Quella calorosa stretta di mano tra Biden ed Erdogan

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Triplice appuntamento a Bruxelles: vertice Nato, G7 e Consiglio europeo. Intanto il vice ambasciatore russo all’Onu minaccia l’uso delle armi nucleari contro “chi cerca di interferire”. Per la prima volta in tanti anni gli Stati Uniti non dovranno più convincere gli alleati europei a spendere di più per la propria difesa.

© ERIC LALMAND / BELGA MAG / Belga via AFPErdogan e Biden

I vertici sono detto e non detto, occhiate, movimenti del corpo, dettagli che diventano essenza, la prossemica della diplomazia. Il primo colpo d’occhio della giornata arriva con il caloroso saluto e la stretta di mano tra il presidente americano Joe Biden e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan al vertice straordinario della Nato sulla guerra in Ucraina.

I due leader si sono fermati a parlare per qualche minuto prima della foto di gruppo che ha preceduto l’avvio dei lavori. Erdogan ha ascoltato Biden, poi ha fatto un cenno d’assenso, quasi un ringraziamento per la parole del presidente americano. La Turchia rappresenta un elemento fondamentale dello scenario, è il secondo esercito Nato, ha un ruolo di cerniera tra Occidente e Oriente, ha buoni rapporti con Mosca, ha comprato i sistemi di difesa anti-missile russi S-400 che per alcuni analisti militari potrebbero essere “girati” all’Ucraina senza diventare un elemento di prova di un coinvolgimento diretto di un Paese Nato nel conflitto. Sono ipotesi circolate che non si sono mai concretizzate.

Prima ancora che la crisi tra Russia e Ucraina si trasformasse in guerra aperta, la Turchia si è a più riprese proposta come mediatore tra Mosca e Kiev, in virtù dei buoni rapporti con entrambi i Paesi, e nei giorni scorsi Erdogan ha confermato la disponibilità a ospitare i presidenti di Russia e Ucraina a Ankara o a Istanbul.

I rapporti bilaterali sono ottimi, il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu si è incontrato a Mosca con Serghei Lavrov il 16 marzo scorso e ha ribadito che “la guerra deve finire, la gente non deve morire. Oggi sono venuto qui a Mosca con questa convinzione. Abbiamo condiviso le nostre preoccupazioni in modo sincero e fatto la nostra parte per allentare le tensioni e aprire la scena alla diplomazia”, aveva detto il ministro turco sperando di “ospitare questo incontro (Putin-Zelenskiy) quando la situazione arriverà a quel punto… per un cessate il fuoco duraturo”.

“Abbiamo l’obbligo di costruire un mondo di pace, non di guerra”, ha dichiarato Erdogan nei giorni scorsi aprendo il forum diplomatico di Antalya, davanti a una platea composta, tra gli altri, dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Pur avendo condannato, anche in seno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’invasione della Russia e sostenuto la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, Ankara non ha aderito alle sanzioni economiche occidentali, come del resto non lo aveva fatto in occasione dell’occupazione russa della Crimea nel 2014. Sono elementi che pesano e danno alla Turchia una capacità di proposta e ascolto in più per il futuro negoziato tra Mosca e Kiev.

  •  12:01

    Cremlino, Abramovich coinvolto nei negoziati iniziali

    L’oligarca russo Roman Abramovich è stato coinvolto “nello stadio iniziale” dei colloqui tra Mosca e Kiev. Lo ha confermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, interpellato dai giornalisti sull’indiscrezione che sia stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a chiedere all’omologo americano Joe Biden di tenere il tycoon fuori dalle sanzioni perché utile per portare avanti i negoziati tra i Paesi. Quanto a un attuale coinvolgimento di Abramovich, Peskov ha sottolineato che i colloqui “in questo momento sono tenuti da due squadre negoziali, una russa e una ucraina”.

  •  11:58

    Quella stretta di mano calorosa tra Biden e Erdogan

    (Di Mario Sechi e Rita Lofano) – I vertici sono detto e non detto, occhiate, movimenti del corpo, dettagli che diventano essenza, la prossemica della diplomazia. Il primo colpo d’occhio della giornata arriva con il caloroso saluto e la stretta di mano tra il presidente americano Joe Biden e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan al vertice straordinario della Nato sulla guerra in Ucraina.

