze trasversali che cerchiamo di far passare in tutte le discipline. Hanno parlato del Corano allo stesso modo in cui si parla della Bibbia per conoscere le basi di una religione”.

Stanno preparando il terreno all’invasione propagandando ai bambini che tutte le religioni sono uguali. Perché se spiegassero che nel Corano c’è scritto che ognuno di loro deve convertirsi o morire (o pagare la tassa da infedele), allora sì, sarebbe insegnare. Invece raccontano favole per rincoglionire i bambini.

Questi insegnanti sono più pericolosi della droga. Più dannosi della droga.

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