Cleopatra torna a Brera

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Sicuramente la Cleopatra morente (1660-1662) di Brera è uno dei dipinti più celebri del grande seicentista romagnolo Guido Cagnacci (Sant’Arcangelo di Romagna 1601 – Vienna 1663), capolavoro di intensa e rarefatta sensualità, appartenente alla fase tarda dell’artista, ed anche una delle interpretazioni più originali e seducenti che del tema abbia realizzato un pittore antico.
Dalla collezione Spiridon di Roma, come è noto, il dipinto è pervenuto alla Pinacoteca di Brera, grazie alla donazione di Alberto Saibene, allora vicepresidente degli “Amici di Brera”.

Nella Cleopatra morente di Brera il forte impatto dell’accentuato primo piano, una delle soluzioni compositive preferite da Cagnacci, il formato orizzontale che lascia percepire il vuoto attorno alla protagonista, il registro cromatico di sapiente parsimonia, decantato dalla luce chiara che esalta la natura dei volumi e la loro morbidezza quasi tattile, l’assenza di qualsiasi connotazione all’antica dell’episodio storico, sono tutte conferme dell’originalità assoluta di una simile resa del soggetto.
Nel dipinto di Brera, protagonista dell’immagine non è più l’eroina antica cantata dai poeti, ma una donna vera, quasi borghese, che si concede alla vista senza artifizi, in tutta la sua carnale concretezza.

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