Casaleggio jr. ha detto ai giovani confindustriali riuniti a Rapallo che si può crescere “a due cifre” e per farlo si deve incedere sulla strada della ricerca tecnologica.
Musica per i confindustriali che asseriscono da sempre questa cosa anche se le evidenze dicono l’inverso.
Come stanno veramente le cose? Confindustria non ha mai indovinato una ricetta (fantastico l’errore sull’euro o la attuale mondializzazione selvaggia) e quindi sarebbe strano che questa volta abbia centrato; certo, è verissimo che si deve crescere a due cifre: se esistono milioni di lavoratori inutilizzati e centinaia di capannoni abbandonati basta far incontrare lavoro e capitale perché il prodotto cresca a ritmi inimmaginabili; e se la politica garantisce solo lo zero virgola vuol dire che è fatta di incapaci.
Purtroppo per loro pensare che la ricerca sia la soluzione è un abbaglio; questo momento storico e la ricerca di cui si parla non sono gli stessi del passato; quando si inventò la locomotiva oppure il telefono o il computer si trattò di una invenzione in un mondo che rimaneva sostanzialmente uguale e quindi assorbiva il “colpo” della disoccupazione prodotta da quella invenzione; quindi il resto dell’economia riciclava i disoccupati nel mentre che l’invenzione piano piano si diffondeva. Oggi le trasformazioni non sono più così lente come lo erano allora; in più, i settori coinvolti sono tutti, non uno solo; le specializzazioni necessarie sono molto spinte e la produttività fisica del capitale tecnico e finanziario sono così elevate che non esiste nessuno in grado di acquistare tanta produzione aggiuntiva.
Cioè mentre i maniscalchi e gli allevatori di cavalli resi inutili dalla locomotiva a vapore furono progressivamente assorbiti dalle ferrovie in mansioni semplici oggi la robotizzazione delle imprese coinvolge tutti e quindi le maestranze in esubero non avranno nessun settore dove impiegarsi tranne l’agricoltura e i servizi ed in special modo quelli alle persone; oppure devi fare il lavoro di inventare nuovi robot. Ma tutto ciò significa che la manifattura che conosciamo sparisce a favore di produzioni massificate perché robotizzate che, beneficiando di capitali finanziari cospicui si diffonderanno per scoprire che non esistono e non possono esistere tanti consumatori che possano assorbire tanto prodotto; risultato sarà la compressione degli utili di queste aziende 4.0… questo è lo scenario che si sta creando e che la ricerca tecnologica sta preparando: molti impianti robotizzati con utili molto modesti, disoccupazione priva di sbocchi credibili semplicemente perché si tratta di esclusi e non di semplici disoccupati; i pochi occupati saranno sottopagati in mansioni specializzate. Tutto estremamente precario e tutto già visibile sotto i nostri occhi.
Quindi si deve dire a Confindustria che la loro ricetta è dannosissima per tutti a cominciare da loro stessi; dopo aver colpito l’industria italiana con l’euro, il rigore, la mondializzazione, la iperfiscalità,.. adesso cercano il colpo di grazia con l’industria 4.0; così Confindustria ucciderà l’industria italiana.
Purtroppo siamo sicuri che nessuno ci ascolterà; quindi ci conviene imparare a condurre un trattore e ad alzarci prima la mattina: il nostro futuro è nei campi fino a che anche l’agricoltura sarà 4.0.. poi la fine.
Canio Trione