Gli Oliver Onions sono tornati

Cinema

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In “Future Memorabilia” riprendono, in compagnia di illustri ospiti, da Tommaso Paradiso e Claudio Baglioni agli Elio e Le Storie Tese e David Hasselhoff, alcune di quelle colonne sonore che li hanno resi immortali in tutto il mondo

 

© Oliver Onions 
 

Si intitola “Future Memorabilia” il disco che riporta nella catena di distribuzione discografica gli Oliver Onions, duo romano passato alla storia per indimenticabili colonne sonore di film diventati ormai dei cult del nostro cinema anni ’70 e ’80. “Continuavano a chiamarlo Trinità”, “Anche gli angeli mangiano fagioli”, “Giovannona Coscialunga disonorata con onore”, “Altrimenti ci arrabbiamo”, “Tre tigri contro tre tigri”, “I due superpiedi quasi piatti”, “Piedone l’africano”, “Lo chiamavano Bulldozer”, “Uno sceriffo extraterrestre… poco extra e molto terrestre”, “Banana Joe, “Bomber”, “Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio”, “L’allenatore nel pallone”, “Mezzo destro, mezzo sinistro”…sono solo alcuni dei titoli cui musiche sono state firmate dai fratelli Guido e Maurizio De Angelis.

Perché gli Oliver Onions facevano negli anni ’70 quello che nemmeno oggi si arriva a fare con tale illuminazione. In “Future Memorabilia” riprendono, in compagnia di illustri ospiti, da Tommaso Paradiso e Claudio Baglioni agli Elio e Le Storie Tese e David Hasselhoff, alcune di quelle colonne sonore che li hanno resi immortali in tutto il mondo. Non si può proprio considerare un tuffo nel passato, nonostante a qualcuno l’ascolto potrà scaturire una fisiologica nostalgia per i tempi andati, soprattutto i tempi dei film di Bud Spencer e Terence Hill; ma in realtà basta chiudere gli occhi, provare a dimenticare nomi, cognomi, nomi d’arte e film, per ritrovarsi in una dimensione che non può di certo essere collocata indietro nel tempo ma, semmai, avanti.

Ma voi ve ne siete mai accorti di essere così avanti…?

“Grazie, noi lo facevamo di impeto, come ci veniva lo facevamo. Rispetto a quello che si fa oggi, si può darsi. Noi avevamo davvero la voglia di introdurre nuovi elementi che probabilmente anticipavano come sonorità quello che è venuto in seguito. Tommaso Paradiso ha una nostalgia autentica per quel periodo del cinema, immagino si sia divertito molto a far parte del progetto… Per quello lo abbiamo scelto, lui ha sempre dimostrato anche a noi di seguire le nostre cose, di essere un grande fan, noi siamo stati felicissimi di averlo coinvolto e lui è stato felicissimo di essere coinvolto in questo disco. Claudio Baglioni invece aveva già registrato “Sandokan” in “Anime in gioco” nel ’97… È una veste molto rinnovata che si avvicina molto di più a quella del Claudio Baglioni attuale. Geniale l’idea di reinterpretare il vostro “La la la la lalla” con gli Elio e Le Storie Tese…tra l’altro questa musica nasconde un aneddoto, Bud Spencer improvvisò la sua parte, è corretto? Certo, la parte scritta era solo il “La la la la lalla”, poi durante le riprese però c’era uno stop, una pausa, in cui si doveva inquadrare un altro personaggio, il killer, allora gli abbiamo chiesto di fare qualcosa e lui si inventò quel suono con le labbra, quel “Ba, ba, ba, baaa””

Cosa vi piaceva del mondo del cinema?

“Tutto, era il nostro mondo. Amanti della musica come eravamo e come siamo ancora, la possibilità di mettere la nostra musica in un film, per noi era una festa. Pur lavorando tanto non sentivamo la stanchezza, l’entusiasmo che mettevamo nel trovare soluzioni, alternative, temi…questa era tutta benzina che ci caricava. Come funzionava ai tempi il vostro processo creativo? Vi mandavano il film, la sceneggiatura…e poi voi ci mettevate su le musiche? Ci davano sempre la sceneggiatura e noi su quella dovevamo capire lo spirito, il mood, del film. Poi spesso andavamo anche sul set per capire meglio, ma alla fine quando avevamo il girato ce lo studiavamo e alle volte andavano in una direzione o in un’altra. Poi il regista ci dava anche delle indicazioni di massima, l’approccio con regista e produttori era necessario.

Leggevo la lista dei film ai quali avete lavorato, vedo che nel 1987 avete smesso, magari è successo qualcosa, ma non posso fare a meno di notare che è anche un periodo in cui il cinema comincia ad essere diverso, è questo che ha condizionato la vostra carriera?

“Sicuramente anche il cinema è cambiato, tanti tipi di film non si sono più prodotti, registi con i quali avevamo lavorato avevano smesso, ma noi abbiamo continuato sempre a fare il nostro mestiere, ci siamo solo trasferiti in televisione; da questo punto di vista negli anni ’90 abbiamo fatto anche serie molto conosciute, c’è stato il periodo de “Il Maresciallo Rocca”, il periodo di “Incantesimo”, che è durato 10 anni, per il quale abbiamo anche rifiutato di fare altri lavori. Nel frattempo, chiaro, il cinema era cambiato e i generi che andavano una volta non trovavano spazio nelle società di produzione”.

 

Qual è il film che avete musicato che vi rende più orgogliosi?

“La risposta potrebbe sembrare scontata ma diciamo “Per grazia ricevuta”, perché è il primo, è quello che ci ha dato lo stimolo a continuare. Ovviamente siamo orgogliosi di per sé di aver partecipato al successo del film, anche le musiche sono piaciute molto. È una ragione emotiva, ma anche logica e cronologica, ma quello è stato il primo, poi sono arrivati tutti gli altri film e sono tutti figli nostri e non puoi dire a un figlio che è più figlio dell’altro.

Con quale regista vi piacerebbe lavorare oggi?

“Avremmo voglia di lavorare con un regista che avesse voglia di affidarci un lavoro tematico, perché negli ultimi tempi la tendenza è quella di proporre solo musica che da emozioni superficiali, che non ti entrano nel cuore, come si faceva una volta, quando una volta c’era il ricorso al tema classico. Forse mi piacerebbe lavorare con il figlio di Sollima, perché è un bravo regista, ma non ci siamo mai incontrati. Ma mai dire mai”. agi 

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