Charlie Gard e la vita da difendere ad ogni costo

Attualità & Cronaca

Di

Attilio Doni

“La vita va accolta, rispettata e difesa dal suo inizio fino al suo naturale tramonto”. Parole di Giovanni Paolo II nel dicembre del 2006 (XII Giornata Mondiale del Malato), ed è una frase che uomini della Chiesa continuano a ripetere.

E la stiamo riascoltando in questi giorni riguardo alla vicenda del piccolo Charlie Gard. Su Il Sussidiario.net: “Charlie Gard, ultime notizie di oggi: la lettera ai genitori della neonatologa Elvira Parravicini, l’urgenza e l’amore per la vita”. Si pensa alla vita, non alla persona e alle sue sofferenze. Queste hanno un’importanza relativa, importante è la vita, la vita ad ogni costo. E il costo lo paga chi soffre. Ma quale sarà il “naturale tramonto” stabilito da Dio (cf Catechismo,  Enciclica Evangelium vitae, ecc.) per gli uomini,  giacché questo è cambiato nel corso dei secoli? Cambierà idea il buon Dio, stabilendo che generazioni di sue creature “tramontino naturalmente”, non so, a quarant’anni, ed altre generazioni, a settanta, ed altre ancora a ottanta? Ma forse per tramonto naturale s’intende anche la morte per malattia.

Un bambino si ammala gravemente, vive pochi anni e muore. Questo il suo tramonto naturale. Allora, nel caso del piccolo Charlie Gard, si è andati e si vuole andare contro la volontà di Dio, giacché il tramonto naturale del piccolo sarebbe già avvenuto se non lo si tenesse attaccato a sofisticate apparecchiature.

Ma perché mai il fatto che Dio sia “padrone della vita” (cf n. 2280 del Catechismo), dovrebbe implicare necessariamente che sia lui a stabilire l’ora della nascita e della morte di ciascun individuo?

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