I cantieri perenni e il ciclista investito sulla Tiburtina

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Il presidente di Codacons, riguardo all’investimento del ciclista, rimasto ucciso, il giorno 18 maggio sulla Tiburtina, a Roma,  ha dichiarato: “Chiediamo alla magistratura di accertare se la morte del ciclista sia stata in qualche modo riconducibile ai restringimenti di carreggiata e ai cantieri stradali presenti ormai da anni su via Tiburtina, per  lavori che non sembrano avviarsi a conclusione”.

Riguardo a quei cantieri, trascrivo parte di una mia lettera pubblicata su un noto quotidiano il 25 ottobre del 2016: “Siete mai stati sulla Tiburtina? Da diversi anni (non mesi, anni) è un continuo cantiere. La popolazione è rassegnata, la prende come una calamità naturale. Cantieri eterni. Provate a passarci la mattina e fate caso a quanti operai vi lavorano. Alle volte due o tre. Spesso nessuno. C’è il cantiere, ma non c’è l’operaio. Di tempo per osservare ne avrete quanto ne volete, giacché le macchine procedono a passo d’uomo. Una volta ho allungato la mano dal finestrino e ho colto fiori di acacia e li ho offerti alla figlia che in questa città non ci vuole più vivere perché, riferisce, vivere in questa città è sempre più difficile”.

I cantieri sono ancora là. Mia figlia si è trasferita in un’altra città.

Carmelo Dini

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