Il “delirio” di una donna: intervista a Lucilla Vianello

Teocrazia e Cristianità oltre Tevere

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La scoperta di una malattia come un tumore al seno può spronare una donna a mettere in discussione il suo matrimonio e rivoluzionare la sua vita? È ciò che vive la protagonista di Diario di un delirio, il primo libro dell’autrice televisiva e cinematografica Lucilla Vianello, edito da Santelli Editore. Lavinia, la protagonista di questo emozionante libro è una donna che acquisisce la triste consapevolezza di non essere felice con suo marito e nel ruolo di mamma e casalinga, succube degli altri.  Riprendendo in mano la sua esistenza si innamora perdutamente di Marco, il suo oncologo. Tra di loro nasce una storia clandestina densa di passione che porterà Lavinia all’autodistruzione e al puro masochismo perché Marco si rivelerà presto un narcisista patologico e anaffettivo.

Diario di un delirio” è un libro narrato con uno stile crudo, semplice e diretto. In esso molte donne si riconosceranno perché è scritto con passione, sentimento, autenticità. È facile entrare in empatia con la protagonista che vive tutto con intensità e senza limiti. Lavinia accomuna tutte le donne che vivono con passione un amore e tramite esso imparano a conoscere se stesse. Amano per sentirsi vive. Un libro che rimane impresso nella memoria del lettore perché ci fa riflettere sulle emozioni intense, quelle che ci cambiano la vita e che ci trascinano nell’abisso più profondo per ritrovarci “a tu per tu” con la dimensione del “delirio” che ci aiuta a sentirci più umani.

In questa intervista esclusiva l’autrice Lucilla Vianello ci parla di com’è nata l’idea di scrivere questo libro e ci fa riflettere sui concetti di “delirio” ed “eros”, due dimensioni che fanno parte della nostra natura umana.

Com’è nata l’idea di scrivere “Diario di un delirio”?

“Diario di un delirio” nasce da un’esperienza personale. Nel 2016 mi è stato diagnosticato un tumore al seno destro. Quando ho appreso la triste notizia mi sono fermata un attimo e mi sono resa conto che non volevo morire perché non ero felice di come avevo condotto fino ad allora la mia vita. Ho cominciato subito a scrivere. Secondo alcuni studi psicologici, nel 2019, il 25% delle donne che hanno scoperto di avere un tumore hanno lasciato il proprio compagno o marito.  In Diario di un delirio non ho voluto solo parlare della malattia ma anche del coinvolgimento emotivo e passionale che può provare una donna nei confronti di un uomo. Ho cominciato a fare ricerche sull’argomento. Personalmente intanto mi sono rimessa in gioco e ho rivoluzionato la mia vita sia personale che professionale. È iniziato un vero e proprio percorso di rinnovamento. Ho cominciato a lavorare a delle produzioni televisive come autrice e a scrivere questo libro.

Cos’è per lei il “Delirio”?

Come scrivo nel mio libro: “Ognuno di noi ha un delirio. Ognuno in un momento. In un secondo. Minuto. Ora. Ha avuto il suo delirio. Quel delirio nascosto. Quella parte di follia pura, che nel bene e nel male, trascende dal quotidiano. Quel famoso lato oscuro studiato e analizzato da sempre ma che, secondo me, non ha mai trovato risposta. Perché risposta non c’è. Non è solo un vissuto infantile. È altro che si mischia a tanto, tantissimo altro. È ciò che non abbiamo mai avuto il coraggio di tirare fuori perché siamo cresciuti in un meccanismo che non ci ha permesso di guardarlo dall’inizio. Ma poi… scoppia…Improvvisamente, come un’eruzione e può durare un secondo, un minuto, un’ora. Ma anche tutto il resto della nostra vita”.

Nel suo libro emerge la dualità tra Eros e Amore. Secondo lei queste due dimensioni possono coincidere?

Secondo me no, non possono coincidere. Forse per una donna si. Noi donne veniamo molto prese letteralmente “di testa” quando ci innamoriamo.  Ma per un uomo la situazione è diversa. L’eros è vissuto diversamente. C’è un distacco netto tra l’eros e l’amore ma non ne faccio una colpa, è fisiologico ciò.

Nel personaggio di Lavinia convivono sia le pulsioni si vita e le pulsioni di morte, Eros e Thanatos. Come spiega questa dicotomia insita nell’essere umano?

Questa dualità è frutto di una profonda insicurezza di fondo, una mancata conoscenza di se stessi. Quando si è insicuri si tende ad essere masochisti e a cedere all’autodistruzione. Questa dicotomia è personale e dipende dal nostro vissuto e dalle esperienze di vita. Il personaggio di Lavinia accomuna molte donne che tendono a confondere ingenuamente la dipendenza sentimentale con l’amore vero. Lavinia è una donna come tante che vive una vita parallela, come molte donne che si identificheranno nel suo personaggio.

Marco, l’uomo del quale si innamora perdutamente Lavinia, è un narcisista patologico. Come si può riconoscere un uomo di questo tipo?

Ho letto tanto sull’argomento e sto continuando a fere tante ricerche sull’argomento. Credo che sia difficile riconoscerlo. Bisognerebbe porre le distanze all’inizio del rapporto. Ma se non si è abbastanza forti si diventa facilmente vittime di questo tipo di persone. Noi donne abbiamo sempre bisogno di sentirci corteggiate e messe al centro dell’attenzione e in questo, i narcisisti patologici ci riescono bene perché sono di fondo dei manipolatori.

Quanto è stata terapeutica la scrittura durante la sua malattia?

La scrittura è stata di fondamentale importanza in quel periodo delicato e difficile della mia esistenza. Quando ho scoperto la malattia ho intrapreso un percorso psicologico in cui la mia terapeuta mi ha spronata a scrivere. Mi è servito tanto. La scrittura di Diario di un delirio è nata spontanea. Mentre scrivevo immaginavo già che potesse diventare un film.

Ha avuto qualche difficoltà nella scrittura di Diario?

Quando ho completato Diario di un delirio l’ho inviato a diverse case editrici che mi hanno detto che andava romanzato. Ma io non ho ceduto. Diario doveva mantenersi così per spiegare in maniera efficace e diretta, anche cruda, la passione e il dolore autentici.

Un messaggio da trasmettere alle donne tramite il suo libro….

Vorrei incitare le donne a scoprire sé stesse per imparare ad acquisire nuove consapevolezze senza lasciarsi limitare da nessuno e nemmeno da sé stesse. Sentirsi libere di esprimersi anche sessualmente. Vorrei creare un blog proprio per confrontarmi con le donne e aiutarle e incoraggiarle a rinnovarsi a qualsiasi età. Ognuno ha delle risorse e delle potenzialità che non vanno sprecate per nessuna ragione al mondo. Non bisognerebbe nemmeno lasciarsi condizionare dall’odierna società maschilista che ci vuole solo mamme e mogli.

Progetti futuri….

Sto già lavorando ad un secondo libro. Questa volta incentrato sul personaggio di Marco. È lui che racconterà la storia dal suo punto di vista id narcisista patologico…

Mariangela Cutrone

 

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