    I due leader si sono fermati a parlare per qualche minuto prima della foto di gruppo che ha preceduto l’avvio dei lavori. Erdogan ha ascoltato Biden, poi ha fatto un cenno d’assenso, quasi un ringraziamento per la parole del presidente americano. La Turchia rappresenta un elemento fondamentale dello scenario, è il secondo esercito Nato, ha un ruolo di cerniera tra Occidente e Oriente, ha buoni rapporti con Mosca, ha comprato i sistemi di difesa anti-missile russi S-400 che per alcuni analisti militari potrebbero essere “girati” all’Ucraina senza diventare un elemento di prova di un coinvolgimento diretto di un Paese Nato nel conflitto. Sono ipotesi circolate che non si sono mai concretizzate.

    Prima ancora che la crisi tra Russia e Ucraina si trasformasse in guerra aperta, la Turchia si è a più riprese proposta come mediatore tra Mosca e Kiev, in virtù dei buoni rapporti con entrambi i Paesi, e nei giorni scorsi Erdogan ha confermato la disponibilità a ospitare i presidenti di Russia e Ucraina a Ankara o a Istanbul.

    I rapporti bilaterali sono ottimi, il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu si è incontrato a Mosca con Serghei Lavrov il 16 marzo scorso e ha ribadito che “la guerra deve finire, la gente non deve morire. Oggi sono venuto qui a Mosca con questa convinzione. Abbiamo condiviso le nostre preoccupazioni in modo sincero e fatto la nostra parte per allentare le tensioni e aprire la scena alla diplomazia”, aveva detto il ministro turco sperando di “ospitare questo incontro (Putin-Zelenskiy) quando la situazione arriverà a quel punto… per un cessate il fuoco duraturo”.

    “Abbiamo l’obbligo di costruire un mondo di pace, non di guerra”, ha dichiarato Erdogan nei giorni scorsi aprendo il forum diplomatico di Antalya, davanti a una platea composta, tra gli altri, dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Pur avendo condannato, anche in seno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’invasione della Russia e sostenuto la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, Ankara non ha aderito alle sanzioni economiche occidentali, come del resto non lo aveva fatto in occasione dell’occupazione russa della Crimea nel 2014. Sono elementi che pesano e danno alla Turchia una capacità di proposta e ascolto in più per il futuro negoziato tra Mosca e Kiev.

  •  10:52

    Bce: la Russia sarà in recessione nel 2022

    In Russia ci si attende che nel 2022 l’economia entri in recessione a seguito dell’invasione dell’Ucraina e delle conseguenti sanzioni imposte dai paesi occidentali”. È quanto si legge nel bollettino economico della Bce.
    “Verso la fine del 2021 lo slancio della crescita – spiega l’istituto di Francoforte – è stato vigoroso, ma ci si attende che le pesanti sanzioni e il clima di fiducia negativo riducano in misura significativa il finanziamento interno ed esterno, facciano diminuire consumi e investimenti e compromettano il commercio internazionale della Russia. Il considerevole deprezzamento del rublo ha indotto la banca centrale ad aumentare il tasso di riferimento dal 9,5 al 20 per cento e a imporre controlli sui movimenti di capitali per stabilizzare i mercati”. In prospettiva, sottolinea ancora la Bce, “è probabile che il deprezzamento del rublo e gli shock sui prezzi all’importazione derivanti dalle sanzioni facciano si’ che l’inflazione si mantenga su livelli elevati e ritorni verso l’obiettivo del 4 per cento stabilito dalla Banca centrale russa solo con gradualità, nel medio periodo. Le prospettive rimangono offuscate dai significativi rischi geopolitici”.

  •  10:17

    Il vice ambasciatore russo all’Onu: useremo le armi nucleari se provocati

    La Russia userà le armi nucleari se provocata: lo ha detto il vice ambasciatore russo all’Onu, Dmitry Polyanskiy. Polyanskiy, uno dei diplomatici russi di maggior rilievo in Usa, ha parlato a Sky News dopo che il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov, aveva spiegato che il Cremlino potrebbe decidere di ricorre all’arma nucleare se messa di fronte a una minaccia “esistenziale”. “Se la Russia è provocata dalla Nato, se la Russia viene attaccata dalla Nato, perché no, siamo una potenza nucleare”, ha detto Polyansky quando gli è stato chiesto se ritenga corretto che questa minaccia pesi sul mondo. “Non credo sia la cosa giusta da dire. Ma non è la cosa giusta minacciare la Russia e cercare di interferire. Quindi quando hai a che fare con una potenza nucleare, ovviamente, devi calcolare tutti le possibili conseguenze del tuo comportamento”.

