I gasdotti nel Salento potrebbero raddoppiare: il ministro firma accordo

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LECCE – Mentre continua nel Salento il movimento di protesta contro il gasdotto Tap, il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda è volato a Tel Aviv, dove ha sottoscritto, assieme a Israele, Grecia e Cipro, il primo via libera a Eastmed, il più grande gasdotto sottomarino del mondo che dovrebbe portare in Italia il gas naturale off shore dei giacimenti di Israele e Cipro, rilanciando l’ipotesi di utilizzo del gasdotto Poseidon di Edison a Otranto.

Il megaprogetto sarà presentato ai ministri del G7, poiché ritenuto “fondamentale asse di sviluppo della strategia energetica complessiva del Mediterraneo”, con buona pace dei cittadini che in questi giorni stanno esprimendo, pacificamente ma con forza, tutto il loro disaccordo contro la Tap.

Intanto è pronto l’appello al Presidente della Repubblica per la sospensione dei lavori del gasdotto a Melendugno-San Foca, redatto dai “sindaci No Tap”. All’iniziativa hanno aderito quasi tutti i comuni della provincia di Lecce. Ad oggi sono infatti 94 i sindaci che hanno sottoscritto la mozione. Assenti solo Galatina e Parabita (comuni commissariati) e, appunto, Otranto, comune direttamente interessato dal nuovo gasdotto, che potrebbe approdare nella Città dei Martiri nel 2025.

Ecco il testo dell’appello:

“Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Regione Puglia

Illustrissimi Presidenti,
certamente avete appreso dalle notizie di questi giorni gli eventi che stanno turbando l’intera comunità salentina.

Il progetto del gasdotto TAP determinerà una violenta e irreversibile ferita a questo territorio, unico per le sue bellezze e per le sue caratteristiche paesaggistiche apprezzate in tutto il mondo.

Questo territorio si fregia di importantissimi riconoscimenti (Bandiera Blu d’Europa e premio 5 vele Legambiente) e di una presenza turistica in costante aumento, tra le più importanti destinazioni turistiche d’Italia.

L’approdo del gasdotto TAP dista pochi km dall’area di Roca Vecchia, uno dei siti archeologici più importanti del Mediterraneo, e dalla Riserva Naturale dello Stato “Le Cesine”, zona umida di interesse internazionale gestita dal WWF.

Questa infrastruttura energetico-industriale prevede, in corrispondenza della stupenda spiaggia di San Basilio (San Foca – Melendugno), la costruzione di un maxi tunnel in cemento armato lungo 1,5 km e una successiva condotta di oltre 8 km – che devasterà così la campagna salentina – sino alla gigantesca centrale di depressurizzazione, estesa per 12 ettari, a ridosso di quattro centri densamente abitati (Comuni di Melendugno, Vernole, Calimera, Castrì), con gravi conseguenze sulla salute e per la sicurezza di oltre 30 mila abitanti.

Il gasdotto terminerà a Mesagne (Brindisi), dopo aver percorso ben altri 55 km per collegarsi alla rete nazionale SNAM, continuando a ferire in maniera irreversibile il caratteristico paesaggio del basso Salento, con l’espianto e l’inutile sacrificio di oltre 10.000 alberi di ulivo, da sempre simbolo della fecondità e della produttività di questa terra e condannandolo ad una conseguente mutazione “genetica”.

A questo progetto le comunità dell’intero Salento da anni si oppongono, e continuano a farlo, con il sostegno dei Sindaci e delle Amministrazioni comunali democraticamente elette, nella consapevolezza che l’infrastruttura TAP è incompatibile con la bellezza millenaria di questi luoghi.

Tutti noi sottoscrittori siamo certi – confortati da competenti studi scientifici – che, se tutto ciò sarà portato a termine, si determineranno molteplici impatti negativi sotto il profilo ambientale, culturale, sociale, economico, sanitario e della sicurezza.

Siamo altrettanto convinti che opere di tale portata e così altamente impattanti devono obbligatoriamente essere condivise ed accettate dalle popolazioni destinate a riceverle, nel rispetto dei principi democratici di leale e fattiva collaborazione tra tutti gli organi dello Stato.

I sottoscritti Sindaci salentini, i Parlamentari, i Consiglieri Regionali, per tutto quanto sopra detto, rivolgono accorato appello al Presidente della Repubblica Italiana, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente della Regione Puglia e a tutte le Autorità competenti affinchè venga disposta un’immediata sospensione delle attività in corso anche a tutela dell’incolumità dei cittadini che legittimamente manifestano il proprio dissenso e degli stessi lavoratori.

Gli stessi sottoscrittori chiedono che le Illustrissime Autorità in indirizzo vogliano convocare con urgenza un incontro tecnico politico, propedeutico all’avvio di un’attività di ricerca di soluzioni più avanzate.

Certi di un Vostro positivo riscontro,
rivolgiamo Distinti saluti”

Giuseppe Nuzzo

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