Sono nata a Bari il 20 aprile 1984 e ho vissuto a Bitonto, una città del nord barese, dove ho frequentato il liceo scientifico G. Galilei. Nel 2003 mi sono iscritta al corso di laurea triennale in Biotecnologie Sanitarie e Farmaceutiche e nel 2006 al corso di laurea specialistica in Biotecnologie Mediche e Medicina Molecolare all’Università degli Studi di Bari. Ho svolto l’attività di tirocinio pre-lauream presso l’IFOM (Istituto FIRC di Oncologia Molecolare) a Milano, nel gruppo del Dott. Paolo Radice, in cui ho analizzato la variabilità genetica della regione 3’UTR del gene BRCA1 in pazienti affetti da tumore al seno. Subito dopo la laurea specialistica, nel 2009, ho iniziato la mia attività di ricerca con la supervisione del Dott. Fabrizio d’Adda di Fagagna presso l’IFOM, entrando a far parte del programma internazionale di dottorato della SEMM (Scuola Europea di Medicina Molecolare), che ho concluso nel 2014. In questi anni ho studiato i meccanismi molecolari che regolano l’attivazione della risposta al danno al DNA, in particolare ai telomeri, che sono alla base della senescenza cellulare.
– perchè hai scelto di intraprendere un percorso nell’ambito della ricerca?
Nonostante non sia un percorso facile, è molto stimolante e competitivo, e soprattutto so contribuire in qualche modo al progresso
scientifico in campo biomedico.
– era quello che sognavi di fare quando andavi a scuola, eri appassionata di materie scientifiche? sei stata ispirata da qualcuno in particolare, famiglia, insegnanti etc?
Da sempre a scuola ho preferito le materie scientifiche, inoltre ho sempre avuto, sia a scuola che all’università, insegnanti preparati che mi hanno trasmesso la loro passione per la scienza. Ho scelto di occuparmi di ricerca mentre frequentavo l’università, quando le prime esperienze in laboratorio mi hanno fatto capire quanto è interessante e appassionante mettere in pratica quello che ho studiato in questo lavoro.
– sei contenta di lavorare in Italia?
Sono molto contenta di poter lavorare in Italia, soprattutto perché posso lavorare in un centro di ricerca di eccellenza, che compete a livello mondiale.
– quali sono le tue prospettive?
Vorrei rimanere in Italia e continuare a studiare i possibili utilizzi terapeutici delle scoperte fatte finora.