  •  09:20

    L’ambasciatore ucraino a Roma: ci servono armi per la difesa aerea

    La Russia non ha raggiunto “nessuno degli obiettivi strategici dell’invasione e per questo sta ora tentando di provocare una catastrofe umanitaria ma le nostre forze armate e i cittadini resistono con un coraggio straordinario”. Ma, ha detto l’ambasciatore ucraino in Italia Yaroslav Melnyk, “ci servono armi. Non possiamo vincere senza sistemi di difesa aerea per abbattere i missili, ma i nostri partner non ce li hanno dati e non vedono il nostro ingresso nella Nato: questa paura è comprensibile ma non servirà. La Russia capisce solo la forza, e vi chiediamo ancora di sostenere la chiusura del nostro cielo o almeno sistemi di difesa a lungo raggio”. Ogni giorno che passa, ha detto ancora il diplomatico, “aumenta l’aggressività della Russia e senza un intervento deciso nulla impedirà all’aggressore di continuare a colpire”. Ma, ha chiosato, “ogni colpo all’Ucraina sarà un colpo al diritto internazionale, aumenta la crisi dei rifugiati e l’insicurezza, ma sarà anche un duro colpo alla sicurezza alimentare globale”.

  •  09:01

    L’ambasciatore ucraino alla Commissione Esteri della Camera: “Ogni giorno crimini contro l’umanità”

    L’invasione della Russia è condotta nel “modo più barbaro e inimmaginabile” e “non riguarda solo la supravvivenza dell’Ucraina ma di tutta l’Europa e dei suoi valori”. A esattamente un mese dall’inizio dell’invasione, l’ambasciatore ucraino Yaroslav Melnyk è intervenuto alla Commissione Esteri della Camera, avvertendo che “le mire russe vanno ben oltre l’Ucraina, si tratta della sfera di influenza in Europa e in Asia. Dopo l’Ucraina ci possono essere il Kazakistan, la Moldavia, ma anche la Polonia”.

  •  08:46

    Johnson: linea rossa superata, più pressione economica

    Per il premier britannico, Boris Johnson, in Ucraina “la linea rossa è già stata superata” e occorre “fare di più da un punto di vista economico”. “La Russia sta bombardando in maniera indiscriminata i centri civili, sta causando un numero enorme di vittime in popolazioni del tutto innocenti. Dobbiamo fare di più”, ha detto prima di partire per Bruxelles all’emittente Lbc. Johnson azzarda anche proposte: “Possiamo fare di più per impedirgli di usare le sue riserve auree, ad esempio, oltre alle sue riserve di contanti? Più pressione esercitiamo ora, in particolare su cose come l’oro, più possiamo abbreviare la guerra”.

  •  08:41

    Stoltenberg: riposizionare difesa e deterrenza Nato

    “Mi aspetto che i leader alla riunione di oggi inizino oggi il processo per arrivare a prendere più decisioni a lungo termine sulla nostra deterrenza e difesa perché dobbiamo riposizionare la nostra difesa e deterrenza”. Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, all’arrivo al Summit straordinario dell’Alleanza. “Questa decisione mi aspetto che poi venga presa al Summit di giugno”, ha ricordato. “La Nato ha aumentato la sua presenza militare in Romania” e “ho visitato la Romania e ho incontrato le truppe di Stati Uniti e altri Paesi, impegnate a rimanere e a difendere i territori Nato. Queste truppe staranno lì finché necessario, ma questo è parte della risposta immediata all’invasione russa dell’Ucraina”, ha spiegato Stoltenberg. “Affrontiamo la più seria crisi da generazioni e quindi la Nato deve rispondere e per questo deve risposizionare la nostra difesa e deterrenza a lungo termine”, ha aggiunto.

