Il caso della badante ingorda che si appropriò dell’eredità e finì in carcere

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La donna è stata condannata a sei anni per aver approfittato della fiducia di un imprenditore ed essersi appropriata del denaro destinato al figlio disabile 

La storia della badante che riceve in eredità una fortuna e però non si accontenta esce dai luoghi comuni e diventa realtà: il Tribunale di Termini Imerese (Palermo) ha condannato una donna, Giusta Sorrentino, a 6 anni di carcere. Assolti i tre coimputati: il figlio, Federico Traina, l’avvocato Giovanni Di Martino e il bancario Benedetto Aricò.

La Procura ha dimostrato che l’imputata si sarebbe appropriata del denaro destinato al figlio disabile di un imprenditore di Misilmeri (Palermo). Prima di morire, il genitore aveva deciso di affidare le fortune e il destino del ragazzo alla badante, che riteneva fidata: per ripagarla del servizio reso e della fedeltà le aveva lasciato in eredità la nuda proprietà di 31 immobili (di cui 11 fabbricati) e 450 mila euro. Non contenta, secondo la Guardia di Finanza, Sorrentino si sarebbe appropriata di tutto. 

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