Studiare solo per il voto ha senso? Secondo Thefaculty no: ecco il progetto di edu-game per imparare divertendosi

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I Gen Z sono i trendsetter di oggi e di domani ma molto difficili da conquistare, l’app thefaculty invece ci è riuscita

Gli stereotipi sulla Generazione Z sono moltissimi e quella che emerge è sempre un’immagine sfaccettata e confusa. Tuttavia, l’app thefaculty è riuscita ad integrarsi perfettamente nella study routine degli studenti universitari, mischiando il gioco alla competizione e il merito ai vantaggi esclusivi

Dai dati che emergono da Bloomberg, la Gen Z include più di un terzo della popolazione mondiale. Oggi, sono i giovani adulti o adolescenti che daranno forma ai prossimi decenni.

Nati esattamente nel momento in cui il mondo è andato online, per i nativi digitali la tecnologia non è un ostacolo né un’opportunità, è semplicemente parte della loro esperienza quotidiana e non solo per i momenti di svago. Dalle decisioni di acquisto, alla socializzazione fino ad arrivare all’apprendimento che, da sempre, per la Generazione Z incorpora strumenti basati sul web: simulazioni e altri metodi online e device come smartboard e smartphone.

Per integrarsi perfettamente nella study routine degli studenti Gen Z ,  thefaculty ha fatto leva su quello che i nativi digitali amano di più: un’innovativa unione digitale tra studio e divertimento (il cosiddetto edutainment) il tutto affiancato da principi di meritocrazia, inclusione e premiazione con i vantaggi economici.

L’app thefaculty, infatti, è un “edu-game” in cui gli studenti di una stessa area di studio duellano sulle materie appartenenti al proprio corso. I migliori vincono dei premi, mentre tutti gli altri accedono a sconti e vantaggi esclusivi da parte dei brand partner della startup, che così entrano in contatto con un target molto difficile da raggiungere e fidelizzare, quello degli studenti Gen Z.

Dai corridoi dell’Università alla study routine di 100.000 iscritti

“Nel 2017, ero uno studente di medicina, passavo giornate sui libri, non lavoravo e dipendevo completamente dai miei genitori. Non solo, mi resi conto che spesso, come la maggior parte dei miei colleghi, noi studenti siamo orientati ad ottenere voti alti ma dopo l’esame dimenticavamo parte dei contenuti. Da qui è nato il progetto di thefaculty: decisi di intervistare circa 200 universitari, che si dimostrarono entusiasti alla mia idea, ossia giocare con un’app di quiz sulle materie di studio e scambiare le loro conoscenze con vantaggi economici, come sconti o buoni”, racconta il fondatore Christian Drammis.

La startup innovativa è stata fondata nel 2018 con un brevetto software depositato.

Il progetto è piaciuto a tal punto che in pochi mesi sono stati raccolti gli investimenti necessari per lo sviluppo della app thefaculty, lanciata ufficialmente nell’aprile del 2019.

L’anno seguente è stato ancora più ricco di soddisfazioni per il team che ha concluso una partnership con Selexi, leader nazionale nella fornitura di test di ingresso ai maggiori poli universitari.

L’azienda certifica la qualità dei 40.000 quesiti presenti in app e ha conferito 100.000 euro di capitale partendo da un valore pre-money di 2 milioni e mezzo di euro.

Nello stesso anno, due partner importanti, Esselunga e Q8, hanno organizzato un grande contest destinando un montepremi del valore di 75.000 euro.

Negli ultimi mesi il team ha deciso, inoltre, di dedicarsi al miglioramento delle performance dell’applicativo che adesso conta circa 100.000 iscritti, di cui 60.000 universitari certificati con una media di 12.000 utenti attivi al mese e una permanenza in app di 15 minuti.

Non solo, thefaculty implementa anche un matching bot dotato di Intelligenza Artificiale che permette agli studenti di esercitarsi anche in mancanza di sfidanti online. Così, le partite giornaliere giocate raggiungono un ammontare di 12.000, per un totale di 10 milioni di risposte date ai quesiti, in altre parole, una fonte di dati immane.

“Abbiamo due obiettivi principali, il primo, è quello di proporci come la community di riferimento che dà un aiuto concreto agli studenti universitari. Il secondo, è quello di sviluppare un nuovo canale di digital marketing che i brand possono utilizzare per conquistare un target difficile. In altre parole, creare un circolo virtuoso di vantaggi sia per gli studenti sia per i nostri partner”, spiega Federica Gussago, marketing manager di thefaculty.

I partner che hanno creduto in thefaculty

Sono più di 50 le collaborazioni che thefaculty ha siglato in soli 2 anni. Fra i partner, molti brand vicini alle preferenze della Gen Z che hanno capito il potenziale della startup.

L’obiettivo è, senz’altro, quello di sviluppare partnership dalle quali gli studenti possano trarre il maggior valore possibile.

Da qui, la scelta di realtà come Just Eat, FlixBus, McFIT, BIT Mobility, la Feltrinelli, Libreria Universitaria, Gardaland e Treedom che possono rispondere ai bisogni dei ragazzi, dall’acquisto dei libri scolastici all’intrattenimento.

A capo di thefaculty un team giovane pronto a crescere

Il progetto thefaculty coinvolge giovani talenti su tutti i fronti. Infatti dietro le quinte c’è un team di 13 membri under 25 con background ed esperienze diverse. La maggior parte di loro sta ancora seguendo un percorso di studi universitario e, nonostante la giovane età, riesce ad interfacciarsi con le grandi aziende e stringere partnership di valore.

Dopo aver fatturato più di 150.000 euro sia nel 2019 che nel 2021, thefaculty ha già raggiunto quota 250.000 euro per l’anno corrente mentre le previsioni per il 2022 vedono il sorpasso di questa cifra.

Sebbene la squadra abbia ottenuto finora risultati positivi, la loro voglia di crescere è ancora molta. Infatti, il prossimo autunno è in programma un nuovo round di investimento in crowdfunding con l’obiettivo di raccogliere 500.000 euro con una valutazione pre-money attorno ai 4 milioni di euro.

Per il prossimo anno, l’obiettivo è consolidare il mercato italiano aprendo le porte agli studenti delle scuole superiori mentre nel 2023 thefaculty si estenderà all’estero.

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