  •  08:39

    Mosca annuncia: preso il controllo di Izyum nella regione di Kharkiv

    L’esercito russo ha preso il controllo della città di Izyum nella regione di Kharkiv. Lo ha reso noto il portavoce del ministero della Difesa russo, il maggiore generale Igor Konashenkov.

  •  07:54

    Stoltenberg: grave errore di Putin, ha sottostimato la resistenza

    “Putin ha commesso un grave errore lanciando la guerra contro l’Ucraina e ha sottostimato la coraggiosa resistenza degli ucraini”. Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al suo arrivo al summit straordinario. La Nato ha confermato la volontà di fornire “sostegno finanziario, umanitario e militare” all’Ucraina. “Oggi i leader dell’Alleanza decideranno il dispiegamento di nuovi battaglioni nel fianco orientale, in Bulgaria, Romania, Ungheria e Slovacchia”, ha detto il segretario generale.

  •  07:25

    Mattarella: l’aggressione al popolo ucraino riporta l’Europa in un tempo di stragi

    “L’ingiustificabile aggressione al popolo ucraino di cui si è resa responsabile la Federazione russa ha fatto ripiombare il Continente europeo in un tempo di stragi, di distruzioni, di esodi forzati che fermamente intendevamo non avessero più a riprodursi dopo le tragiche vicende della Seconda guerra mondiale”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 17 Congresso Nazionale dell’ A.N.P.I. in un messaggio al presidente, Gianfranco Pagliarulo.

  •  07:10

    Londra: Mosca chiamerà soldati leva per colmare perdite

    “Mosca sarà probabilmente obbligata a richiamare i riservisti, i militari di leva e i mercenari per rimpiazzare le migliaia di perdite sofferte nel corso dell’invasione in Ucraina”. Lo afferma la Difesa britannica nel suo ultimo aggiornamento. “Non è chiaro – aggiunge Londra – come questi gruppi si integreranno con le forze già presenti sul terreno e l’impatto che questo dispiegamento avrà nella battaglia”.

  •  04:35

    Alla Casa Bianca il Tiger Team valuta scenari estremi

    La prospettiva di un uso di armi biologiche o nucleari ha spinto la Casa Bianca a mettere in piedi un team di funzionari della sicurezza nazionale chiamato a valutare una eventuale reazione. Il Tiger Team, così è stato definito secondo il New York Times, si occupa di situazioni estreme, come quella, non inverosimile, che potrebbe vedere un convogli di aiuti o armi Nato sotto attacco militare da parte di Mosca. La squadra di funzionari, inoltre, studia una possibile estensione del conflitto alla Moldavia o alla Georgia, e ha elaborato proposte che saranno discusse dal presidente americano, Joe Biden, ne corso del vertice dell’Alleanza.

  •  04:01

    Il Pentagono: i russi hanno respinto ogni contatto

    Ripetuti tentativi dei vertici militari americani di stabilire un contatto con gli omologhi russi sono falliti per la volontà dei generali del Cremlino di non rispondere. Lo riporta il Washington Post, che cita il portavoce del Pentagono, John Kirby. Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il capo del Pentagono Lloyd Austin e il capo di Stato maggiore dell’esercito, generale Mark Milley, hanno tentato inutilmente di parlare con il ministro alla Difesa russo Sergei Shoigu e il generale Valery Gerasimov. I russi, riporta il quotidiano americano, “hanno finora declinato ogni contatto”. Mosca e Washington continuano a mantenere in piedi una linea di comunicazione, ma al momento non è stata utilizzata.

  •  01:39

    La Difesa britannica: l’avanzata russa su Kiev è in forte difficoltà

    Le unità militari ucraine hanno condotto con successo la controffensiva nelle città alla periferia di Kiev, e hanno probabilmente ripreso il controllo di Makariv e Moschun. Lo afferma la Difesa britannica nel suo ultimo Intelligence update pubblicato su Twitter. A nord-est di Kiev i russi stanno affrontando significative difficoltà, e la controffensiva ucraina ha probabilmente messo a rischio la ripresa dell’avanzata verso la capitale. Vi è, infine, la realistica possibilità che gli ucraini siano in grado di circondare le unità russe a Bucha e Irpin. agi

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