Centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto, il “bancomat” della ‘ndrangheta

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Numerose le reazioni all’inchiesta che ha portato allo scandalo del centro per i migranti Sant’Anna. La senatrice Lo Moro: “Si apra un confronto col governo e si sveli tutta la rete di connivenze su questa vicenda immorale e squallida”. Cgil: “Si tratta di un sistema corrotto che di umanitario non ha nulla, un fallimento nascosto dietro l’etichetta dell’emergenza”

CROTONE – “Il dato rilevante è che, secondo l’ipotesi investigativa portata avanti dalla Dda di Catanzaro, la cosca Arena di Isola Capo Rizzuto controllava il Cara di Crotone, il più grande centro di accoglienza per i richiedenti asilo d’Europa. La ‘ndrangheta e i suoi associati avrebbero lucrato su ingenti fondi europei girati dal governo per la gestione del Sant’Anna e di due Sprar. Sul centro accoglienza di Crotone ci sono state troppe sottovalutazioni. Ora c’è da augurarsi che venga fuori la rete di relazioni e di connivenze che hanno potuto rendere possibile una vicenda immorale e squallida, oltre che grave e rilevante sul piano penale”. Sono le considerazioni di Doris Lo Moro, senatrice calabrese, che interviene sullo scandalo del centro sant’Anna di Isola Capo Rizzuto. Per la parlamentare “va nella direzione giusta il programma di ispezioni già annunciato. Sulla vicenda  disvelata dalla indagine dei magistrati, dei carabinieri e della guardia di finanza, serve un intervento immediato che garantisca una gestione adeguata per il futuro”.

Lo Moro, ringraziando magistrati e forze dell’ordine per il lavoro svolto, insiste sulla necessità che sia fatta luce “anche sul piano amministrativo, sulla gestione pregressa del Sant’Anna di Crotone e degli altri centri di accoglienza coinvolti nell’operazione della Dda catanzarese. Su questi temi – annuncia la senatrice – nelle prossime ore sarà necessario aprire un confronto con il governo. Mi attiverò in tale senso presentando un atto di sindacato ispettivo urgente”.

Per la Cgil Calabria lo scandalo del centro Sant’Anna “mostra lo stato delle opacità, delle gestioni criminali e del cattivo funzionamento dei corridoi umanitari del sistema dell’accoglienza diffuso sul territorio nazionale”. Per il sindacato si tratta di “un sistema corrotto, che di umanitario non ha nulla, un fallimento nascosto dietro l’etichetta dell’emergenza, un sistema italiano dell’accoglienza che e’ diventato business per organizzazioni criminali, per camuffate pseudo-associazioni a volte familistiche e clientelari”. La Cgil calabrese fa notare: “La presenza nell’inchiesta di alcune associazioni di volontariato, anche vicine al mondo cattolico destano una ragione di inquietudine maggiore. La permeazione delle ‘ndrangheta ha ormai raggiunto livelli sino a poco tempo fa inimmaginabili; la ‘ndrangheta di seconda generazione non solo si e’ infiltrata in Comuni, associazioni, nella politica, ma ha costruito purtroppo classi dirigenti e governa direttamente il territorio. Per queste ragioni – secondo la Cgil – occorrono specifici interventi da parte dello Stato per la messa in sicurezza ambientale del territorio e l’ordine pubblico”.
Il sindacato aggiunge: “Anche l’Unione europea deve fare la sua parte, deve controllare i corridoi umanitari e favorire gli accordi internazionali per un piano di aiuti anche sui luoghi di origine”.

Anche la presidente della commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi ha preso posizione sullo scandalo di Isola Capo Rizzuto evidenziando come “il centro accoglienza fosse diventato una miniera di denaro per il clan Arena, la cosca dominante del luogo. Sull’opacità della gestione del Centro Sant’Anna – aggiunge Bindi – aveva aperto un’inchiesta anche la nostra commissione. Questa vicenda conferma la capacità delle mafie di sfruttare le debolezze e le fragilità del nostro tempo con un approccio predatorio e parassitario. La tragedia dei migranti è anche un vergognoso volano di corruzione che va perseguita e stroncata con estremo determinazione”. L’appello unanime rivolto ai magistrati e alle forze dell’ordine che hanno scoperchiato il ‘vaso di Pandora’ è quello di intensificare ulteriormente le indagini per scardinare definitivamente il perverso sistema di clientela e corruzione grazie al quale il centro accoglienza Sant’Anna era diventato, come gli stessi giudici della Dda hanno affermato, “il bancomat della ‘ndrangheta”. (msc)

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